Nessun amore.

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Isabelle e Jace erano agitati, Magnus furioso. Riuscì a localizzare Alec con un semplice incantesimo, tanto che gli parve fin troppo facile. Forse, semplicemente, Cameron voleva essere trovato. Magnus sapeva che voleva parlare con lui, ma a lui, forse, non importava. Voleva solo riavere sano e salvo il suo Alec.

Jace ed Isabelle erano ben muniti: Izzy con la sua immancabile frusta ed il rubino rosso appeso al collo; Jace con il suo solito sorriso spavaldo ed i capelli un po' spettinati.

Magnus non si chiese perché Clarissa non fosse con loro, quella mattina. Forse era a fare compagnia a Simon Lo Smemorato.

Magnus pensò che, in realtà, non c'era nulla di divertente.

Trovarono il posto indicato dall'incantesimo nella periferia est di New York. C'erano vari prefabbricati di ferro consunto disabitati.

Alec e Cameron erano in una di quelle catapecchie di lamiera.

Il vento freddo sferzò il viso dello Stregone, che si strinse nel cappotto viola, con i brillantini sui bottoni.

«Io vado a destra, tu Isabelle a sinistra. Magnus...» Jace stava cercando di dare delle direttive.

«Io vado lì» sussurrò Magnus e si diresse verso un prefabbricato a caso.

Il sole era alto nel cielo, ma non scaldò l'atmosfera gelida.

«Uh, sono arrivati i rinforzi, sei contento, Alexander?»

Il Cacciatore aveva perso conoscenza dopo l'ennesimo pugno del vampiro. Il sangue grondava dal suo viso e ricadeva sul maglioncino verde, sui pantaloni e sul pavimento di ferro.

Cameron doveva tenere lontani anche gli altri due vampiri, per evitare che attaccassero il Nephilim.

«Vengo subito» disse, poi, come se Alec avesse potuto dargli ascolto.

«Magnus! Ben trovato. Ti piace la mia dimora?»

Il luogo era scuro, le finestre coperte da pesanti ed orrende tende blu.

«Forse l'Hotel Dumort ti si addice di più.»

Era arrabbiato, ma non aveva intenzione di far trapelare nessun emozione.

«Dov'è Alexander?»

«Uh, non lo so!»

Magnus Bane fece un passo in avanti, verso il vampiro.

«Non farmi perdere la pazienza: dov'è Alexander?» domandò ancora.

«Ma, amore mio! Tu hai me e potremmo stare insieme per sempre. La morte, la vecchiaia sarebbero cose impossibili per noi.»

«Io e te non stiamo più insieme, Cameron. Lo hai capito?»

«Tu non dici davvero, Magnus.»

«Sì, invece! Io non ti amo, e di certo non ti amerò mai. Mi comprendi?»

A volte dimenticava quanto riuscisse ad essere crudele.

«Per me non sei mai stato niente di più che un passatempo, sesso, divertimento. Non ti ho mai amato» concluse.

Se solo fosse stato possibile, il viso del vampiro sarebbe diventato più bianco del solito.

«Ed ora, ridammi il mio Alec.»

«Sì, Magnus, va' pure. Spera che sia vivo, però.»

Un ghigno apparve sul suo volto; abbassò lo sguardo, solo per nascondere le lacrime ed indicò all'altro la porta in cui Alec era nascosto.

Come back to me, Mr Bane.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora