Il Vecchio Geraldo

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Quando ero piccolo adoravo andare da mia nonna, da lei mi divertivo un sacco e mangiavo sempre benissimo, mia nonna era una dolce vecchietta, la classica nonna che fa di tutto per farti mangiare e anche se mangerai tutta la sua casa, ti dirà sempre che non hai mangiato molto, offrendoti qualcos'altro, la classica nonna che poi ti molla pure la 50€ che quasi ti sentivi una escort di lusso quando tornavi a casa... C'erano però delle cose che mi incuriosiva o del luogo in cui si trovava... La casa di mia nonna si trovava in una campagna del basso Lazio, ed era infondo ad una stradina senza uscita completamente isolata dalle altre abitazioni. Era proprio quella stradina scavata nel terreno ad incuriosirmi, durava poco meno di 300 metri e al lato sinistro era percorsa da 5 lampioni alti poco più di 3 metri di cui il primo sempre spento, il secondo con una luce molto fioca, come se si stesse per spegnere, il terzo era costantemente acceso e non si spegneva neanche di giorno, e gli ultimi due si spegnevano ed accendevano casualmente a scatti, sembrava quasi che qualcuno li controllasse inviando qualche segnale in codice morse. Ora tu dirai, beh problemi di corrente, può capitare... Peccato che la corrente in quella strada sia staccata da quando avevo 3 anni, quindi non saprei...
Ma i lampioni non erano l'unica cosa strana, ad esempio una cosa che non capirò mai, è come sia possibile che nelle giornate di forte pioggia, dall'inizio di quella strada fino a casa di mia nonna, la pioggia era quasi inesistente, invece quando in quella strada pioveva, appena usciti da lì la pioggia non c'era, ma appena tornavi indietro, ti inzuppavi d'acqua, e a volte dall'entrata di quella strana strada, potevi vedere che la pioggia formava quasi un muro per quella strada, come se facesse parte di un altro universo parallelo al nostro. Oltre ai lampioni strafatti di chi sa quali droghe e alla pioggia che andava a cazzi suoi, ci fu una cosa di quella strada che non mi fece dormire per varie nottate... L'unico altro residente di quella strada, era un anziano signore di nome Geraldo, un uomo anziano, alto e molto magro, non aveva molti capelli e quei pochi che aveva erano di un grigio cenere, si vestiva sempre con un classico abbigliamento da contadino, camicia a quadri, jeans largo o salopette e scarponi, camminava sempre un po' ingobbito, la classica camminata di chi fin da giovane ha lavorato trasportando carichi pesanti sulle spalle... Veniva lì una volta a settimana, mia nonna non lo sopportava, diceva sempre che era una persona che mentre ti sta facendo un complimento, ti ha già insultato in 10 maniere diverse. Il vecchio Gertaldo abitava in una "casa di fortuna" così la chiamava mia nonna, era un'abitazione fatta di lamiere, tavole e travi di legno, insomma nelle favelas stanno messi meglio, e poi aveva un piccolo orticello di circa 6 metri quadrati,a cui lui teneva molto. Il ricordo più vivido che ho di quel signore, è il giorno in cui morì. Era un normalissimo lunedì di novembre, pioveva in quella strada, io ero andato da nonna per passare la settimana lì, al mio arrivo trovai il vecchio Geraldo che costantemente camminava avanti e indietro nel suo orto e sottovoce sussurrava qualcosa che tutt'oggi non avrei capito, vidi nonna che lo guardava come se sapesse cosa stesse dicendo, non le chiesi nulla, non voleva mai parlare di lui... Passai la giornata a preparare biscotti con lei e a guardare qualche vecchio film assieme e quando la sera mi affacciai alla finestra lo vidi ancora lì, continuava a fare avanti e indietro in quell'orto, completamente zuppo d'acqua e continuava a muovere le labbra sussurrando qualcosa, finché ad un certo punto si fermò, si girò lentamente verso di me, mi guardò dritto negli occhi, non pensavo stesse guardando me, eravamo troppo lontani, come faceva a vedermi? Poi però, mi indicò e rimase a fissarmi, io ero pietrificato, non riuscivo a muovermi e iniziai a sudare freddo, tremavo come una foglia e il cuore mi batté a 100 mila quando vidi quello sguardo così rabbioso ma allo stesso tempo spento che mi fissava e sembrava cercasse di farmi sprofondare in un abisso di oscurità, non scorderò mai quello sguardo, né quello a cui assistei dopo... Geraldo fu come se si spense, il braccio che mi stava indicando scese come addormentato, e la sua testa si chinò lentamente, ricominciò a sussurrare qualcosa tra sé e sé, poi entrò in quella sua baracca, andai da mia nonna tutto impaurito, speravo fosse stato tutto frutto della mia immaginazione, cercai di nascondere quella mia paura per non far preoccupare la nonna. Pochi minuti dopo mi riaffacciai alla finestra, il vecchio era davanti casa sua, con la testa appoggiata alla porta e le braccia penzolanti lungo il busto, dopo circa due minuti che lo stavo guardando mi accorsi che la sua testa in realtà non solo era appoggiata alla porta, ma era girata verso di me, mi stava di nuovo fissando... Corsi subito a dirlo a mia nonna, lei chiuse le porte di casa a chiave e serrò le finestre, poi mi disse di non preoccuparmi e di andare a dormire e così feci... Erano all'incirca le 3 e mezzo di notte quando un estremo senso di ansia mi svegliò, mi sentivo addosso una sensazione di ansia e oppressione, mi misi a guardare la TV per cercare di calmarmi e distrami, ma non riuscivo a non pensare a quel dannato vecchio e a quel suo sguardo profondamente spaventoso... Decisi di dare un'occhiata alla finestra, per vedere se stesse ancora lì, lo vidi uscire dalla sua catapecchia con un una specie di fune arrotolata su se stessa e una cassetta di legno vuota, si avvicinò all'ultimo lampione, il più vicino a casa di mia nonna, come se volesse farsi vedere di notte, poggiò la cassetta per terra, poi agganciò la fune al lampione e dal rumore capíi che non era una semplice fune, era come una specie di corda con del filo spinato attorcigliato, la lego al lampione, salì sulla cassetta e legò la corda intorno al suo collo, guardò ai suoi piedi e poi di scatto alzò lo sguardo verso di me fissandomi di nuovo con quello sguardo orribile, poi saltò facendo cadere la cassetta e rimase appeso, impassibile, continuava a fissarmi come se non stesse succedendo niente, come se stesse continuando a respirare, alla vista di quella scena tremai, il cuore mi stava esplodendo, mi mancava il respiro e l'ultima cosa che ricordo è un buio intenso... Svenni e mi svegliai la mattina dopo, la nonna pensava mi fossi addormentato lì, non gli dissi che ero svenuto, ma appena mi ripresi mi affacciai alla finestra e non vidi nessuno, lui non c'era più, ero sollevato che fosse stato tutto solo un sogno, o almeno così pensavo... Nei giorni a seguenti, Geraldo non si fece più vedere, e in quella strada si iniziò a sentire una strana puzza...Ma la puzza diventò insopportabile e mia nonna non sapendo a chi rivolgersi, chiamò gli operatori ecologici, polizia e addirittura i vigili del fuoco, al loro arrivo, capirono subito che la puzza proveniva dall'orto, e scavando trovarono il cadavere del vecchio Geraldo, con la corda legata al collo e gli occhi spalancati che sembravano fissarti...Non avevo sognato nulla, il vecchio si era suicidato e ho assistito a tutto, avevo paura di dirlo a qualcuno, e non volevo ricordare quei macabri momenti, ma la domanda sorse spontanea, se non avevo sognato nulla, chi aveva tolto e sotterrato il corpo?
Non riuscii a rispondere a questa domanda, e tutt'ora che mia nonna non c'è più, non ho ancora una risposta...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 23, 2021 ⏰

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