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Potei chiaramente sentire Jungkook sussurrare un "sul serio?" come se quella fosse una scena vista più e più volte, passandosi una mano nel volto scocciato e soffermandosi sulle tempie.

«Smettila di fare i capricci, ti stanno guardando tutti» il suo tono era fermo, rigido perché - probabilmente, pensai - si stava trattenendo dal non alzare la voce sul serio.

Nonostante la scena alquanto imbarazzante io non riuscii a trattenere uno sbuffo divertito, incredulo che Jaesun avesse una preferenza per me nonostante ci conoscessimo da solo tre giorni.

Dalla faccia di Jungkook scommetto che questo bambino è una peste tanto quando lo è lui.

Abbassai lo sguardo verso il piccolo, notandolo premere la fronte contro la mia coscia: «I-io... I-io voglio s-solo... Solo J-jimin-hyung!».

Sospirai.

Vedendo il più grande in un primo momento avevo sperato che se lo portasse a casa, cosicché potessi proseguire con la serata che avevo programmato e godermi il mio meritato giorno di riposo; ma era anche vero che avevo già avvisato gli altri che non sarei più andato.

Se fossi rimasto con Jaesun, invece, non avrei avuto quel tipo svago di cui avevo bisogno e il gelato era solo una voglia che volevo togliermi di dosso; tuttavia, se fossi rimasto con lui, avrei potuto avere la possibilità di passare un po' di tempo con quel dannato liceale.

Certo, tutti i bambini a cui facevo da babysitter li vedevo come dei fratelli più piccoli, ma con un fratello maggiore del genere il mio interesse era completamente rivolto ad egli.

Però Jungkook poteva anche andarsene lasciando a me quella peste, e sinceramente non me ne sarei stupito più di tanto se fosse accaduto davvero.

Dovrei chiedere a Taehyung, lui sa sempre consigliarmi la scelta migliore! Ma non posso di certo chiamarlo adesso, anche perché è al luna park quello stronzo e conoscendolo avrà il cellulare spento, così da godersi ogni minimo momento con Yoongi!

«Jimin... - la voce di Jungkook mi riscosse, facendomi sentire come percorso da una scarica elettrica - ... hyung, perdonami per il pessimo comportamento di Jaesun».

Sembrava essersi sforzato nell'usare l'onorofico con me come se ne fosse infastidito, ma ciò non mi importava perché mi aveva appena chiamato per nome.

Ma cosa mi prende, mi sembra di essere un'addolescente entusiasta quando il suo oppa la chiama con un nomignolo affettuoso.

«Oh, uhm...» non è che avessi idea di cosa dire e tanto meno cosa fare, ma con una semplice occhiataccia del liceale capii che voleva fossi io quello a tranquillizzare Jaesun.

E non ne ha del tutto torto, non penso nemmeno lo ascolterebbe... In realtà se lo merita, sono le conseguenze del suo atteggiarsi come uno stronzo, come un "cattivo ragazzo".

«Jaesun, ascoltami - iniziai, appoggiando una mano tra i capelli del piccolo per poi accovacciarmi per arrivare alla sua altezza - non c'è bisogno di fare i capricci, ok? Parlo io con lui, è troppo testardo per darti ascolto e facendo così di certo non lo convincerai».

Cercai di essere il più comprensibile possibile, tenendo un largo sorriso nel volto e guardandolo negli occhioni oscuri, simili a quelli del fratello maggiore.

«M-ma, m-ma J-jungkook-hyung..».

«Niente ma, sono uno hyung per tuo fratello, se cerca di ignorarmi è lui fare una brutta figuraccia davanti agli altri».

Più che parlare con Jaesun lo stavo facendo indirettamente con l'altro, d'altronde fino ad allora il suo atteggiamento con me non era stato dei migliori, indipendentemente o meno dalla sua timidezza o indifferenza.

fantasticherie color ciliegia.           jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora