La confessione.

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È finita.

Esci da quella stanza, con i tuoi compagni che ti circondano.

Puoi ancora considerarli compagni?

Ex compagni?

Amici?

Non lo sai.

Li senti parlare tutti intorno ma sono solo dei rumori indistinti per te.

Forse si complimentano con te, forse ti porgono qualche domanda.

Ma non lo sai, perché non li stai ascoltando.


Hai appena affrontato l'orale di maturità dopotutto!!

Dovresti sentire la proverbiale sensazione di libertà di cui parlano tutti.

E invece no.

Hai ancora il tuo macigno di ansia sul petto.


Ti dirigi verso il bagno.

Vuoi proprio vedere com'è ridotta la tua faccia dopo queste ore di tensione.

Ma prima fai un cenno alla tua amica.

Quella che sa.

Lei capisce e ti raggiunge subito.

"Io ora vado a dirglielo. Cerca di distrarre e intrattenere gli altri come puoi."

Per fortuna non è necessario: tutti rientrano in aula per assistere al colloquio successivo.

E tu sei libera di fare ciò che devi.


Ti fermi un momento prima di entrare nella sua stanza, per manifestare la tua presenza.

Ma poi entri senza chiedere il permesso, così come hai fatto innumerevoli volte.

Ti guardi attorno, come se non sapessi dove ti trovi.

O forse per imprimere definitivamente questa stanza nei tuoi ricordi.

Di per sé non è nemmeno piccola, ma con quegli armadietti e con quegli scatoloni ammucchiati sembra davvero poco più che uno sgabuzzino.

Comunque, non ha importanza.


Lui inizia a parlarti dell'orale che hai appena finito (dopotutto ha voluto assistere, e l'ha fatto solo al tuo).

Ma il tuo cuore batte così forte da sovrastare le sue parole.

Lo blocchi, perché senti che sta per scoppiarti la testa.

"Non sono qui per questo" gli dici.

Inclini la testa verso sinistra, indicando la sedia.

"Posso?"

"Sì, certo."

Avvicini la sedia alla sua scrivania e ti senti come se stessi per svenire.

O vomitare.

O entrambe.

"Ha da fare?" chiedi.

"Sì, ma niente che non possa rimandare a domani."

Annuisci e ti siedi di fronte a lui, cercando una posizione il più confortevole possibile.

Tiri un lungo sospiro, sperando di tranquillizzarti.

Ovviamente è impossibile.

Lui aspetta pazientemente che tu cominci a parlare.

La tua voce trema.

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