Capitolo 1

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Sospirai, mentre osservavo la pioggia battente fuori dalla finestra, che non aveva smesso di cadere per tutta la mattina e le strade che avevano già iniziato ad allagarsi. Ultimamente, il tempo era orribile, peggiore di quello degli anni passati. Sapevo che la pioggia era una cosa normale nel Regno Unito, ma, a essere onesti, tutto quello mi aveva stancata, dato che sembrava che lo facesse ogni giorno per ore e ore. Perché non potevo vivere in qualche posto caldo con più sole?
Era proprio per quel motivo che mi piaceva andare in Francia per le vacanze: li faceva più caldo, almeno rispetto all'Inghilterra.

Non ero molto concentrata con il rumore assordante della pioggia fuori dalla finestra, avevo bisogno di silenzio per leggere. Infatti, mi si poteva definire un topo di biblioteca o, addirittura, una "sapientona", come mi chiamavano gli amici. A quanto pare, ero la più grande secchiona che si poteva mai incontrare nella propria vita, o "Smartie", come mi definiva Kate.

Kate Rodgers era la mia migliore amica e c'era sempre stata, fin da prima che iniziassimo le elementari. Eravamo andate subito d'accordo e i nostri caratteri simili avevano fatto sí che diventassimo migliori amiche. Eravamo come la colla e non ci saremo mai divise. Anche a lei piaceva leggere e imparare cose nuove e credevo che era per quello che eravamo così legate. Onestamente, non sapevo come avrei fatto a stare senza di lei.

Non ero una di quelle adolescenti che aveva solo una migliore amica, anzi. Ero molto fortunata, dato che avevo un grande gruppo di compagni, anche perché alcuni della mia classe erano stati vittima di bullismo in un modo talmente spaventoso che quasi mi veniva da vomitare. Era stato orribile vedere come alcune persone venivano trattate a scuola, perciò mi ritenevo molto fortunata a non essere nei loro panni. I miei amici, infatti, erano di grande conforto e mi volevano molto bene, e per quello gli ero molto grata. Avrei odiato essere in una situazione dove ognuno era contro di me ed era anche per quello che cercavo di essere sempre simpatica con tutti.

Sospirai di nuovo e chiusi "Il buio oltre la siepe"; ormai avevo perso il conto di quante volte l'avevo letto. Secondo me era un libro fantastico e non mi sarei mai annoiata a sfogliarlo, anche se, comunque, mi piaceva leggere ogni genere e ogni volta trovavo sempre la storia affascinante.

Lo posai nella borsa e mi alzai. La biblioteca era sempre vuota la mattina ed era lì che aspettavo che la campanella suonasse. La bibliotecaria, come al solito, era in ritardo e mi aveva dato il permesso di entrarci anche senza la supervisione di un adulto, ma a essere onesti, mi piaceva molto passare il mio tempo lì.

Posai la sedia sotto al tavolo e velocemente legai i miei capelli ricci e lunghi in una coda di cavallo, però sospirai, quando notai di aver dimenticato delle ciocche. Diedi un'occhiata all'orologio che si trovava sopra la porta: mancavano ancora cinque minuti alla campanella. Non era una brutta idea arrivare in classe in anticipo, vero?

Aprii la porta, per poi richiuderla alle mie spalle e, mentre camminavo, diedi il buongiorno al signor Ronson, il preside. Presi velocemente il mio iPod e misi le canzoni in riproduzione causale. Mi piaceva ogni genere di musica, dal rock al pop e anche un po' di classica. Sorrisi a me stessa quando partì "I'm Yours" di Jason Mraz, così canticchiai, saltellando per tutto il corridoio, diretta verso l'entrata della scuola.

Sorrisi, quando vidi Kate nell'ingresso, con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa. Onestamente, sembrava che avesse appena avuto un piccolo trauma e non capivo il perché. In tutti quegli anni, non avevo mai visto la mia migliore amica in quelle condizioni, così tolsi gli auricolari e le corsi incontro. Mi sorrise leggermente, mentre mi avvicinavo, ma non distolse comunque lo sguardo dall'area accoglienza. Avvolsi le cuffie intorno all'iPod e lo posai nella tasca laterale della borsa.

"Kate, cosa stai guardando?" le chiesi. Feci scorrere la mano davanti al suo viso, cercando di avere la sua attenzione, ma, dato che non funzionò, decisi di seguire il suo sguardo. Nell'area accoglienza, c'era un ragazzo che stava parlando con la signora Harris, la segretaria. Sembrava che la mia amica lo stesse mangiando con gli occhi. Non lo avevo mai visto prima, così pensai che si trattasse di un nuovo studente; avevo sentito parlare di un nuovo iscritto nella scuola e doveva essere proprio quel ragazzo di fronte a me che si alzò, appoggiandosi alla finestra dell'ufficio, con il braccio sopra della testa, mentre continuava a parlare con la signora Harris. Sopra alla maglietta bianca indossava una giacca marrone di pelle, dei jeans neri molto attillati, che mettevano in mostra la sua parte inferiore, e delle converse bianche ai piedi. Per farla breve, era davvero bello.

Incomprehensible [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora