Prologo.

421 16 2
                                    

La prima volta che lo vidi era l'estate dei miei diciassette anni.

Ai tempi parole come amore e futuro non avevano significato per me. Ero giovane, un adolescente in procinto di affacciarsi alla vita vera, con le prime esperienze e i primi fallimenti. Volevo solo divertirmi, vivere il presente e creare dei ricordi con i miei amici da poter raccontare sorridendo una volta cresciuto.

Cosa invece non mi aspettai fu di innamorarmi. Lo seppi appena lo vidi. Sapevo che mi avrebbe spezzato il cuore. E io glielo lasciai fare.

La luna brillava luminosa nel cielo e il caldo torrido imperlava la mia pelle di minuscole goccioline di sudore. I fuochi d'artificio esplodevano rumorosi nel cielo creando giochi di colori, ma non fu nulla rispetto all'assordante boato del mio cuore appena posai gli occhi su di lui.

Mi attrasse come una calamita, ma forse in fondo questo eravamo: due poli opposti pronti a collidere appena ci trovavamo in prossimità l'uno dell'altro. Mi piacque immediatamente. Notai subito come i capelli scuri gli si allungavano sulla fronte coprendogli in parte gli occhi, due pozze nere incastonate in uno sguardo da cerbiatto. Il modo in cui di tanto in tanto si aggiustava il cappellino nero, cercando di passare inosservato tra la gente. La sua bocca si corrucciava creando un broncio adorabile, guardandosi attorno spaesato. Indossava una maglietta più grossa di due taglie per nascondere il suo esile corpo e le sue insicurezze. Quello che non sapeva è che non ne aveva bisogno. Mi bastò guardarlo per capire che dietro quelle fattezze da ragazzo, sarebbe presto diventato un uomo meraviglioso.

Riconobbe qualcuno tra i miei amici e si illuminò, correndoci incontro. Scoprii solo più tardi quella sera che frequentava lo stesso corso di taekwondo di mio cugino che a sua volta lo aveva invitato a unirsi a noi. Non mi vide subito e ne fui grato. Si inchinò formalmente con le braccia rigide sui fianchi e gli occhi chiusi, ma le urla della gente in visibilio per lo spettacolo pirotecnico sovrastarono la sua voce quando disse il suo nome. Mi spostai dall'ombra di Taehyung, il mio migliore amico, e incrociai lo sguardo dell'ultimo arrivato. Quando posò gli occhi su di me, il tempo si fermò. Mi sorrise mostrando i sui sporgenti incisivi da coniglietto e mi porse la mano.

«Sono Jeon Jungkook, piacere.»

Jungkook.

L'estate dei miei diciassette anni mi innamorai. Regalai a Jungkook alcune delle sue prime volte, ma lui ne regalò una decisiva a me: la prima volta che mi spezzarono il cuore.

Never NotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora