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È strano come un giorno qualcuno entra nella tua vita, la stravolge completamente e quando ne ha abbastanza e ti abbandona, ti dimentichi come hai vissuto prima di allora.
Louis era sicuro di aver terminato tutte le lacrime ma alcune frasi rimbomabavano ancora nelle pareti della sua mente:
Harry aveva detto che era stato una sfida;
Johanna una volta gli aveva detto che i Tomlinson non sono mai stati fortunati in amore;
Liam lo aveva messo in guardia dal dolore fisico e mentale che solo l'amore può provocare.
Ancora non riusciva a capacitarsi come il riccio fosse riuscito a penetrargli così tanto in profondità, con prepotenza. E adesso lo aveva lasciato col cuore spezzato, adesso toccava a lui raccogliere i pezzi e rincastrarli alla meno peggio.
Non aveva mai avuto a che fare con quel dolore sordo che sentiva al petto ma era sicuro che una coltellata gli avrebbe fatto meno male.
Sospirò stringendosi le ginocchia al petto e inghiottendo un'altra ondata di autocommiserazione.
Era seduto nei gradini del parco abbandonato, incurante della pioggia che cadeva ininterrottamente. Almeno il freddo che sentiva negli ultimi tre giorni si confondeva con quella del clima: anche il Cosmo sembrava partecipare al suo dolore. O forse si stava solo facendo beffe di lui.
Il cellulare in tasca era scarico dal giorno prima ma si dimenticava sempre di metterlo in carica. E non voleva tornare a casa ancora, Niall avrebbe capito che ci fosse qualcosa che non andasse e avrebbe costretto Louis a sputare il rospo.
Si accese la quinta sigaretta di quella giornata.
In un breve momento di irrazionalità aveva persino pensato di cambiare città, poi aveva capito che ciò avrebbe voluto dire arrendersi e lui non voleva farlo, non poteva dare una simile soddisfazione a nessuno. Nemmeno all'uomo che aveva amato.
Che ama.
Quando quella mattina era tornato più lucido e aveva riflettuto davanti ad una tazza fumante di tè, tutto gli era sembrato.. più sensato.
E questo lo spaventava: era ovvio che per Harry fosse stato solo un passatempo, che possibilità poteva mai avere lui con il riccio? Aveva fatto il passo più lungo della gamba ed era caduto di brutto.
Louis era sempre stato un tipo orgoglioso: forse non era soltanto il non essere ricambiato a prosciugarlo quanto l'umiliazione subita.
Harry ne aveva già parlato coi suoi amici di com'era a letto? Dei versi che faceva? Con quale faccia avrebbe rimesso piede all'università?
Non riusciva nemmeno a guardare negli occhi Niall e il suo ragazzo senza chiedersi se sapessero e stessero solo ignorando tutto per non ferirlo. Anche se dubitava sia possibile raggiungere un livello di dolore superiore.
- Louis? - sobbalzò a quella voce e il cappuccio della felpa cadde scoprendo il suo volto.
Josh era all'impiedi, fuori dalla sua macchina. Incurante di bagnarsi, superò la distanza che li separava con quattro grandi falcate e prese posto ai gradini accanto al minore.
- Niall stava dando di matto. Sei fuori casa da tutto il giorno.
Sinceramente, non se n'era nemmeno accorto, ultimamente era facile perdersi nell'uragano di pensieri e ricordi dolorosi che si era venuto a crearsi nella sua testa. Si lasciava sballottare come un foglio di carta in una giornata di vento.
Louis studiò il ragazzo che aveva accanto. Non aveva mai considerato molto Josh: andavano a calcetto insieme e aveva una strana ossessione per Niall. Adesso stavano insieme.
- Non dirlo a Niall.
Josh non fece nessuna resistenza ma annuì. A Louis piaceva già, almeno era intuitivo. E silenzioso. Si sentì in colpa per essersi concentrato così tanto sui suoi problemi nell'ultimo mese da essersi perso completamente i progressi della vita sentimentale di suo fratello.
- Congratulazioni. Per Niall.
L'altro alzò un sopracciglio. Era una cosa stupida da dire, ma al momento la sua mente non riuscì a pensare ad altro.
- Intendo.. sai cosa? Lasciamo stare.
Josh ghignò. - Grazie.
Il castano lo fissò. - Non guardarmi in quel modo. Non ti ho dato il permesso di andarci a letto.
- Non ho bisogno del permesso.
Cadde di nuovo il silenzio. Era rilassante ascoltare semplicemente il ticchettare della pioggia sull'asfalto.
- Sai, non dovresti fumare.
Louis sbuffò. - Non lo faccio spesso.
- Niall non ne sarà contento.
- Niall non lo deve sapere. - Ringhiò, stufo della situazione.
Dopo una breve battaglia con gli sguardi, Louis si arrese. - Puoi portarmi a casa?
Il viaggio verso casa fu silenzioso e Louis era grato per la stufa della macchina accesa. Appena uscito dal mezzo, si diresse spedito nella sua stanza, urlando a nessuno in particolare che avrebbe saltato la cena. Voleva solo buttarsi a letto e spegnere i pensieri. Ma gli incubi tornarono anche quella notte.



Gemma studiò la stanza di suo fratello: era un disastro. Dopo aver cacciato via Louis, Harry aveva rovesciato tutti gli oggetti a terra, urlato e pianto come se gli avessero strappato via un braccio senza anestesia. Quando lei era entrata a casa, era riuscita a calmarlo e farsi dire tutto. Ovviamente era ancora arrabbiata col fratello per aver reagito in quel modo ma doveva stare attenta a non dire nulla che potesse peggiorare le cose.
- Gemma, lascia stare. - Borbottò Harry, lasciandosi andare sul materasso e coprendosi gli occhi col braccio.
- Dovresti smetterla di lanciare cose quando sei arrabbiato. E negli ultimi tre giorni questa è già la quinta volta. Spaventerai il povero James di questo passo.
Harry non si mosse, né rispose. La ragazza sospirò e prese posto sul letto. Passò una mano sui ricci del fratello e lo sentì rilassarsi al suo tocco. Da piccoli quando Harry faceva brutti sogni, funzionava sempre.
- Gem, ho fatto una cazzata.
Lei sorrise appena. - Ma davvero?
Harry si mise seduto e la guardò con disperazione dipinta negli occhi.
- Dopo aver sentito tutte quelle cose da Niall, mi sono spaventato. Se non gli piaceva nemmeno Zayn come cognato, quante possibilità potrei mai avere io?
Gemma avrebbe voluto colpirlo sulla nuca e poi abbracciarlo. Ecco che emergeva la parte più pericolosa di Harry: il suo lato insicuro.
- Zayn aveva problemi con la droga, Hazza. Ed era anche una cotta di Niall.
- Ormai Louis mi odia.
- Ha detto che ti ama.
- E io gli ho detto che è stato una bella scopata. Mi prenderei a calci da solo. - Gemette, frustrato.
Gemma sospirò. - Si sistemerà tutto, fratellino. E tocca a te farlo. Hai agito d'impulso e senza motivo. Ma ricordati che tu non sei Zayn.
Harry deglutì, guardando sua sorella negli occhi. Era così grato di averla che le parole non avrebbe mai potuto esprimerlo.
- Non voglio perdere l'amicizia di Niall.
- E così lo hai preferito all'amore di Louis?
Quelle parole colpirono Harry come tanti aghi velenosi. Sapeva che Gemma avesse ragione ed era preoccupato per Louis. Non lo vedeva da quando l'aveva cacciato via e non poteva chiedere nulla a Niall senza risultare sospettoso ma non poteva nemmeno continuare a vivere con quel macigno sul petto.
Quella mattina era riuscito a fermare Stan nei corridoi e chiedergli qualcosa ma l'atteggiamento sconvolto del ragazzo gli fece capire che Louis non gli aveva detto ancora nulla.
- Non voglio scegliere.
- Devi dirlo a Niall.



- Sei dimagrito - Stan lo guardò con circospezione per poi buttare un occhio sul piatto del castano, ancora intatto. Aveva perso metà delle sue energie solo per convincere Louis ad accompagnarlo in mensa e questo di per sé era strano: di solito non vedeva l'ora che arrivasse l'ora di pranzo per fiondarsi nella sala.
La seconda cosa strana era che si erano accomodati nel tavolo più lontano possibile da quello di Niall e i suoi amici.
La terza faccenda (e quella che batteva di gran lunga le altre) che non quadrava era che non stesse facendo gli occhi dolci ad Harry. Anzi, non sembrava per niente a suo agio, mandava occhiate sospette a chiunque si avvicinasse troppo al loro tavolo e sembrava volersi confondere con la zuppa schifosa che aveva nel piatto. Forse pensava che fissarlo con tanta insistenza avrebbe funzionato?
- A nessuno importa. - Stava chiaramente evitando lo sguardo di un certo riccio.
- A me importa.
Louis gli lanciò un'occhiata seccata. Non avrebbe mai e poi mai condiviso la sua umiliazione con nessuno, nemmeno il suo migliore amico.
- Devo andare in bagno. - Ignorò le proteste dell'amico e si alzò, avviandosi verso la sua meta.
Superò le porte delle aule velocemente, stette attento a non incontrare nessuno e finalmente raggiunse la porta che spinse in avanti ed entrò.
Buttò lo zaino a terra, avvicinandosi al rubinetto.
Portò le mani a contatto con l'acqua e sospirò. Ma non appena si guardò allo specchio per poco non urlò dallo spavento. Non tanto per il proprio viso stanco e privato dal sonno quanto per la figura riflessa oltre a lui.
Harry. Era lì alle sue spalle e contrariamente a quanto avrebbe creduto possibile, non sembrava particolarmente soddisfatto di aver aggiunto un nuovo nome alla sua lista di ragazzi scopati.
Era pallido, gli occhi scoloriti e stava studiando Louis con attenzione.
Sembrava stare male almeno quanto lui e questo, oltre ogni altra cosa, mandò in bestia Louis. Cos'era venuto a fare? Vedere come se la stesse cavando?
Chiuse il rubinetto con più forza di quanto necessario e raccolse la cartella, sistemandoselo sulla spalla.
Stava per superare il riccio ma sentì una presa familiare attorno al suo polso e quel contatto bastò a farlo crollare. Incontrò lo sguardo del riccio e la sua vista si annebbiò di lacrime.
Non seppe nemmeno lui come, ma si trovò le labbra del maggiore contro le sue e per quei pochi secondi tornò a respirare aria pura e non contaminata da vergogna e pietà verso se stesso.
Spalancò gli occhi e spinse via Harry, prima di perdere completamente il controllo.
Uscì dal bagno senza degnarlo di una seconda occhiata.

Love will tear us apart (Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora