8 . Oltre l'apparenza

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D'istinto mi abbracciai forte a lui,correva e avevo un po' di paura.
Faceva freddo,il vento sulla moto era pungente e non avevo nemmeno una giacchetta, eppure mi sentivo bene a stare così, respirare il suo profumo,il contatto col suo corpo.
Mi sentivo all'improvviso come mi aveva descritta Sharon:un'ape che gironzola intorno al miele e mi sentivo per questo un po' fuoriluogo e in difetto.
Ci sono cose ed emozioni che non si possono controllare nella vita.
Giuste o sbagliate che siano le senti. E io le sentivo. Era come avere una sorte di amore e odio nei confronti di quel ragazzo ,a seconda della situazione che si creava ,a seconda da come si comportava .
Arrogante, scontroso,poi c'era quel lato buono che notai la sera in cui mi fermai sotto l'albero e lui mi raggiunse per assicurarsi che stessi bene . Non ero certa di chi o cosa fosse Dustin ,l'unica cosa certa in quel momento era che avevo voglia di stare abbracciata a lui,fino a non sentire più nemmeno freddo.
Arrivammo all'ingresso di un'enorme villa e scesi dalla moto posando il casco.
"Qui possiamo parlare ,nessuno ci disturberà,vieni "-mi disse prendendomi la mano .
In quel momento provai un emozione allucinante e capii che stare vicino a lui era un gioco molto pericoloso.
Rischiavo di innamorarmi,mi piaceva ,ero attratta da lui,ma non era il tipo per me, io non potevo piacere a quelli come lui che mi considerano sfigata e viziata,e poi c'era Sharon al suo fianco . Non dovevo stare lì.
E iniziai a farmi prendere dalle paranoie.
Ci sedemmo sul prato del vasto giardino che circondava la villa.
"É casa tua?"-chiesi.
"Si,è casa mia"- rispose guardandomi negli occhi.
"Perché mi guardi così? Ti faccio pena?Ti sembro più sfigata di come mi consideravi prima ?"- domandai con voce roca abbassando lo sguardo.
"Julia non ti considero sfigata e non mi fai pena,anzi ti chiedo scusa per averti detto così, non lo pensavo ,sai..sono così sfacciato e scontroso a volte...ma non sono una cattiva persona e non volevo farti del male, credimi,non mi conosci. "-rispose.
Ero confusa, non sembrava affatto scontroso come sempre.
"Mi dispiace per quello che ti ha detto Sharon,non doveva permettersi e in parte è colpa della tua coinquilina. Vedi.. non bisogna mai fidarsi di nessuno,mai mostrare le proprie ferite..il sangue attira gli squali e lì è come essere immersa nell'oceano, ed è pieno di squali, credimi."- disse accendendo una sigaretta.
"Un giorno non mi sopporti e mi prendi il caffè, l'altro dormi con me per proteggermi, poi sei con Sharon e mi ignori. Ora mi porti qui a casa tua. Io non ti capisco proprio "-parlò la parte razionale di me.
Passandomi le mani tra i capelli e sistemando il codino,mi guardò negli occhi.
"Io invece si. Ti posso capire .
Quando avevo otto anni ho perso papà a causa di un'incidente quindi so come ti sei sentita e non ti considero affatto sfigata o debole e non mi fai pena.
Mamma mi ha cresciuto con non poche difficoltà, ma ho sempre sofferto la mancanza di mio padre . A volte mi rendo conto di essere arrogante ,lo faccio per protezione forse..preferisco essere odiato anziché amato ,perché l'amore comporta attaccamento e porta anche sofferenza ,ecco perché non mi lego mai a nessuno."-disse e mi si fermò il cuore . Era me al maschile.
Aveva il mio stesso pensiero.
"E con Sharon allora??"-chiesi.
"Sharon è solo una ragazza stupida ,con lei sono stato chiaro fin da subito ma forse non abbastanza. Dopo stasera deve stare lontana un miglio da me. Quando in macchina non ti ho salutata era perché Evan, mi mise in difficoltà dicendo che secondo lui ,ero attratto da te ed ero troppo orgoglioso per ammetterlo anche a me stesso."abbassò lo sguardo.
Restai in silenzio qualche minuto e lui fece uguale e nel momento in cui feci per alzarmi in piedi mi bloccò prendendomi tra i fianchi e baciandomi di colpo ,peccando di incoerenza ,infrangendo i nostri ideali .
Mi trasportò un'emozione nuova.
Inaspettatamente stupendo.
Fu la prima volta che provai quella sensazione,le farfalle nello stomaco..
Non parlammo,restammo tutta la sera abbracciati e ci addormentammo sul prato. La luce del sole mi fece svegliare e mi ritrovai con la testa appoggiata sul suo petto.
Era piacevole e il avevo il suo profumo addosso.
"Te l'avevo detto che sarebbe diventata un abitudine vedi?-gli dissi passandogli la mano tra i capelli per svegliarlo.
"Buongiorno!"rispose assonnato.
"Non possiamo dormire sempre sui prati non credi?"-e scoppiai in una risata.
Mi guardò e sorrise ma aveva qualcosa di strano. I suoi occhi erano di nuovo cupi.
Mi chiesi cosa avessi fatto di sbagliato per farlo tornare il Dustin di sempre ,arrogante e freddo.
"Ti porto al college ,devo andare anch'io. Salgo su in casa a prendere dei vestiti e torno ."- e salì su per le scale.
Mi passarono per la testa mille pensieri,mille motivazioni per la quale non avrebbe funzionato e il suo atteggiamento me ne stava dando conferma.
Fino a qualche ora prima era stato un altra persona con me,ma quel lato scontroso era riemerso, forse si impossessava di lui ,tornava stronzo come prima .
E Sharon?? Anche pensare a lei annebbiava la mia vista.
Come avrebbe reagito nel sapere della nostra frequentazione ? Almeno credevo ,essendoci baciati la sera prima.
Il cervello mi andava in fumo e non riuscivo ad essere lucida come sempre.
Avevo addosso il suo profumo e il mio cuore batteva all'impazzata a pensare alle sue braccia sui miei fianchi, alla sua pelle ,al suo calore e le sue labbra sulle mie.
Un'attrazione proibita che era più forte di qualsiasi negazione potessi impormi.
Dopo pochi minuti scese e il silenzio imbarazzante ci fece da compagno nel tragitto casa-college .
Scesa dalla moto gli passai il casco.
Lui abbassò lo sguardo e notando la sua impermeabile freddezza lo liquidai con un <<Ciao Dustin>>.
E fece altrettanto.
<<Ciao Julia>>.

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