ikigåi

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||生き甲斐 (ikigai):
è l'equivalente giapponese
del francese "raison d'être"
che in italiano si può tradurre
in "qualcosa per cui vivere"
o "una ragione per esistere"||

Aveva il cuore a pezzi.
L'amava davvero, e se n'era resa conto finalmente.
Fumava la sua sigaretta, immersa nel silenzio.
"Ti fa male fumare"
Udì una voce maschile farle le solite raccomandazioni sul fumo.
"Che ci fai qui Cameron? Maggie dove l'hai lasciata?"
"Abbiamo discusso..." disse lui abbassando il capo
"È tutta colpa mia Cam, mi dispiace"
"No, tranquilla, è un po' che non andavamo d'accordo..."
"E quindi..."
Voleva sapere se si erano lasciati, ma non voleva sembrare così sfacciata da chiederglielo direttamente.
Cameron ridacchiò e annuì con il capo.
Un ondata di felicità invase Amy.
"Adesso devo andare, ci vediamo in giro"
Si alzò e iniziò a camminare a passo svelto.
Una mano l'afferrò per il polso e subito si trovò con le labbra sopra quelle di Cameron.
Erano due anni che non lo baciava e si, le era mancato tanto.
Di colpo i suoi occhi iniziarono a lacrimare talmente tanto che si rese conto di star piangendo.
"Perché piangi?" le chiese Cameron
Abbassò il capo e chiuse gli occhi.
Lui le sollevò il mento per far scontrare i loro sguardi ma, nonostante questo, Amy continuava a tenere gli occhi chiusi.
"Guardami Amy"
Aprì gli occhi e Cameron le sorrise.
"D-devi smetterla" disse riprendendo a piangere.
"Di fare cosa?"
"Io per te sono sempre stata la seconda scelta, nonostante io ti abbia detto di essere innamorata di te, tu non hai mai ricambiato, ma ogni occasione era buona per baciarmi o portarmi a letto"
Fece una pausa
"Non puoi fare così cazzo, non puoi! Io ci sto male perché tu in un certo senso m'illudi che ci potrebbe essere qualcosa, ma subito dopo te ne vai da Maggie! Ci sto male Cameron, ma sembra che tu non lo capisca!"
Era furiosa, triste e delusa.
Cameron le accarezzò la guancia sinistra.
Lei iniziò a correre via, a scappare dal ragazzo che la faceva star bene e male allo stesso tempo.
Lui la chiamava, le diceva di fermarsi, ma lei niente, continuava a scappare.
Allora iniziò a rincorrerla finché non riuscì a fermarla in un parco vicino casa di Amy.
"Amy, Amy perfavore ascoltami!"
Si tappava le orecchie, non voleva sentire più nulla, era stanca, stanca di tutto.
Urlava e piangeva, qualche passante si fermò a guardare la scena incuriositi dal comportamento dei due giovani.
"Amy! Ascoltami cazzo! Amy!"
Per un attimo riuscì a bloccargli i polsi e disse ciò che si teneva dentro da tanto.
"Ti amo!"
Amy si bloccò. Smise di urlare e guardò il ragazzo incredula.
Era rimasta senza parole. Si guardavano e nessuno dei due parlava.
Si fiondó sulle labbra del ragazzo e iniziarono a baciarsi come mai avevano fatto. Un un misto di passione, amore, felicità.
Piccole gocce d'acqua cadevano sui loro visi; iniziava a piovere.
Amy alzò lo sguardo al cielo mentre Cameron la guardava sorridendo.
Iniziarono a correre, prendendosi per mano.
---
Entrarono in casa continuando a baciarsi, salivano le scale, fermandosi solo per riprendere fiato e per evitare di cadere.
Arrivarono davanti alla porta del bagno lasciandosi dietro qualche indumento; erano bagnati fradici.
Cameron era già svestito del tutto così entrò in doccia, mentre Amy stava armeggiando con i ganci del reggiseno.
Lui la contemplava, ammaliato dalla sua bellezza.
"Smettila di guardarmi" disse lei arrossendo
"Non riesco a non farlo" rispose Cam
Entrarono in doccia e ripresero a baciarsi.
Finirono per fare l'amore.
---
Erano difronte allo specchio, Cameron le stava asciugando i capelli.
Le sorrise, mostrando i suoi splendidi denti bianchi.
Amy ricambiò timidamente e abbassò lo sguardo verso le sue unghie smaltate di nero.
"Sai di essere stupenda?" le sussurrò mentre posava la spazzola
"Lo sai tu invece?"
"Oh, io so che tu sei stupenda" disse sorridendole e abbracciandola dal dietro
"Ma no! Intendevo che tu sei stupendo" esclamò ridendo
Si voltò abbracciandolo e posò la testa sul suo petto tonico.
D'un tratto squillò il telefono di Cameron; era sua madre.
"Pronto mamma"
"Cam, dove sei stato tutto il giorno? Dai che sono quasi le 19.30"
"Ehm mamma, stasera non torno a casa, rimango a dormire dalla mia ragazza"
A quelle parole il cuore di Amy perse dei battiti. Era la sua ragazza, si amavano ed era quello che desiderava da quattro fottuti anni.
"Come dalla tua ragazza? Maggie è qui"
"Infatti Maggie non è più la mia ragazza, lo sa anche lei che è finita, sa che è un periodo, da molto ormai, che non provo più le stesse cose di prima"
"Ma come Cameron?!"
"Senti mamma, io amo e ho sempre amato Amy va bene? Si, perché non mi interessa cosa ne pensi"
"Ne riparliamo domani, ciao amore"
La salutò e riattaccò.
In realtà la mamma di Cameron era d'accordissimo con il figlio, anche a lei piaceva Amy e in effetti...dopo gli svariati tradimenti da parte di Maggie le restava anche un po' antipatica. Solo che non poteva dirglielo al telefono con Maggie che stava ascoltando tutto...
Cam abbracciò la ragazza e le baciò il capo
"Ti amo Amy"
"Ehi, l'ho già detto io, non mi copiare" disse lei sorridendo
Entrambi scoppiarono a ridere e si distesero sul letto.
Lei indossava solamente una felpa abbastanza lunga da coprirle il sedere, mentre lui indossava solo i pantaloni della tuta.
Amy gli accarezzava il viso con la mano e lo osservava in tutti i particolari.
La mano di Cam vagava sul suo fianco lasciato scoperto dalla felpa rialzata.
Erano in silenzio, nessuno dei due diceva qualcosa, si guardavano e sorridevano proprio come fanno due veri innamorati.
Lui portò la mano sopra quella di Amy e la strinse
"Mi rispondi adesso?" chiese d'un tratto lui
"A cosa?" chiese Amy interrogativa
"Alla domanda che ti feci due anni fa, quando partisti per l'università"
"Due anni fa? E tu te la ricordi?"
Lui annuì solamente
"Allora mi rispondi adesso?"
"Dimmi quale era la domanda"
"Sei felice così?"
Amy si ricordò di tutto.
Lei tornò a Boston a trovare la famiglia e gli amici dopo che era stata ad Atlanta all'università di medicina, Cameron stava ancora con Maggie come quando partì la prima volta. Lui la trattò in malo modo perché se n'era andata senza avvisare nessuno e le porse questa domanda alla quale lei non rispose.
"Come puoi chiedermelo? Mi sembra ovvio che io sia felice" disse guardandolo negli occhi
Lui sorrise e la baciò a stampo.
Si voltarono a fissare il soffitto, tenendosi per mano.
"Tutto questo non finirà vero?" chiese Amy titubante
La paura di svegliarsi e rendersi conto di aver vissuto in un sogno la tormentava, come la tormentava la paura di perderlo un'altra volta, proprio come quando partì.
"Ti assicuro che questo è per sempre, sei tutto ciò di cui ho bisogno, ti amo Amy"
"Sei diventato la mia ragione di vita Cameron Dallas"

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