Lunedì prossimo devo andare al teatro per il nuovo lavoro, sono un po' in ansia. Mi hanno chiamato questa mattina e mi hanno detto che lunedì mi mostreranno la mia postazione e le schede con tutti i look pensati per i personaggi. Credo che obbligherò mia sorella ad accompagnarmi perché il luogo è molto lontano da casa e visto che i mezzi pubblici arrivano sempre in ritardo, almeno il primo giorno vorrei arrivare in orario ed evitare di fare brutte figure.
Ora sono al Gianicolo e osservo la mia bella città, da qui c'è un panorama meraviglioso, decido di scattare una foto. Oltre alla bellezza di Roma, c'è un cielo spettacolare e io ne sono innamorata, merita di essere immortalato.
Sono qui perché Ilaria finisce il turno in ospedale alle 14:00 e ho deciso di farle una sorpresa e portarle il pranzo, un modo per farmi perdonare per non aver detto nulla, lei ci ha scherzato su, ma è una persona abbastanza permalosa e sotto sotto so che ci è rimasta un po' male.
Mi avvio verso la scalinata che mi porta giù, sulla strada di fronte l'ospedale pediatrico. Entro nell'atrio e attraverso tutti i padiglioni fino ad arrivare a quello di Ematologia e Oncologia, dove Ilaria lavora come infermiera. Ci sono delle panchine vicino l'entrata dell'edificio, alcune sono vuote e mi siedo aspettando di vedere uscire la mia amica.
Questo ospedale è davvero molto grande e anche ben organizzato, durante le ferie sono venuta a fare volontariato, giocando con i bambini. È stato molto bello e purtroppo con gli orari che facevo a lavoro non ho potuto continuare, ma mi dava gioia passare il tempo con loro e distrarli, ogni volta che mi regalavano un sorriso mi si riempiva il cuore. È davvero surreale e ingiusto che bambini, spesso anche neonati, abbiano a che fare con malattie serie e trascorrere la maggior parte del loro tempo in ospedale. In realtà è ingiusto a prescindere, perché non penso che qualcuno meriti tanto dolore, ma quando queste malattie colpiscono i più piccoli fa un po' più rabbia e male. Una delle cose che più mi ha toccata è stato vedere come nonostante la chemioterapia, nonostante la debolezza e tutti gli effetti collaterali di questa cura (che sono davvero tanti) riuscivano a trovare anche solo un piccolo motivo per non scoraggiarsi e continuare a sorridere. Ho imparato molto da loro. Spesso chi soffre, chi si trova in situazioni difficili riesce ad apprezzare le piccole cose perché sa bene che potrebbe andare peggio e non dà nulla per scontato, neanche la gentilezza. E non è cliché, so quello che dico, l'ho visto con i miei occhi. Naturalmente ci sono le eccezioni, ma quelle ci sono ovunque, mi sembra anche inutile specificare. Purtroppo si tendono a dare per scontato tante cose, ci si sente forti e invincibili e invece non è così. Nulla è scontato in questa vita, soprattutto la salute. Siamo solo di passaggio e se riuscissimo a ricordarcelo ogni giorno, a prendere gli avvenimenti in modo più tranquillo, ci renderemmo conto della nostra fortuna. Purtroppo però non riusciamo a mantenere la lucidità e pensare a queste cose, anche perché l'uomo è di base egoista e finché non si sente toccato in prima persona non si pone nessun problema. E ciò può essere esteso ad ogni campo di vita, è un discorso troppo grande.Ilaria esce e noto la sua stanchezza visibile in volto, ma quando mi vede sembra essere sorpresa e contenta, o almeno spero.
<<Ti ho portato il pranzo!>> esordisco ponendole la busta con il cibo <<andiamo a pranzare nel parco qui di fronte? Così c'è anche il bar e poi posso offrirti anche un bel gelato al pistacchio>> continuo, aspettando una sua risposta.
<<Come posso rifiutare cibo gratis?>> Mi sorride - <<Però sei ruffiana>>- conclude e scoppiamo a ridere insieme.
Ci avviamo verso la nostra destinazione
<<Come è andata oggi?>>
<<Per fortuna è stata una mattinata abbastanza tranquilla, sono stati dimessi anche due bambini oggi. Devono tornare tra qualche settimana per i controlli, ma almeno possono prendersi una pausa dall'ospedale>>
<<Ne sono molto felice!>>
Ci sediamo, apriamo la busta contenente il cibo e iniziamo a mangiare<<Tu piuttosto, che racconti?>> mi domanda
<<Oggi mi hanno fatto sapere che devo recarmi da loro lunedì, sono molto contenta, ma anche in ansia>>
<<Beh sì immagino, ma spero che sia un'ansia costruttiva che carica e non distruttiva>>
<<Mi sento molto carica, spero solo che vada tutto bene. Comunque, sei la prima a cui ho detto questa cosa!>> esclamo con gioia, tra un morso e l'altro.
<<Te l'ho detto e lo ripeto: sei ruffiana>>___________________________________
È stato bello passare quest'oretta con la mia amica, le ha fatto piacere anche se non me l'ha detto per non darmi soddisfazioni, ormai so come è fatta.
Quando lei è andata via mi ha chiesto se volevo un passaggio, ma ho deciso di andare a sbirciare il teatro in cui dovrò recarmi settimana prossima, non posso fare troppo affidamento su mia sorella, e non volevo rubare altro tempo ad Ilaria anche perché deve riposare e quindi ora sono appena scesa dall'autobus che ha fatto i suoi soliti minuti di ritardo, ma poteva andare peggio.
Cammino sul marciapiede verso il teatro, che è a pochi passi e sento suonare il clacson di una macchina con dentro un deficiente che mi manda un bacio volante per poi continuare il viaggio tranquillamente.
<<Ma come ti permetti? Cretino, cafone che non sei altro!>> urlo, ma ovviamente non può sentirmi ma è anche giusto che io mi sfoghi.
Mi giro per continuare a camminare e vedo un ragazzo molto alto che si dirige verso di me con un espressione preoccupata
<<Scusa, tutto bene? Ero appena entrato lì dentro - indica il teatro appena dietro di lui- e ho sentito gridare, eri tu? >><<Sì sì, tutto bene, circa. Un imbecille mi ha suonato con la macchina mentre passava e io l'ho insultato>>
Il ragazzo, oltre ad essere molto alto, ha dei lineamenti dolci in viso, ha i capelli e gli occhi marroni, la barbetta e le labbra piene.
<<Incredibile che ci sia gente così irrispettosa in giro. Guarda, per quanto possa valere, mi scuso io per lui>>
Sorrido <<Grazie mille->> lascio la frase in sospeso e alzo le sopracciglia, lui coglie e si affretta a rispondere <<Lorenzo>>
<< Grazie mille Lorenzo >> questa volta pronuncio con più decisione. <<Figurati! >> Mi fa un cenno con il capo, si gira e torna in teatro.
È stato molto gentile.Nel frattempo, molte altre persone sono entrate lì dentro, ma io non avevo messo in conto che sarebbe potuto essere occupato.
Recupero il telefono dalla tasca e mando un messaggio a Lucia chiedendole se può venirmi a prendere.
Vabbè almeno ho visto il tragitto che bisogna fare per arrivare qui.Ciao!
Non ho idea del perché l'ispirazione mi sia arrivata in questo periodo, ma non mi lamento. Il problema è che se ho un capitolo pronto non riesco a tenerlo, voglio pubblicarlo subito perché per qualche motivo a me sconosciuto mi sento abbastanza coraggiosa da mettermi in gioco.
È anche vero che l'ho appena finito e non sono lucida, quindi probabilmente domani mi farà schifo.Non so neanche come definirlo questo capitolo, ho toccato un argomento che mi sta a cuore ma non so se sono riuscita ad esprimere tutto ciò che volevo dire e soprattutto non so se l'ho fatto nel modo giusto.
Comunque sia,
grazie e buona serata ❤️
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Daylight
RomansaMargherita è una parrucchiera, lavora in un famoso salone della sua città e vive le sue giornate tra casa e lavoro. Lorenzo è un attore di teatro emergente, pieno di sogni e speranze per il futuro. E se lei finisse a lavorare per la compagnia di t...