Ci vediamo in aeroporto, Emma

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E

Nei suoi occhi vedevo quanto stava male, in quel luccichio provocato dalle lacrime riuscivo a comprendere quasi tutto il dolore che aveva provato in quei giorni..
Non gli lasciai dire altro, lo abbracciai forte e lui non perse tempo per ricambiare quell'abbraccio con tutte le forze che aveva.
Nonostante non sapevo più cosa eravamo ancora, tenevo a lui come poche persone al mondo, non mi andava di vedere che stava così male.

«promettimi che questo tuo tempo per pensare avrà una fine, e che prima o poi tornerai da me» mi disse dividendosi di poco e poggiando la fronte contro la mia.

Mi persi in quegli occhi color cioccolato che mi ritrovavo davanti, analizzai con la più totale accuratezza ogni particolare del suo viso.
Le sue iridi scure che spesso aveva definito banali, per me erano stupende.
Sembravano un mare di cioccolata calda che ti trasmetteva fiducia solo nel guardarlo, come poteva definire quegli occhi una banalità?
Tra il naso ed essi c'era una spruzzata di lentiggini che avevo sempre amato come caratteristica, poi abbassando ancora di più lo sguardo, quello che amavo di più al mondo probabilmente.
Due labbra carnose e rosee che in quel momento erano nettamente serrate e insistenti nel sapere la mia risposta.
Perché mi ostinavo a stare lontana da lui se in quel momento avrei solo voluto lasciarmi andare e farmi baciare fino a perdere il respiro?

«se loro non sono mai tornate, sappi che io non sono le altre»

Sforzò un sorriso e si avvicinò di poco al mio volto, si vedeva che moriva dalla voglia di spegnere i pensieri e unire le nostre labbra, e non lo biasimavo.
Sospirai e mi alzai sulle punte, per poi stampargli un bacio sulla fronte.
Non volevo correre, e soprattutto non volevo che quel momento influenzasse in qualsiasi modo le mie scelte.
Lui mi lascio una carezza sul fianco, dato che prima ci teneva poggiato una mano, poi si avvicinò all'uscita.

«Niccolò!» lo bloccai prima di fargli l'asciare l'appartamento.

Sfilai l'anello di oro bianco che mi regalò un mese circa prima da quel giorno e lo chiusi nel pugno della sua mano, ma mi affrettai a dargli spiegazioni per far sì che non fraintendesse.

«non hai più niente di mio a casa, almeno così..»

«mi bastano i ricordi, quelli vanno bene.. però credo che lo terrò per un po'» mi bloccò lui fissandomi dritto negli occhi.

«allora.. a dopodomani?»

«ci vediamo in aeroporto, Emma»

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«ciao ragazze» dissi appena presi posto tra di loro al tavolo di casa mia, avevo un disperato bisogno di parlare con qualcuno.

«se ciao un cazzo, sei tornata con Niccolò o no? Quanto deve durare sto teatrino?» chiese Ida poggiandosi allo schienale della sedia e incrociando le braccia al petto.

Sbuffai e roteai gli occhi al cielo, odiavo le solite prediche delle mie amiche, ma ero ben cosciente che quella volta me le meritavo.

«no, ma c'è un altro problema»

«'nnamo bene, che problema?»

Chiusi gli occhi solo per un secondo, io stessa non avevo ancora capito nulla di quello che stava succedendo e in quel momento mi ritrovai a dover spiegare a qualcun altro il casino che avevo in testa.

«sono...sono tornati i miei genitori» sussurrai con un fil di voce sentendo tutti gli occhi addosso.

«che!? Quando? E sono già passati qui? Che ti hanno detto?»

«si, sono passati, dopodomani ripartono»

«a beh allora è perfetto, qual è il problema?»

«il problema è che vogliono che vada anch'io con loro, io e.. e Niccolò»

Giada, la quale stava sorseggiando il suo caffè appena pronto tranquillamente, sputò nuovamente il contenuto dentro la tazzina e fece un colpo di tosse, più o meno anche le altre ebbero la stessa reazione.

«Emma ma che cazzo dici? Ma gliel'hai pure detto la fidanzata? Cristo santo mi meraviglio che non abbiano già prenotato il matrimonio!»

«lo so ragazze, non posso farci nulla se..»

«non puoi farci nulla se hai due genitori all'antica e pretendano che per calare i veli tu debba prima sposarti, ma Niccolò questo non lo sa! Come l'ha presa?»

«non lo so, ha accettato, sapete che non farebbe male ad una mosca e magari non voleva farsi prendere in antipatia..»

«cioè ha accettato nonostante i tuoi genitori sappiano che non state insieme..»

«io..io gli ho detto che stiamo ancora insieme»

Le ragazze per la millesima volta nel giro di pochi minuti fecero le ennesime facce sconvolte e mi fulminarono con lo sguardo, non potevo biasimarle.

«sei cosciente che adesso vorranno che farai tutto di fretta? Non dovevo dirglielo Emma.»

«lo so ragazze, volevo già parlare con loro riguardo a questo argomento, non voglio né sposarmi né avere figli a ventitré anni sicuramente!»

«posso dì na cosa? Almeno sdrammatizzo» chiese Daria avendo già il consenso di tutte.

«però sei andata bene, immaginati a vent'anni ti portavano loro 'nfrancesino tutto snob e te ce dovevi pure sposà»

Scoppiai a ridere e mi coprii la fronte con la mano. Per fortuna avevo comunque loro per sdrammatizzare in quei momenti dove avrei solo voluto chiudere gli occhi per ore, o magari giorni.

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Angolo autrice:
Perdonate il capitolo corto, mi serve di mezzo🥺

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