29. Damn.

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« Ashton... non pensavo ci fossero cose importanti di cui parlare... a proposito della tua vita. »

Sono confusa. Davvero confusa.

« L'altro giorno Hanna mi ha fatto tornare alla mente brutti ricordi... del periodo prima che ci conoscessimo. »

I capelli mi si rizzano in testa e una sensazione di leggero torpore mi prende lo stomaco.

« Ashton... »

« Inizieró con la parte peggiore. »

Mi preparo psicologicamente, guardandomi le mani, che hanno assunto improvvisamente un certo dato di interesse, non essendo capace di fissarlo negli occhi. Nonostante sia sicura che lui si stia comportando esattamente come me.

« Prima che ci conoscessimo non... »

È qui che suona un'allarme.

« Cazzo! »

Ashton grida.

Mi prende per mano, tenendo il proprio telefono con l'altra.

Deve stare chiamando qualche altro membro della band.

« Michael, ci ritroviamo nella hall? »

Lo sento dire, mentre ci richiudiamo la porta alle spalle.

« Okay, allora... ah eccoti. »

Chiude la chiamata, mentre gli altri tre, in compagnia di Letizia, vengono verso di noi.

« Qualcuno si sarà messo a fumare in camera. »

Sbuffa, Ashton.

« No Ash. »

Luke, mano nella mano con Leti lo interrompe.

« Sta arrivando la polizia. Non arriva mai la polizia per gli incendi ma i vigili del fuoco. »

Constata.

« Qui gatta ci cova. »

Calum assume un'espressione pensierosa, mentre incominciamo a scendere le scale.

Qui nel cuore dell'albergo è tutto un inferno.

Fogli volano in giro, persone che corrono, parlano, si chiamano a vicenda in preda al panico, impiegati con gli occhi fuori dalle orbite.

E quando la polizia entra, tutto si ferma.

Silenzio.

« Cos'è successo? »

Domanda un poliziotto dall'aria abbastanza spaventosa.

Tutti stanno in silenzio finchè un ragazzino, seguito da due agenti della sicurezza, viene portato davanti a loro.

« Che è successo? »

Domanda per la seconda volta una donna in tenuta.

« Sono... andato a sbattere contro la cassaforte principale dell'albergo. »

Mi scappa da ridere, ma mi limito a mordermi una guancia.

« È vero. »

Un signore arrivato sul momento lo indica con fare accusatorio.

« Stava andando in skateboard per il corridoio principale. »

Alza gli occhi al cielo.

Il silenzio di poco prima si spezza.

Si alza un borbottio generale, staranno tutti mandando degli accidenti a quel ragazzo.

Poco prima era scesa anche una famiglia. La metà in asciugamano. Magari stavano facendo la doccia, poveri.

Michael si lascia scappare una leggera risata. Ashton lo guarda malissimo. E posso immaginare il perchè.

« Ash... »

Lo richiamo.

« Dobbiamo ancora finire di parlare. »

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CAPITOLO SERALE, YEEEE.

Una cosa simile a quella del capitolo mi è successa a Bath quest'estate. Sto ridendo.

Nella hall c'erano persone con coperte, cuscini, in pigiama, in mutande, il casino generale.

Alla fine era stata una donna che aveva spruzzato il deodorante per ambienti nel sensore del fumo.

La donna era italiana.

È BELLO PERCHÈ NEL MIO PIANO C'ERA UNA VECCHIETTA TUTTA STORTA CHE È USCITA DALLA STANZA E SI È MESSA A PARLOTTARE TRA SÈ:
"Italians... why do they have to come to Britain? They have got their own..." (ed altre cose che non sono stata lì ad imparare a memoria)

POI NOTANDO CHE ERAVAMO ITALIANI GUARDA ME ED I MIEI AMICI E FA SCROLLANDO LE SPALLE:
"Sorry. But that's true."

(Lì sono esplosa. Figura di merda.)

IO ED UN MIO AMICO CI SIAMO GUARDATI.

POI DI PUNTO IN BIANCO HA APERTO LA PORTA DELLA SCALA ANTI-INCENDIO E SI È MESSA A SCENDERE IN PIGIAMA.

VOI SAPETE CHE FREDDO FA IN CORNOVAGLIA DI SERA? CIOÈ TROPPA STIMA PER QUELLA SIGNORA.

Ad ogni modo, non ve ne sarà fregato nulla. Rido.

Come vi è sembrato il capitolo?

Vi tengo sulle spine, eheh.

Ad ogni modo, ci vediamo, wohooo.

- Sah (:

The only reason | Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora