.Capitolo 7.

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Mi allontanai da Lawrence per circa 10 minuti, avendo deciso di lasciare piccioncini discutere da soli senza orecchie indiscrete; capivo il bisogno di Marcus di proteggerlo, ma diamine, quanta rabbia e quanta aggressività. Sospirai, mentre cercavo alla macchinetta delle merendine qualcosa per il ragazzo, non potevo sapere cosa gli fosse successo prima di conoscermi, di conseguenza non potevo giudicare. Alla fine lasciai perdere con quei pensieri e presi un succo di frutta, un pacchetto di salatini e una barretta di cioccolato, tirando anche due calci al marchingegno per ottenere il resto.

Ritornai dal ragazzo, e lo trovai con le lacrime agli occhi che si massaggiava la tempia, tenendo il telefono in mano, avevano litigato al 100%; appena mi vide si risvegliò come da una trance:<< Sirio sono MORTIFICATO per come ti ha trattato Marcus, davvero!!! Ti faccio le mie... le nostre più sentite scuse, io...>> disse velocemente e con tono sommesso, ma io lo fermai, mettendogli una mano sulla spalla d'istinto:<<hey, va tutto bene! Non ti preoccupare, ha usato delle parole un po' forti, sì, ma alla fine lo capisco. Chi lascerebbe andare il proprio ragazzo minorenne, in ospedale, con un uomo di mezza età appena conosciuto? State tranquilli, va bene?>> dissi, cercando di rassicurarlo.

Marcus mi aveva girare i cosiddetti, certo, maleducato, aggressivo e arrogante, ma cercando di essere razionali, non aveva tutti i torti; ma soprattutto se ne aveva, non volevo farli pesare su di Lawrence. <<guarda, ti ho portato qualcosa da sgranocchiare. Almeno recuperi un po' di energie!>> disse, cercando di cambiare discorso. Il ragazzo si illuminò, ringraziandomi in mille modi diversi per quel gesto piccolo ma gentile. <<suuu, basta ringraziamenti, e mangia! Se ti riporto a casa pure malnutrito, Marcus mi spenna...>> dissi, cercando di buttarla sul ridere.

Grazie al meraviglioso sistema ospedaliero italiano, ci misero un'altra ora per mettere i punti al ragazzo, che mi fece morire, perché subito dopo essere stato "spillato" con la graffettatrice di punti in metallo alla testa disse:<<guarda Sirio, sono una risma di documenti!!>> e lì persi la dignità dal ridere. Lo bendarono e gli diedero via flebo tutti i medicinali di cui aveva bisogno, e anche del sedativo e dell' antidolorifico per farlo dormire, timorosi che il dolore gli togliesse ore di sonno. Rimasi accanto a lui tutto il tempo, non mollandolo un secondo, avevo visto quel genere di procedure fin troppe volte con la mia Selene, e sapevo quanto dolore, fastidio, disconforto e stress potessero causare in una persona, soprattutto Lawrence che mi sembrava avesse l'argento vivo addosso, quindi stare sdraiato, nella noia e nella confusione per ore, era di certo snervante.

Finalmente si girò di lato, dalla parte della testa opposta alla ferita, e chiuse gli occhi, sopraffatto dal sedativo, che cercava nonostante tutto di combattere:<< hey, rilassati. Non ti succede niente. Sono qui, va bene? Devi riposare, penso a tutto io, l'unica cosa che devi fare adesso è dormire...>> cercai di calmarlo, quando lo vidi agitarsi, cercando di restare sveglio. Andai dal lato dove era girato, e mi sedetti sul letto, iniziando ad accarezzargli il braccio e la schiena per aiutarlo a rilassarsi.

Lo vidi aprire gli occhi e fissarmi, quasi spaventato. Gli stessi occhi azzurri spaventati dalla guerra, gli stessi occhi che avevamo paura di addormentarsi durante l'anestesia prima degli interventi oncologici.... Con la mano con cui non lo stavo coccolando, presi la sua:<< va tutto bene, resto qui, con te! Non vado via... dormi tranquillo, tra poco andiamo a casa, va bene?>> dissi, sussurrandogli quelle parole, cercando di essere dolce e rassicurante. Mi strinse debolmente la mano, e finalmente crollò addormentato. Rimasi un po' lì a coccolarlo, coprendolo con la mia giacca, la testa libera da qualsiasi pensiero, volevo solo tenerlo al sicuro.... volevo tenerli al sicuro, entrambi....

