25 novembre.

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«Ready or not, here I come,

Where you at, the night is young,
In the crowd the music’s loud but I will find you.»

Bridgit Mendler – Ready Or Not.

 
25 novembre.
 
«Andiamo, non può essere così terribile.» Bethany stava sorseggiando il suo cappuccino marchiato Starbucks.
«Invece sì. Beth, non capisci? Quel coso mi rovinerà la vita, ogni giorno dovrò sopportare i suoi lamenti, l’odore di fumo e poi le galline della scuola inizieranno a fare avanti e indietro da casa mia, non voglio vivere in un pollaio.» rispose Amber con voce lagnosa, mentre distruggeva il suo bicchiere ormai vuoto con i denti.
«Guarda il lato positivo, avrai il doppio dei soldi e un bel fanciullo che gira in mutande in casa.» scherzò la mora.
«Spiritosa, ah ah. E’ fortunato ad avere i soldi, altrimenti lo avrei già spedito fuori di casa a calci nel sedere.»
Sicuramente Amber lo avrebbe fatto, Bethany lo sapeva bene, la conosceva abbastanza per dirlo.
 
Quella mattina, Amber non si era svegliata affatto dalla parte giusta del letto.
Zayn aveva cominciato a russare come un rinoceronte, se non peggio. La povera ragazza non sopportava tutto quel rumore, perciò si era dovuta alzare alle sei e un quarto.


Gliel’avrebbe fatta pagare, oh si. 


Uscì di casa alle sette e mezza, per ritrovarsi con Bethany da Starbucks, il loro locale preferito, dove le attendevano cappuccino e cornetto, la classica colazione per calmare i nervi.
«Andiamo Am, siamo in tempo per sentire matematica.» Beth prese per un braccio l’amica e la trascinò fuori dal bar.
 
 


 
«Cominciate a prendere appunti, ragazzi.» la Steward era partita a spiegare qualcosa, ma la rossa era troppo presa a scrivere sul suo quaderno una specie di lista.
 
 
Come farla pagare a Zayn Malik:
-Usare le sue magliette.
-Mettere le sue mutande di Calvin Klein a lavare con i capi rosa.
-Buttare i suoi videogiochi nel cassonetto dell’umido.
-Rompere il suo fottuto specchio rotondo.
 
«NO AMBER, PORTA SFORTUNA.» quell’urlo le scappò come niente.
«Signorina Green, fuori dalla classe fino alla fine della lezione, veloce.» gridò la professoressa arrabbiata.
La rossa uscì imbarazzata, aveva appena urlato in classe per colpa del suo stupido coinquilino, intanto però continuava a pensare un modo per non fargliela passare liscia.  Intanto il corridoio era vuoto, completamente. Qualche volta passava una bidella, che fissava Amber come se avesse commesso un reato: bassa, magrolina, capelli bianchi raccolti in uno chignon un po’ disfatto, pelle ambrata e taglio degli occhi scuri un po’ familiare.
Ad un tratto l’anziana bidella si avvicinò ad Amber e, con voce roca, iniziò la conversazione.
 «Che ci fai qui?»
«Sono stata mandata fuori dalla Steward, perché stavo pensando a Malik, il coinquilino che tutti vorrebbero avere.» disse senza accorgersene, con voce sarcastica.
«Malik? Ho sentito bene?» si stupì la signora.
«Sì, signora. Perché dovrebbe aver sentito male? Lo conosce?» le chiese Amber inclinando la testa.
«Se lo conosco? Quante ce ne ha fatte passare qui a scuola e non solo.» la bidella aveva davvero preoccupato e attirato la attenzione di Amber. Era davvero curiosa di sapere cosa aveva combinato Zayn, così avrebbe potuto sputtanarlo per bene. Insomma, mancava ancora mezz’ora alla fine dell’ora, e lei non poteva rientrare in classe, nessuno l’avrebbe saputo o ne avrebbe fatto un problema.
«Potrebbe raccontarmi qualcosa, no?» disse Amber, con voce sottile.
Le due andarono dirette verso la mensa, la bidella aveva il permesso di stare dove le pareva, e questo Amber lo credeva molto figo.
«Allora, devi sapere che il signorino Zayn Malik non è l’esempio di persona civile, obbediente e coerente che tutti vorremmo avere come figlio o fidanzato. Il ragazzo abitava a Bradford e, appena lasciò le medie trovò una strana compagnia, di quelle poco affidabili. Spaccio di droghe, alcol, furti, si approfittavano di povere ragazze per i loro piaceri.» A quelle parole, Amber rimase di stucco. «Fortunatamente Zayn, a quel tempo quindicenne, non faceva niente di tutto questo, esclusa qualche birra con gli amici, che alla sua età era abbastanza normale. Ma col tempo, anche lui iniziò a rubare, a bere più pesantemente, a restare in compagnia di alcune ragazze pagate esclusivamente dalla compagnia come ringraziamento, a patto che lui facesse tutto quello che loro gli avrebbero ordinato. Così incominciò una vita nuova, diciamo non il massimo. Si poteva definire un delinquente a tutti gli effetti. E questo sino a un paio di anni fa, appena iniziò qui il liceo. Quei tizi avevano ordinato a lui di... come posso farti capire... di trattare male alcune ragazze ubriache trovate per strada.» la bidella si interruppe e gesticolò un po’ per far capire meglio ad Amber cosa stesse dicendo.
 
Amber si mise le mani tra i capelli, disperata. Che razza di persona si era presa come coinquilino?
 
«Ma Zayn non avrebbe mai avuto il coraggio di arrivare a tanto, così disse palesemente di volersene andare da quello schifo di vita. Purtroppo andarsene non era così facile come entrare, infatti tutti i suoi ex amici avevano giurato che se lo avessero trovato, anche solo incontrato per strada, le avrebbe pagate tutte. Il motivo per cui se la sono presa così tanto è che, secondo loro, Zayn li ha abbandonati senza averli completamente ripagati per tutto quello che avevano fatto per lui. Così, il ragazzo scappò e si trasferì qui a Londra, ricominciando tutto da capo.» finì la bidella.


Amber era spaventata, molto spaventata.
 
«Mi scusi, lei come fa a sapere tutte queste cose su di lui?» chiese la ragazza incredula e sconvolta.
«Non importa come le so, dolcezza. Ti dico solo di stare attenta a Zayn e a chi gli gira intorno, potrebbe essere pericoloso, per lui e per te.» A quelle parole, la rossa rabbrividì.
«Dio, vede signora, lui è il mio coinquilino, e ora come ora mi paga il triplo dell’affitto e, nonostante le sue lamentele, non posso mandarlo via. Mi dica, cosa dovrei fare, secondo lei?» la paura incominciò a salirle sullo stomaco, assieme ad un’altra sensazione poco gradevole, il ribrezzo.
 Già, le facevano ribrezzo questa storia, quelle persone e soprattutto, lui.
«Secondo me cara non è il caso di lasciarlo per strada, solo sta’ attenta a chi ti potresti trovare affianco e soprattutto, controlla il tuo amico, controllalo bene, mi hai capito?» riprese la bidella.
 
La campanella suonò, l’ora della Steward era terminata. Amber si era addormentata sul tavolo della mensa, dove la bidella l’aveva lasciata. Appena sveglia, pensò fosse tutto un sogno, Zayn, la compagnia, le ragazze, ma quando alzò gli occhi, sul tavolo trovo un post-it giallo, dove sopra era scritto:

‘Non parlare a nessuno di questa storia, è un nostro segreto, dolcezza.’ 

Bene, non era un sogno.

My space:

ehi

sono ritornata, spero che questo capitolo vi piaccia. 

Alla prossima.

ps. sono molto originale vvb.

 

twentyfive ➳ z.m.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora