Capitolo 30

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Pov's Evie
Potrei avere un collasso da un momento all'altro, e non scherzo.
Sono davanti alla porta di casa Ross e il cuore sta per schizzarmi fuori dal petto.
Prendo coraggio e suono il campanello.

"Evie! Prego accomodati!" Carlos mi accoglie in casa e arrivata in salotto vedo i suoi genitori che mi squadrano dalla testa ai piedi.
"Però, bei capelli!" Esclama una ragazzina dai lunghi capelli castani e la faccia ricoperta di lentiggini entrando nella stanza.
"Evie, lei è Maya e loro sono i miei genitori, Libby e Victor." Carlos ci presenta.
"Piacere di conoscerti!" Esclama Victor.
"Evie...be' è un nome particolare." Nota Libby.
"Oh, in realtà è Evelyn ma i miei amici mi chiamano Evie." Dico nervosa.
Cala un silenzio imbarazzante.
"Allora...cominciamo la cena?" Chiede Carlos salvandomi dalla tensione generale.

Siamo seduti a tavola e stiamo mangiando l'antipasto, nel frattempo discutiamo del più e del meno ma sono ancora molto nervosa; da sotto il tavolo Carlos mi stringe la mano in segno di conforto.
"Evelyn, sai, non ti ho mai vista in città...fai parte di uno scambio culturale o roba simile?" Chiede Maya curiosa.
"In realtà sono nata a St. James ma per parecchio tempo ho vissuto in un'altra città. Da un paio d'anni però sono tornata qui ma...ecco...non esco molto." Dico agitata.
"Carlos ci ha detto che sei molto brava in chimica e fisica. I tuoi genitori ne saranno fieri." Dice Victor.
"Sono sicura che lo sarebbero se li avessi..." Rispondo senza pensare a cosa dico.
"Non hai i genitori, cara?" Chiede Libby sorpresa.
"Mia madre mi ha avuta da giovane e mio padre...non ho idea di chi sia. Ho vissuto con una zia di mia madre per un po' ma adesso vivo con i Dixon, mi hanno presa in custodia."
"Ah, giusto! Margaret e William, sono davvero delle persone eccezionali. Aiuterebbero chiunque se potessero, sono così altruisti!" Esclama affascinata la madre di Carlos.
"E voi signori Ross? Che professione svolgete?" Dico educatamente per deviare il discorso.
"Io sono un contabile mentre Libby è un'assistente sociale."
"Assistente sociale...strano non l'ho mai vista..." sussurro ma sfortunatamente Libby mi sente.
"Evelyn, tu provieni dal centro per ragazzi difficili di St. James?"
"Mamma non credo siano domande molto pertinenti..." Dice Carlos imbarazzato.
"Non preoccuparti Carlos,va bene. Comunque no...io vengo dall'associazione McCourtney ma Mal viene dal centro. Forse la conosce, sa non è difficile da individuare..."
"Sì...sì la conosco. E, adesso che ti vedo meglio, mi rendo conto di conoscere anche tua madre. Siete praticamente identiche." L'acqua che stavo bevendo mi va di traverso e quasi soffoco.
"M-mia madre? Cioè la mia vera madre?" Chiedo sbalordita marcando la parola vera.
"Arianna Emma Grhimilde, una ragazza meravigliosa. All'epoca eravamo vicine di casa ed anche ottime amiche. Conoscevo pure la sorella, Kate, ovvero la madre di Mal."
"Kate? Credevo si chiamasse Malefica ma adesso che ci penso...nessuno si chiama così." Rifletto.
"Già, Malefica era il suo soprannome lo ha acquisito dopo aver conosciuto quel ragazzo, si chiamava Ade se non sbaglio, ma prima era davvero una bravissima ragazza. Era molto studiosa e aveva ottimi voti, era molto legata alla sorella e anche ai genitori; purtroppo i genitori sono morti in un incidente e questo le ha scosse non poco. Si sono ritrovate da sole, senza nessun aiuto, Kate si prendeva cura di Arianna ed erano... felici, o così sembrava. Il cambiamento è stato repentino, da un giorno a un altro sono cambiate totalmente; la prima a comportarsi in modo strano è stata Kate: aveva cattive compagnie e quel ragazzo non aveva una bella influenza su di lei. Arianna non si faceva trascinare facilmente ma anche lei, alla fine, è cambiata. Non era più la ragazza dolce e simpatica ma era diventata fredda e distaccata, poi...Kate ha scoperto di aspettare un figlio da Ade e questo non era per niente una cosa buona perché lui faceva già entra ed esci dal carcere e poi erano giovanissimi; Kate non ha mai pensato di interrompere la gravidanza o di sbarazzarsi del figlio una volta nato ma Ade non voleva saperne, possiamo dire che 'fortunatamente' per lui era stato arrestato e quindi ha avuto un po' di tempo per rifletterci su. Arianna, d'altro canto, seppur fredda e spenta continuava a studiare ed impegnarsi; purtroppo si è innamorata di un certo Kennedy, un amico di Ade, ed è rimasta incinta. Mi spiace dirlo ma per lei fu una pessima notizia, non uscì di casa per settimane e sembrava che tutto stesse andando a rotoli. Non volle però mai abbandonarti o disfarsi di te, anzi, tu le hai dato la forza per continuare a vivere; quando era al settimo mese di gravidanza contrasse una bruttissima malattia di cui non rammento il nome, le scelte erano due: iniziare delle terapie per sconfiggere il male ma perdere te, che ormai eri quasi completamente formata, oppure dare te alla luce e...morire. Lei, nonostante i suoi giovani quindici anni, scelse te e fino all'ultimo istante ritenne di aver fatto la scelta migliore della sua vita." Ascolto Libby come rapita, con gli occhi pungenti e qualche lacrima che scende sul mio viso.
"Scusate...non ho mai avuto una vita facile e sapere questo, sapere di essere la causa della morte di mia madre è a dir poco straziante." Dico fra i singhiozzi.
Mentre Carlos, Victor e Maya mi guardano con aria comprensiva Libby fa qualcosa di inaspettato; si alza dal suo posto e viene ad abbracciarmi.
"È anche grazie a tua madre che ho scelto di fare questo lavoro." Mi sussurra.

