Capitolo 2: Il taglio (parte due)

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La stanza sembrava piena. Non lo era proprio, ma Harry riusciva a malapena a sentire il pavimento sotto i suoi piedi. Pensava che la folla lo stesse portando avanti, urtandolo e spingendolo mentre ballavano a ritmo della musica che Harry non riusciva a sentire. Harry si premette il bicchiere sul petto mentre attraversava le spalle delle persone, arrivando al bar più spaventato che ubriaco.

"Posso aiutarla?" La donna dietro il bancone si sporse in avanti, appoggiando entrambe le mani su di esso. "Ne hai bisogno di un altro, tesoro?"

"Io... io..." Harry abbassò lo sguardo sul vetro e sulle macchie durature di schiuma bianca. L'odore amaro della birra gli si diffondeva ancora, facendogli venire il mal di stomaco. "Posso davvero solo prendere un po' d'acqua?"

"Acqua?" Lei ripeté, guardandolo su e giù. Lei sorrise e alzò una mano per il bicchiere. "Assolutamente, tesoro. Non voglio che tu abbia i postumi della sbornia per la tua festa."

"C-cosa? Come-- sai-"

"Sembri spaventato a morte e la birra è la cosa più forte che hai avuto finora. Qualcuno compie vent'anni." Abbassò il bicchiere sotto il bancone mentre parlava, abbassando gli occhi ma in qualche modo faceva comunque sentire Harry pesantemente osservato e monitorato. "Ho visto la tua foto sui giornali, Eddie."

"Nei giornali?" Harry scoprì che la migliore tattica di conversazione con estranei era ripetere tutto ciò che dicevano. La persona pensava già che i propri pensieri fossero abbastanza importanti da dirli e ascoltarli una volta, quindi ascoltarli una seconda volta era solo un'ulteriore adulazione.

"Tutto Aspull è stato in attesa di vedere il tuo Reveal. Non abbiamo mai pensato di vedere un erede maschio di Clarke. " Lei disse. "Grazie a Dio sei arrivato."

"Sono adottato." Disse improvvisamente Harry. Quella poca identità che aveva era importante per lui. "Non sono il loro figlio."

La donna sollevò il bicchiere di pinta, pulito e riempito d'acqua. "Certo che non lo sei. Nessun bambino Clarke avrebbe occhi come i tuoi. Piccoli smeraldi: un piccolo tesoro per tutti noi."

"Grazie."

Harry prese il bicchiere e se lo tirò di nuovo sul petto. Se lo stava per schizzare addosso, ma indietreggiò rapidamente per tornare al suo tavolo. Niall si era rivolto a Liam, mettendogli una mano sulla spalla mentre parlava. Zayn stava guardando in mezzo a loro con un sorriso compiaciuto. Tomlinson non c'era più, la sua voce si udì più in basso nel bar. Harry fu sollevato, sospirò mentre rimetteva il bicchiere sul tavolo e vi appoggiava un gomito.

"Stai già cercando acqua?" Disse Zayn attraverso la conversazione di Niall e Liam.

"Non voglio bere nient'altro." Disse Harry con fermezza. "Catherine lo saprà."

"Non lo farà, ma se davvero non ne vuoi uno, va bene." Zayn annuì. "Vuoi andare a casa invece?"

"No. No, sto bene." Disse Harry sollevando la pinta. "Penso di poter resistere un po' di più."

Si appoggiò al tavolo alto e sorseggiò lentamente l'acqua. Fu improvvisamente assettato.

Niall parlò facilmente a Liam, già a suo agio con lo sconosciuto. Era animato, il suo braccio si muoveva e trasmetteva più delle sue parole. Zayn guardò Niall con una risata, appoggiandosi a Liam. Senza distogliere lo sguardo da Niall, Liam avvolse il braccio attorno alla vita di Zayn e rispose al suo affetto tranquillo.

Sembrava voyeuristico(*) guardarli, vedere due persone innamorate. Harry ci aveva pensato solo in vaghe circostanze e da solo. Non l'aveva mai visto a casa. L'amore era un concetto a cui voleva assolutamente credere, ma che non aveva mai visto un giorno in vita sua.

His And Mine |LS| (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora