4. Macchina di Assuntina Montessoro

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"Da quanto tempo suona insieme a Simone?" Dopo alcuni minuti di silenzio, Lisa riprese a parlare.
"Circa un anno." Assuntina Montessoro guardò la giovane nello specchietto retrovisore, cogliendone l'imbarazzo per la situazione apparentemente assurda.
"E come mai proprio questi strumenti particolari?"
"Io suono la chitarra da quando avevo circa la tua età." Stralci di ricordi le invasero per un attimo la mente. Che bello essere giovani. "Simone, invece, ha iniziato a cinque anni con il violino: sua madre è una professoressa di musica al conservatorio qui a Verona, così come, prima di lei, lo sono stati i suoi genitori, e, a quanto ne so, tutti i suoi antenati. Quindi ha, praticamente, sempre vissuto nella musica classica. Circa un anno fa, appunto, l'ho erroneamente sentito suonare. Inutile dirlo, mi ha emozionata, come fa con tutti. Abbiamo iniziato a parlare, ho pensato che sarebbe stato bello unire il mio strumento con il suo. In quel momento è iniziata la nostra avventura musicale."
"Capisco." Lisa guardò fuori dal finestrino. "Siete molto bravi."
"Grazie." Assuntina cambiò marcia. "Perché non resti ad ascoltarci, qualche volta? Abbiamo bisogno di un orecchio esterno che ci giudichi." Per quanto ciò potesse essere vero, Lisa centrò il reale motivo del nuovo invito.
"Ehm, in realtà non credo che Simone vorrebbe che io rimanessi."
"Dici? Invece secondo me ne sarebbe molto felice." Calò il silenzio per un attimo, poi la professoressa spostò ancora lo sguardo nello specchietto retrovisore, incontrando quello di Lisa. "E anche tu ne saresti felice, no?"
La ragazza arrossì ancora. "Felice come qualcuno che sta precipitando nel vuoto. Non ha visto come mi odia?"
Beata ingenuità, si disse. "Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior."
"Ma la situazione di Catullo e Lesbia era un po' differente."
"Ti piace rovinare i momenti, Bagli?"
"Scusi, professoressa." Arrossì ancora.
"Almeno hai studiato." La Montessoro sorrise. A volte, sfruttare la propria autorità era uno spasso."Comunque, siamo arrivate."
Lisa guardò ancora una volta fuori dal finestrino. "Ah."
"Cosa c'è, Bagli, ti dispiace che la conversazione sul tuo amore nascosto sia giunta al termine?" Fece uno sforzo per non scoppiare a ridere.
Lisa questa volta, uscendo dall'auto, avvampò inciampando sul marciapiede.
"Non ne sono innamorata, professoressa." Disse risoluta.
"E perché sei tutta rossa?" Ribatté con finta ingenuità la Montessoro.
Lisa digrignò i denti. "Buonanotte."
"Buonanotte anche a te." La professoressa sorrise, sinceramente divertita. "Ah, e, Lisa," La donna si fece seria. "osserva bene dove metti i piedi." E ripartì, lasciando la giovane sola e infastidita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 22, 2020 ⏰

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