A cena conclusa, anche se a fatica date le ultime notizie, ci sediamo tutti sul divano e continuiamo a parlare.
Ho scoperto che Libby era molto più grande di mia madre e al tempo era già sposata, effettivamente Carlos ed io abbiamo solo un mese di differenza. Mia madre le confidava tutti i suoi sentimenti più profondi perché vedeva in lei come una sorta di mamma.

È tardi e devo tornare a casa ma appena apro la porta Libby mi dice:
"Non sono le nostre origini a definire chi siamo, ma chi siamo lo dimostriamo ogni giorno con le nostre azioni. Lo ripeto sempre ai miei figli e stasera lo dico a te, cara Evelyn. Sono contenta che sia tu la persona che sta affianco a mio figlio ogni giorno."
A queste parole sorrido.
Sono vere, non sono le nostre origini a definire chi siamo, ma chi siamo lo dimostriamo ogni giorno con le nostre azioni.
Esco da casa con Carlos al mio fianco che mi riaccompagna.
"Alla fine, non è andata male. No?" Dice sorridendomi ed io gli do un dolce bacio sulle labbra.

Spazio autrice
Hey!
Utilizzo questo spazio per dirvi che in alcuni capitoli ho inserito dei gif e ho modificato la copertina di questa storia.
Inoltre, il 19 giugno, è uscito un nuovo film su Netflix che consiglio molto e che io ho trovato stupendo, ovvero Feel the Beat, la cui protagonista è Sofia Carson.
Se lo vedete, fatemi sapere che ne pensate.
Ciao!🥰

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