Il Vampiro Vergognoso

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Cara Berta,
ti scrivo suddetta lettera poiché non tengo il coraggio per rivelartelo di persona; mi vergogno. Temo che quando darò spiegazioni ai tuoi dilemmi non vorrai più vedermi, t’inventerai di non conoscermi oppure fingerai la tua morte. Senza dubbio, vomiterai come faccio io ogni volta che la mia eterna maledizione mi costringe a nutrirmi.

Devi sapere che sono una creatura dannata e spaventosa, soprattutto per chi è fuori forma o per tua zia Ernesta, che ignoro come ancora riesca ad alzarsi dal divano per recarsi al frigorifero dopo tutto ciò che ingurgita abitualmente.

Inseguo le mie vittime, le faccio fuggire, cosicché io possa ottenere quel succo prelibato che tanto fa rivoltare lo stomaco.

Sono un vampiro V., è questa la tremenda realtà. Tuttavia non mi nutro di sangue, ma di qualcos’altro: sudore. Ora sai il perché della mia intolleranza all’acqua e ai deodoranti. Noi vampiri V. preferiamo tener nascosto il significato della “V.”, per preservare fascino e mistero.

Quale non abbiamo.

” Vampiro V.” significa “vampiro vomitevole”, ma tu non rivelarlo in giro.

E, se mai ti venisse la malata idea di diventarlo anche tu, sappi che ti costerà molto caro, non t’illudere: l’abbonamento alle saune ha un prezzo elevato. Pensa che sono iscritto a ben cinque palestre nella città, ora conosci anche il motivo per cui ho pochi soldi. Ma, vedi, nascondersi negli spogliatoi e annusare il puzzo ribrezzevole di sudore… tu non hai idea di ciò che si prova. Attendere la fine degli allenamenti delle vittime, inchiodarle al muro, e leccare le loro fronti, le loro ascelle, è una cosa che non si può spiegare… per fortuna!

È stato tuo desiderio in questi mesi capire le strane abitudini che possiedo, perciò ti racconto la mia storia dalla prima volta che mi sono nutrito, all’ultima, che è avvenuta poco fa, come puoi notare dalle macchie verdi su questi fogli. Non temere, è solo il mio vomito.

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