Capitolo 17

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L'undicesima fatica


Solo due prove alla fine ed ero nei tre finalisti.

Ero pronto a tutto. Avevo superato ogni tipo di prova e nulla, ora, mi spaventava. Nemmeno parlare con Greta.

Lei arrivò con un cavallo bianco: "uno alla volta mi seguirete nel bosco ed io vi farò una domanda. Voi risponderete ed io vi dirò, poco dopo, chi sarà eliminato."

Il primo fu il "mancino". Fu una cosa veloce. Poi toccò al "forzuto" e poi a me.

Seguì a cavallo Greta che ad un certo punto si girò e mi disse:

"puoi fare il Principe del paese e sarai il nuovo Re, ma non mi hai convinto come marito, nessuno dei tre mi ha convinto! Se dici "si" in questo momento avrai ricchezza, benefici e potere. A te la scelta"

Non esitai un attimo: "non è il potere che cerco. Mi dispiace."

Senza guardarmi nemmeno diede un colpo al cavallo e, al galoppo, tornò nel castello.

Poco dopo uscì il Re in carne ed ossa e disse: "il mancino e il forzuto passano il turno. Arturo è eliminato."

Lo sapevo. Ma non era quello che cercavo. Non era il posto da Re che mi aveva spinto a sconfiggere leoni e ragni. E così, con le mie gambe gonfie di dolore e con il cuore affossato me ne tornai a casa.

I miei genitori mi abbracciarono e mi fecero festa come se fossi appena nato. Forse avevano perso la speranza di vedermi tornare vivo. Io non ero dell'umore giusto per festeggiare e me ne andai in camera dove rimasi per tre giorni senza uscire e mangiare.

Le dodici fatiche di ArturoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora