Un ottimo piano B

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Aveva fallito. Non riusciva a capacitarsene, ma in qualche modo quei lunghi mesi di furti incredibili, di illusioni al limite della realtà e di bugie a fin di bene, erano crollati in un attimo. Spazzati via da una ragazzina che amava e odiava allo stesso tempo.

Se avesse pensato alla fine del suo essere Kaito Kid e al momento in cui sarebbe stato smascherato, avrebbe scommesso tutto su chi avrebbe potuto riuscirci: Hakuba, Kudo, forse addirittura Akako... ma di certo, non lei.

Avrebbe dovuto pianificare un piano B, come aveva sempre fatto, ma la fretta della sua nuova vittima aveva velocizzato anche le sue preparazioni, impedendogli di organizzare tutto al meglio.

Ora, quel gioiello che era quasi sicuro fosse Pandora, stava sfuggendo nelle mani sbagliate, lontano da lui, mentre quella ragazza a cui teneva più di qualsiasi gemma preziosa, lo guardava sconvolta e con le lacrime agli occhi e il suo cilindro stretto tra le mani.

«Per tutto questo tempo... Ho creduto in te, per tutto questo tempo...» biascicava, tra un singhiozzo e l'altro.

Tentò di allungare una mano guantata verso di lei, ma questa si scostò, corrucciando lo sguardo.

«Hai idea di quante volte io abbia litigato con mio padre, per colpa tua?!» gli domandò adirata, ma aveva tutta l'aria di essere una domanda retorica.

«Aoko... Ascolta... Ti giuro che c'è una spiegazione a tutto questo...» cercò di dire.

In quel preciso momento, però, qualcosa lo distrasse. Alle spalle della ragazza si era aperta una possibilità: la sua occasione di risolvere la situazione e recuperare la gemma, per distruggerla una volta per tutte.

«Avanti, spiegamela! Perché tutto ciò che vedo io è un grandissimo bugiardo!» sbraitò lei, aveva smesso di piangere ed ora nel suo sguardo c'era solo quella furia che solitamente dedicava solo a lui durante le loro litigate quotidiane.

«Hai ragione, – disse allargando le braccia e avvicinandosi a lei – ti ho mentito! Sono un bugiardo...» continuò, mentre lei indietreggiava nel tentativo di mantenere le distanze.

La prese al volo, nel momento esatto in cui stava per cadere fuori dalla finestra alle sue spalle, costringendola ad aggrapparsi a lui, proprio come quella volta che erano fuggiti dalla torre di Tokyo, solo che in quel caso lei era svenuta e di certo non si dimenava come una folle urlando di lasciarla andare.

«Se ti lascio adesso ci rimani secca, stupida!» la rimproverò lui, facendola zittire, solo per qualche secondo.

«Sei tu lo stupido! – esclamò, arrossendo vistosamente – E poi mi dici che intenzioni hai?» a quella domanda lui sorrise, quel sorriso che gli veniva sempre bene e che mostrava tutta la sua esuberanza.

«Ho un'affare da sistemare... ed ho bisogno del tuo aiuto, mon cher.»

«Uuuh... L'idiota parla anche francese, oltre ad essere il più grande bugiardo della storia.» lo prese in giro lei, facendolo ridere nuovamente.

Avvistò immediatamente la moto dell'uomo di Snake che stava filando tra il traffico di Tokyo, sfuggendo alla polizia, troppo lenta per raggiungerla. Con un po' di fatica, visto che aveva le braccia impegnate a tenere Aoko, manovrò l'aliante, facendolo svoltare a destra, in modo che seguisse il veicolo.

«Bene Aoko, ho bisogno che quando ci avviciniamo, tu allunghi le mani e prenda la gemma.» disse in modo rapido e conciso.

«Cosa?! Scordatelo! Non sarò mai complice di un tuo maledetto furto! Ti ricordo che io odio sia te che Kaito Kid!» rispose lei a tono, incrociando le braccia.

«Insomma Aoko, lo vuoi capire o no che non è affatto come credete tu e tuo padre? Non sono diventato un ladro per diventare ricco, è una cosa molto più seria...» cercò di spiegarsi, nonostante il suo sguardo era completamente rivolto alla motocicletta sotto di loro, che stava guadagnando terreno.

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