Un medico mi chiamò fuori dalla stanzina, per parlarmi delle sue condizioni, aveva un'aria quasi nervosa e preoccupata, e preso capii il perché:<< suo nipote è stato estremanente fortunato: mezzo centimetro a destra e rischiava una paralisi, mezzo centimetro a sinistra e addio nervo oculare e vista all'occhio sinistro! La lesione era bella grossa, gli ha preso di striscio tutta la zona occipitale del cranio, fortunatamente lacerandone solo il cuoio capelluto, niente riversamenti o ematomi cerebrali.... dovrà medicarla ogni giorno, per almeno due settimane... sa come fare?>> chiese, e io risposi solo:<< si, ho parecchi interventi sulle spalle, so come medicare dei punti..>>

Lui mi guardò, attentamente, e capii:<< ho visto come l'ha calmato, sembrava esperto, lei mi sa che di è fatto lunghi periodi di degenza in ospedale vero?>> mi chiese, e io mi limitai ad annuire. Mi diede una pacca sulla spalla con empatia, alla quale risposi con un sorriso.
Poi però continuì:<< l'unica cosa, è che suo nipote ha delle gravi carenze alimentari, ed è un po' sottopeso... ha problemo di alimentazione?>> mi domandò inquisitorio. Io ne fui sorpreso, non mi era sembrato così magrolino. Gli spappardellai la scusa che era da me perché "mia sorella", ovvero sua madre, stava divorziando, e che quindi io volevo tenerlo lontano da quella brutta situazione e che forse era proprio quello stress psicologico ad averlo ridotto così. Se la bevve, siamo benedette le mie doti oratorie.

Mi diede le direttive per la terapia farmacologica e per la medicazione, e poi ci lasciò andare. Tolsero la flebo al ragazzo, profondamente addormentato, e io me lo coricai in braccio, prendendolo con una mano dietro la testa e una dietro al sedere, per evitare di fargli male. In effetti, era una piuma, e ora che sentivo meglio, era un mucchietto d'ossa. Ma che si mangiano quei due? Scossi la testa e lo portai in macchina, reclinando il sedile per lasciarlo dormire e legandogli la cintura di sicurezza.

Rimasi fuori dalla macchina e chiamai Marcus:<< pronto? Sirio? Va... va tutto bene?>> mi chiese, come aveva abbassato il tono! Che quel biondino gli avesse fatto una lavata di capo come si deve? Sogghignai tra me e me sentendo come aveva messo a posto la cresta, ma cercai di parlargli normalmente:<< si, siamo appena usciti. Sta bene, è stato fortunatissimo, mi ha detto il dottore.... ho sistemato una cartellina con tutte le analisi e referti, tra due settimane ha il controllo per i punti.... senti, gli hanno dato dei calmanti per farlo dormire, è crollato, mandami l'indirizzo di casa vostra che arrivo...>> dissi, anzi quasi glielo ordinai, non pensando troppo. Ero stanco morto, e avevo minimo 30 minuti di viaggio per andare da loro e altri 30 per tornate a casa mia, non avevo voglia di discutere.

Stranamente mi diede tutto senza emettere un fiato di troppo, e così salii in macchina e partii. E pensare che domani dovevo anche riportarla a Louis, che palle... arrivato sotto casa loro, parcheggia e presi di nuovo in braccio Lawrence, che non dava accenno di volersi svegliare, e il che era un bene. Trovai Marcus ad aspettarmi di sotto al portone:<<lascia che...>> mi disse, cercando di prendere il ragazzo addormentato e fare l'eroe mascolino, ma guardandolo con occhio esperto, sarebbero cascati in terra tutti e due.

Scossi la testa:<< tienimi la porta aperta per favore, lo porto in casa... >> dissi, e stranamente il ragazzo obbedì senza dire nulla. Sarà stato anche lui stanco e stressato, erano le 5 del mattino per tutti. Andai al loro appartamento (quello di Marcus per intenderci) e lasciai il ragazzo sul letto, facendomi aiutare da Marcus nel sistemarlo per dormire.
Appena finito, feci per andarmene, date tutti i documenti e le direttive, ma fui fermato da "mr. Tispaccolafaccia":<<Sirio, la volevo... la volevo ringraziare per tutto quello che ha fatto stasera per noi....davvero...e.....>> sentii che queste parole furono difficili da tirare fuori:<<...mi dispiace per averle risposto così in maniera maleducata ed aggressiva...ero solo preoccupato per lui...>>.

Sospirai, e mi avvicinai a lui, dandogli una pacca sulla spalla:<<tranquillo, lo capisco. Cerca solo la prossima volta di stare più tranquillo, anche se protettivo, abbassa i toni, o rischi di metterti nei guai.... pace?>> domandai, sorridendo stanco e allungando la mano, che lui strinse forte, anche se le mie parole gli avevano lasciato l'amaro in bocca:<<pace! A proposito, vuole dormire qui? È tardi ed è il minimo che posso fare per ricambiarla...>>

Lo guardai perplesso, e cercai di rifuitare, ma troppo stanco, mi ritrovai nella loro camera ospiti dove senza troppa delicatezza, crollai anche io sul letto, domandandomi che cazzo stessi facendo.

Saudade: &quot;L'amore che resta&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora