♣28° Capitolo:♣

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Harry's Pov

Esco dalla stanza e cerco di seguire la ragazza che ho appena fatto incazzare. Quella che ho nominato è una parte dure della sua vita e non avrei mai dovuto toccare quel tasto, è quasi 7 mesi che non tocca una sigaretta o prende un pò di droga e questo è davvero tanto per lei.

Vago per i corridoi dell'ospedale e cerco di scovatrla immezzo alle mille infermiere ma sembra impossibile. "Mi scusi ha visto una ragazza giovane incinta girere per qui" chiedo un po' impacciato portandomi una mano dietro la nuca, "No, mi dispiace" risonde, mi allontano e continuo a cercare, madove si potrebbe essere cacciata? Pensa Harry, pensa..... Ma certo, Il bagno. Oggi ha avuto continuamente attacchi di nausea e visto che si è incazzata con me potrebbe essere andata in bagno a vomitare invece che in camera accanto a me e con il mio aiuto. Jane lo farebbe. Corre nella direzione del bagno e mentre cerco di raggiungerlo il più veloce possibile mi scontro co una seggiola a rotelle facendo cadere la persona sedutavi sopra. "Mi scusi io non volevo" cerco di scusarmi aiutando la persona ad alzarsi, "Non fa niente, non si preoccupi." mi risponde una voce feminile molto graziosa, "No davvero mi dispiace fottuamente tanto" continuo, sento una leggera risatina dalla sua parte e non posso che trattnermi dal chiederlo, "Cosa c'è di divertente?" la ragazza mi guarda e continua a ridacchiare, "tu." risponde semplicemente. La guardo un pò perplessa e lei continua "E la tua ragazza" dice indicando alle mie spalle. Mi giro per trovare Jane con il broncio a braccia incrociate che martella il piede sul pavimente in segno di rimprovero. Io guardo la ragazza e poi corro da Jane. prima che la raggiungo inizia a camminare per il corridoio e a malapena sto al passo. "E ora anche in ospedale ti trovi le tue "distrazioni". Per fortuna avevi smesso." mi dice lei facendo l'offesa e continuando a camminare senza degnarmi di uno sguardo, "non è come pensi, ti stavo venendo a cercare e sono inciampato sopra la sua sedia a rotelle mentre correvo" cerco di giustificarmi, "Sisi" mi liquida lei prima di entrare nella sua stanza. "Jane" la fermo prendendola per un braccio una volta dentro, "Harold" mi dice lei guardandomi sempre con aria di rimprovero, "Vieni qui" dico e apro le braccia facendole segno di entrarci e essere strinta da me. Lei fa quanto chiesto e io la strinco con più sicurezza possibile. La sua pelle a contatto con la mia è la cosa più bella, nasconde la tenta nel mio petto e io ci appoggio il mento sopra dondolandola. "Voglio andarmene." dice lei

"Non possiamo, dobbiamo aspettare i risultati degli esami e sai che dovremmo restare come minimo un'altro giorno di controllo." cerco di persuaderla dalla sua scelta "Non me ne fotte un cazzo io me ne voglio andare da qui." ribatte e si stacca da me andando a prendere le sue cose ed inizianosi a vestire dietro una tenda. "Dai Jane, cazzo non fare la bambina?" "Io la bambina?!" sento urlare, "non ti rendi conto di come è essere in cinta di 7 mesi e stare tutto il santo giorno a letto con la nausea e una flebo nel braccio!" continua. "Se non vuoi venire con me vado da sola ma se vieni vai a firmare i moduli dove dici che la responsabilità di quello che mi accadra fuori è tua." Ho sentito bene? "Cosa dovrei fare?!" alzo la voce in risposta "Dovresti-" "Ho capito." la interrompo "E bhe... sei ancora qui?" dice lei usciendo da dietro la tenda e prendendo la sua borsa. Io resto impalato a guardarla cercando unpossibile sguardo da parte sua che mi faccia capire che non ne ha serie intenzioni. "Su su Harry" dice girandomi e spingendomi verso la porta, "E' l'ultima volta che faccio una cosa del genere okay?" cedo, "Sisi" dice dandomi un bacio sulla guancia, "io vado in macchina ti aspetto lì" conclude e va verso l'uscita dell'edificio. Io invece vado verso il bancone dove ci sono le infermiere e chiedo il foglio da firmare. "Ci rincontriamo" dice una voce familiare alle mie spalle dopo che l'infermiera è andata dentro una stanza. "A quanto pare" dico girandomi e aiutando la ragazza di prima con la seggiuola a rotelle ad avvicinarsi al bancone. "La tua ragazza?" chiede guardandosi intorno, "Non è la mia ragazza" puntualizzo un po triste, "Ah scusa" dice lei aspettando un'infermiera che possa aiutarla con delle carte cedo. "Comunque è in macchina che mi aspetta" dico non sapendo come altro comportarmi. "Ecco a lei signore, firmi qui, qui e qui e la ragazza può andare" dice l'infermiera a cui mi ero rivolto 5 minuti fa. Firmo e poi guardo la ragazza accanto a me, "Posso chiederti un favore?" mi dice lei prevenendo il mio saluto, "S-si" dico un pò titubante sapendo di essermi fatto aspettare a lungo da Jane, ma daltronde non potevo dire di no. "Te devi uscire giusto?" annuisco. "Bene, Potresti accompagnarmi fuori? aspettavo un'infermiera che lo facesse ma... sempre se non è un peso" dice lei alzando le mani in segno di resa, "Nono certo" dico io e afferro i manici della sedia. "Grazie" dice la ragazza con un sorriso. Durante il brevissimo tragitto fino all'uscita riesco a sapere che si chiama Emily, ha 18 anni e ha avuto un'incidente stradale quando era piccola che le ha costretto la sedia a rotelle per tutta la vita. Quando raggiungiamo il giardino esterno le chiedo dove la posso fermare e lei mi indica il luogo dove sarebbero passata a prenderla, mi guardo in giro e noto la mia macchina davanti a noi con dentro una Jane abbastanza infuriata. Resto ad aspettare con lei per un quarto d'ora ma non abbiamo segno di nessuana persona da parte sua. "Vuoi che ti accompagnamo noi?" mi propongo anche essendo a conoscenza della disaprovazione da parte di Jane. "Non vorrei creare problemi" dice la ragazza andando leggermente più avanti sul marciapiede, "Non ne crei alcuno, Jane è fottutamente stanca ma non posso lasciarti da sola." dico con un tono che non era quello che desideravo, "Senti, se sei qui perchè ti faccio pena puoi anche andartene" dice offesa, fa qualche metro più avanti sulla strada ma faccio in tempo a fermarla prima di un'altro incidente. "Ti accompagno io. Non mi fai pena comunque." dico sorridendo ricevendo un enorme grazie da parte della ragazza. Quando arriviamo alla macchina Jane mi guarda con due occhi enormi chiedendomi spiegazioni in silenzio, io le mimo che aveva bisogno di aiuto e dopo aver aiutato Emily a salire in macchina vado a sedermi davanti al volante. Vedo Jane mettere il broncio come al solito e portare le braccia incrociate sul petto. Ignoro ogni suo gesto di ribellione e chiedo ad Emi il luogo in cui la devo accompagnare. "Derry 9 Street" dice lei, "Che Derry 9 Street sia" rispondo con un sorriso.

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