CAPITOLO 19

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Quando arriviamo davanti al cancello di casa sua sono circa le 23.00, ci siamo fermati ancora un po' a casa dei suoi genitori dopo la nostra chiacchierata in bagno. La paura torna a farsi strada dentro di me, ma cerco di cacciarla

-Non mi hai ancora detto cos'hai raccontato di me a tuo fratello- chiedo voltandomi verso di lui e osservando la sua mascella,

-Gli ho solo riferito che sei bellissima, dolce e simpatica e che quando arrossisci e ti mordi il labbro mi fai perdere la testa- rimango senza fiato, anche lui è bellissimo soprattutto ora che mi guarda in quel modo, come se volesse divorarmi.

-Solo questo?- chiedo per prenderlo in giro,

-Poi argomenti da uomini che è meglio che le signorine non ascoltino- arrossisco immediatamente e resto in silenzio,

-E' meglio se entriamo in casa adesso, quel vestitino è leggero per un inverno così freddo- e senza darmi il tempo di rispondere scende dalla macchina. Mi precipito verso la mia auto a prendere il suo regalo, ma mi blocca

-Non stai scappando da me vero?- chiede preoccupato,

-Certo a gambe levate- rido, ma lui non sembra divertirsi affatto,

-Sto solo prendendo una cosa dalla macchina-

-Mmm interessante, cos'è?- chiede curioso,

-Lo scoprirai quando saremo dentro- apro la portiera e mi abbasso per prendere il regalo sul sedile del passeggero,

-Credo che questo sia il regalo più bello che abbia mai ricevuto- quando mi giro è a pochi centimetri da me, sono confusa

-Mi stavi guardando il sedere?- sono tutta rossa

-Forse-

-E' da maleducati lo sai?-

-Sarebbe da maleducati non ammirare cotanta bellezza- ribatte sorridendo

-Sei un adulatore-

-Ho solo buon gusto- mi prende per la mano e mi trascina in casa.

Dietro la porta Pongo ci sta aspettando tutto scodinzolante, Nicolas lo prende in braccio e inizia a leccarlo, poi il suo musino mi vede e cerca di allungarsi verso di me, così me lo passa.

-Questo è il tuo regalo, è una cosa molto semplice e sciocca a dir la verità, però quando l'ho visto ho pensato a te quindi beh aprilo- Pongo continua a muoversi mentre è in braccio e a leccarmi la faccia, cosi lo lascio a terra.

-Non dovevi farmi un regalo davvero-

-Ormai l'ho preso forza aprilo-

Lui senza perdere tempo inizia a scartarlo sotto gli occhi attenti miei e del cucciolo.

-Prima il bigliettino se no non capisci- lo guardo storta

-Io di solito non li leggo mai-

-Ecco vedi di leggerlo allora perché ho impiegato ore a trovare le parole giuste-

-Va bene va bene scusa- si mette a ridere e apre il bigliettino, un sorriso gli illumina il viso, e inizia a scartare la carta del pacchetto, quando lo tira fuori è stupito e divertito.

-Ma è Pongo- il cucciolo abbaia in risposta

-Ci assomiglia non è vero?-

-Si molto, mi piace grazie- riprende subito -Penso che anche a lui piaccia guarda- muove il peluche e il cucciolo lo segue con gli occhi

-Non è per te piccoletto è mio capito- il cucciolo abbaia di nuovo

-Non so se ha capito- rido

-E' meglio se lo tengo lontano dalla sua vista-

-Lo penso anche io-

-Vuoi qualcosa da bere?- chiede mentre butta la carta da regalo nel cestino

-Un bicchiere d'acqua va benissimo grazie-

Mi siedo sul divano e lo sento trafficare in cucina, poi mi raggiunge.

-Tieni la tua acqua- mi porge il bicchiere e si siede affianco a me con una lattina di birra.

-Davvero pensi quello che hai detto poco fa?- chiedo sperando che capisca che mi riferisco al discorso che abbiamo avuto fuori

-Il regalo mi piace molto davvero-

-Non mi riferivo a quello, ma a quello che mi hai detto in macchina-

-Solo un cieco non si accorgerebbe di quanto sei bella e dolce-

Mi fa un sorriso e i suoi occhi si ritrovano a guardare le mie labbra, lo guardo intensamente, tutto dentro di me inizia a prendere fuoco, lentamente si avvicina posando la sua birra sul tavolino insieme al mio bicchiere d'acqua. Sento il suo respiro leggermente alcolico che si avvicina sempre di più e poi sfiora le mie labbra con le sue.

Sono morbide e calde si muovono impazienti, mi cercano, la sua lingua calda mi vuole, sento un brivido lungo la schiena che arriva al centro del mio corpo. La sua mano inizia a giocare con i miei capelli, siamo uniti in un bacio infinito, non voglio staccarmi da lui. Si allontana una frazione di secondo per riprendere fiato e poi ritorna all'attacco, la sua mano dai capelli scende lungo le spalle, dietro la schiena e mi tira ancora più vicino a sé. Le mie mani raggiungono i suoi capelli morbidi e senza rendermene conto sono a cavalcioni sopra di lui ansimante per quel lungo bacio appassionato.

Mi accarezza la schiena mentre gli mordo il labbro, poi scendo a baciarlo lungo il collo, baci lenti e dolci, lo voglio da impazzire, mi allontano per riprendere fiato ma lui si avvicina facendomi sentire la sua erezione turgida sotto di me.

-Hai voglia di fermarti da me a dormire stasera? Non voglio che dormi da sola- mi dice ansimando

-E' solo questo il motivo, non vuoi che dorma in quella casa da sola?- rido

-Certo che no, ti voglio, qui, con me-

-Va bene mi fermo- senza perdere tempo, mi solleva e mi porta in camera sua.

Non è un addioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora