CAPITOLO 18

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Io, Elisa e Erika prepariamo la tavola mentre gli uomini parlano di calcio sul divano in salotto.

La casa è molto bella e suddivisa su due piani, il soggiorno è spazioso ci sono due divani bianchi di pelle, un tavolino con un vaso di fiori al centro e un mobile con la televisione a schermo piatto, anche la cucina è molto grande, il tavolo è situato vicino alla portafinestra della cucina che dà sul giardino con la piscina.

All'improvviso sentiamo il citofono suonare

-Amore vai a prendere le pizze- dice Erika mettendo la testa in salotto per parlare con il marito, -Vi ringrazio ragazze per essere venute a festeggiare con noi questa sera- ci guarda sorridendo,

-Grazie a lei per l'invito- rispondo, mentre i tre uomini arrivano con il cibo.

Dopo aver scelto i posti, io vicino a Nicolas e affianco a sua madre, iniziamo a cenare. La pizza è molto buona anche se un po' bruciacchiata sui lati.

-Allora Martina parlaci un po' di te- chiede Erika girandosi verso la mia parte,

-Lavoro part-time in una pasticceria in centro e vivo da sola, mi piace Ligabue e a Luglio andrò a Torino al suo concerto- dico

-Niki anche noi abbiamo i biglietti per quel concerto- dice suo fratello stupito

-Già il destino- ride

-Come vi siete conosciuti?- chiede sua madre

-E' una storia molto buffa a dire la verità, la prima volta che ci siamo visti è stato dallo studio di suo marito diciamo che ci siamo scontrati a dir la verità. Però conosciuti seriamente direi dove lavora, sono andata con un'amica a buttar giù qualche kilo dopo le vacanze di Natale e mi ha seguita durante gli esercizi- 

-Che fratello premuroso- ride Manuel

-Simpatico come sempre- ribatte 

-Smettetela- interviene Marco 

-Come procedono i tuoi studi Elisa?- chiede il padre,

-Scienze della formazione è più difficile di quello che pensassi, tra laboratori, tirocinio e gli orari delle lezioni sto diventando matta- spiega. Elisa parla molto liberamente, per niente imbarazzata, probabilmente stava insieme a Manuel da un po' per non essere agitata. Erika da quando sono arrivata si è sempre comportata in modo gentile, però mi mette in agitazione e continua ad osservarmi.

-Ti piace la pizza cara?- chiede Erika,

-Si è molto buona grazie- cerco di farmi coraggio per creare un argomento,

-E' molto buona la fragranza nella macchina di Nicolas- dico 

-Davvero ti piace? A mio figlio la prime due settimane che gliel'ho regalato non faceva altro che lamentarsi dell'odore- ride di gusto,

-Amore, tiene quella macchina come oro colato, e quel profumo femminile stona- ribatte Marco,

-Io lo trovo molto grazioso davvero- 

-Se vuoi potresti passare in negozio, te ne creerei uno personalizzato- dice tutta contenta,

-Mi piacerebbe molto grazie- 

Tutti mangiano in silenzio la pizza, si sentono solo forchette e coltelli che toccano il piatto,

-Nicolas ci ha detto che dei vandali ti hanno rotto la finestra di casa- dice Marco ad un tratto -Si sa già chi è stato?- io sbianco letteralmente voltandomi verso di lui,

-Papà cavolo, cosa ti avevo detto?- 

-Ehm no, non si sa ancora niente sono passati solo due giorni, i carabinieri stanno indagando penso- mi sento improvvisamente girare la testa e il fiato corto.

Tutte queste chiacchiere mi hanno tolto l'appetito e avanzo le ultime tre fette di pizza, mentre gli altri hanno divorato le loro, Erika si alza per sparecchiare aiutata dal marito.

-Non mangi più tesoro?- chiede Erika quando arriva per portare via il mio cartone della pizza

-No grazie non mi va più- taglio corto -Posso usare il bagno per favore?- le chiedo quando ritorna con del gelato confezionato,

-Certo, uscita dalla porta a sinistra, sempre dritto seconda porta sulla destra- Spiega e mi allontano a grandi passi.

Questa storia mi ha turbato nuovamente e l'idea che anche i suoi genitori lo sappiano non mi piace. So che Nicolas non l'ha fatto con cattive intenzioni ma sono arrabbiata e impaurita allo stesso tempo

-Cosa ti avevo detto papà? di non tirare fuori l'argomento- sento urlare in lontananza, non sento cosa gli risponde l'uomo,

-Calmarmi? Ti ho fatto una confidenza, perché hai dovuto tirar fuori l'argomento? si vede che è turbata per questa storia non ha neanche finito la pizza- urla ancora più forte, è arrabbiato ancora nessuna voce in risposta.

-Io adesso me ne vado via con Martina, grazie mille per questo compleanno di merda- e poi non sento più niente.

Qualcuno bussa alla porta del bagno

-Ei sei vestita posso entrare?- 

-Si entra pure- e irrompe in bagno

-Mi spiace molto per prima, mio padre doveva farsi i cazzi suoi, scusa-

-Non è colpa tua e neanche sua tranquillo- mi guarda con gli occhi dolci,

-Però doveva stare zitto e farsi gli affari suoi- ribatte guardandomi negli occhi. 

-Ho paura- dico d'un fiato con le lacrime agli occhi.

Lui si avvicina e mi abbraccia forte,

-Non preoccuparti ci sono io con te-

Non è un addioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora