Capitolo 7: spari

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La polizia circonda il posto in maniera repentina per non lasciare vie di fuga ai rapinatori, l'aria viene riempita dal suono e dai colori rosso e blu delle sirene, gli uomini restano vicino alla porta assieme a me mettendomi bene davanti a loro in maniera da coprirli completamente, gridano ai poliziotti che hanno un ostaggio e che non avrebbero esitato a aprirmi un buco in testa se solo avessero provato a fermarli, quel bastardo che mi teneva appiccicato a sé mi sfrega la pistola addosso per provocare i poliziotti e fargli capire che sono seri e che mi avrebbero ucciso veramente.

Appena uno dei due uomini si gira per prendere la sacca con la refurtiva dal pavimento accanto al bancone sento due click e la mia paura aumenta così tanto da costringermi a chiudere gli occhi; il primo a essere colpito e l'uomo di spalle che cade a terra senza un suono macchiando di sangue le pareti bianco candido della farmacia, mentre a pochi millisecondi di distanza sento un forte dolore al braccio e un urlo di dolore vicino all'orecchio che sembra spaccarmi I timpani, il tanfo di sangue mi riempie le narici e sento la nausea salirmi, appena l'uomo mi lascia per via del dolore inizio a correre verso la polizia che spara un altro colpo uccidendo definitivamente l'uomo.

Dalle mie labbra sfugge un sospiro di sollievo ma prima che potessi sentirmi completamente tranquillo inizio a percepire una strana sensazione al braccio, mi giro in maniera automatica e noto che dal mio braccio stava colando tantissimo sangue scarlatto, resto incantato a fissarlo, quasi senza respirare.

I poliziotti immediatamente si allarmano e mi aiutano a raggiungere l'ambulanza, mi medicano la ferita superficiale e vengo informato dagli agenti che sarei dovuto andare in centrale per rispondere a alcune domande, in cuor mio penso "che giornata di merda".

L'ombra che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora