La prima volta in cui la vidi

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Iniziai dunque a seguire Henry senza aver avuto da lui una risposta e dopo qualche minuto arrivammo davanti una casetta molto simile alla nostra, con però delle piccole lucine attaccate sopra la porta ed il numero "25" in giallo. Henry bussò con un solo tocco alla porta in legno rovinata, ed una voce femminile molto calma gli rispose dall'altra parte.

:"Entra folletto!" disse.

Entrambi entrammo all'interno della casa, sembrava più piccola della nostra, probabilmente perchè più colma di oggetti. La prima cosa che mi saltò all'occhio furono tantissime lucine appese un po' ovunque, sul letto a castello, sulle pareti, persino qualcuna su degli scaffali pieni di libri. Ecco, questi ultimi riempivano quasi completamente la stanza, scaffali e pavimenti con decine e decine di libri. Non capivo come fosse possibile poter leggere tutto quanto in così poco tempo, solo un'estate. Ero completamente ammaliato da tutto quello che c'era lì, poi... notai lei. Non avevo mai visto una ragazza più bella in vita mia.

Neanche Jennifer Stinson la più bella ragazza del liceo che frequentavo era così bella, e quella ragazza faceva veramente impazzire tutti i giocatori di football più affascinanti della "Dream High School" con i suoi grandi occhi castani.

Lunghi capelli color miele, occhi verdi, tratti dolci e delicati e anche appassionata di lettura. Praticamente la donna dei miei sogni.

:"Guarda stronzetta, ti passo il termine solo perchè... MI SEI MANCATA DA MORIRE!" disse Henry, dopo di che entrambi si abbracciarono.

:"Anche tu mi sei mancato tantissimo nanetto mio, voglio sapere tutto tutto tutto di come hai trascorso questo inverno. Alla fine hai più appeso quel poster in camera? Hai detto ai tuoi di Luke? Sei andato alla festa di Jess? Necessito di sapere assolutamente, diamine, siediti qui ora!" Disse la ragazza con un'entusiasmo incredibile, sembrava quasi non respirasse mentre riempiva di domande il povero Henry che era davanti a lei.

:"Tranquilla Lana, saprai tutto, ma prima lascia che ti presenti il mio nuovo coinquilino ed amico Noah, sai è un po' timido" aggiunse Henry indicandomi.

:"Piacere di conoscerti, io sono Lana" e mi allungò una mano per stringerla.

:"Noah" risposi io cercando di non far trasparire quanto mi fossi già innamorato di quella bellissima ragazza.

:"Senti, io e Noah siamo venuti da te perchè ci servirebbe una mano con la sistemazione della stanza, avremmo bisogno del tavolino da caffè degli anni passati, ci aiuteresti?" Chiese Henry.

:"Non ci credo, si ostinano dopo tutti questi anni ancora a sostituirti l'arredamento in camera?" Rispose Lana.

:"Frustrante!" disse lui.

Senza una vera risposta alla domanda di Henry, Lana si avvicinò alla porta aprendola :"Su ragazzi, prendiamoci ancora una volta questo dannato tavolino" aggiunse prima di uscire. Noi la seguimmo immediatamente.

Ci portò in un posto in cui non ero ancora stato fino a quel momento, si trattava di un grande camerino con inciso sulla porta "solo per prestiti", a quanto mi avevano detto Henry e Lana mentre camminavamo, si trattava di un ripostiglio in cui i sorveglianti del campus tenevano il materiale che era stato o prestato dalle famiglie dei ragazzi o perso dai ragazzi stessi durante la loro permanenza estiva. Quel magazzino era veramente enorme, c'era qualsiasi cosa, a partire dai vestiti per arrivare a oggetti per arredare la casa o addirittura giocattoli e materiali elettronici (ovviamente non esattamente nuovi). Nella parte interna della porta del magazzino c'era un cartello con su scritte alcune regole, come ad esempio: "Tutto il materiale deve essere riportato indietro ed intatto" o "Una volta preso l'oggetto bisogna lasciare un foglietto con su scritto l'oggetto preso e il nome di chi l'ha preso". Vidi Lana ed Henry allontanarsi verso la parte più lontana del magazzino.

:"Non è qui!" disse Henry quasi disperato

:"Che vuol dire che non è qui?" gli rispose Lana.

Henry si innervosì iniziando ad urlargli qualcosa come se la volesse prendere per stupida a causa della sua domanda. Mi avvicinai a loro :"Hey, placati, non hai bisogno di alzare così il tono, ok?" gli dissi arrabbiandomi per il suo atteggiamento.

:"Grazie Noah, ma non c'era bisogno, davvero" mi rispose la ragazza arrossendo leggermente.

Io feci spallucce, come a farle intendere che non ci fosse bisogno di ringraziare e intanto Henry mi lanciò uno sguardo fulminante.

:"Non c'è nessun bigliettino con segnato chi l'ha preso o il numero della stanza?" Chiesi io.

:"Qualcosa in realtà ci sarebbe" mi rispose Henry prendendo un piccolo post-it di colore giallo accartocciato per terra proprio nel punto in cui si trovava solitamente il tavolino.

:"Che aspetti, aprilo!" Gli disse Lana una volta che lui si chinò per prenderlo da terra; Henry aprì il bigliettino.

La scrittura era molto piccola e pasticciata, con macchie di inchiostra dappertutto, un po' come se fosse scoppiata la penna cercando di scrivere.

:"Riesci a leggerlo?" Chiesi io ad Henry.

:"Più o meno" mi rispose lui, :"Sembra esserci scritto "tavolino da caffè 14 verde, Olivia". Fidati, tu non vuoi sapere di chi e cosa si tratta" aggiunse poi.

:"Certo che lo voglio sapere, quindi parla."

:"Va bene, effettivamente ormai sei dei nostri, è giusto che tu sappia. Qui a Greenlake Hill non tutti sono gentili come sembrano."

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