Ciao mi chiamo Federico, ho 15 anni e frequento il secondo anno del liceo artistico. Sono un ragazzo carino, o almeno così dicono le ragazze della mia classe. Mi piace guardare anime, leggere manga; sono di statura normale, occhi azzurri/verde acqua e i capelli biondo scuro. Sono un ragazzo normale se non fossi gay. Questo "segreto" a parte me lo sa soltanto la mia migliore amica Silvia e la mia amica Greta; non l'ho detto neanche alla mia famiglia, non perché non verrei accettato, solo che essendo figlio unico i miei genitori mi hanno dato tutto quello che volevo, e quindi ho paura di dargli una delusione; infatti è stato mio padre, ex pittore di grande fama, ad insegnarmi a disegnare e a farmi scoprire il mio talento. Il mio sogno è quello di andare in Giappone e di lavorare lì presso un agenzia di manga. Le mie giornate, ormai sono sempre le stesse: mi sveglio, faccio colazione, mi preparo, vado a scuola, torno a casa, pranzo, sto per ore ed ore al pc, ceno e poi vado a dormire per poi ricominciare tutto da capo; o almeno così pensavo. Una mattina vado a scuola come sempre, mi siedo al mio posto e comincio a prendere il quaderno ed il libro della materia della prima ora. A metà della lezione qualcuno bussa alla porta ed entra un ragazzo molto carino, alto quando basta, occhi chiari e i capelli scuri, con un foglio di carta che lo consegna alla professoressa. Mentre la professoressa legge cosa c'è scritto, lui se ne sta lì in piedi in silenzio vicino la cattedra con le mani nelle tasche dei suoi jeans scuri. A irrompere quel silenzio è stata proprio la prof che dice: " ragazzi lui è Dominik. Si è appena trasferito, quindi cercate di andare d'accordo.... bene Dominik puoi sederti al banco vuoto di fianco a Federico" Io sono agitatissimo, non riesco a staccargli gli occhi di dosso; sono ammaliato dalla sua bellezza. Fa una piccola camminata e poi prende posto vicino a me, con sempre i miei occhi attaccati su di lui. Si siede e mi fa un sorriso meraviglioso e mi dice : " se vuoi puoi farmi una foto... sai dura meglio." Oddio se ne è accorto che lo osservavo. Imbarazzato gli chiedo subito scusa e mi giro, guardando la lavagna. Al termine delle lezioni aspetto come sempre Silvia accompagnata da Greta, per andare a casa. Arrivati alla fermata dell'autobus le saluto, perché loro per tornare a casa devono prendere il pullman a differenza mia che abito ad un isolato dalla scuola. Dopo alcuni passi mi sento palpare il sedere, mi giro e c'è Dominik che ride mentre io lo guardo con un sopracciglio alzato. " ciao fedee dove stai andando ?" mi chiede. " a casa forse ? dove se no ?" gli rispondo bruscamente. " hey calmati non volevo farti arrabbiare... comunque dov'è che abiti?"
"al primo palazzo che vedi dopo aver svolto all'incrocio del supermercato"
" davvero? anche io abito lì. Mi ci sono trasferito tre giorni fa".Così ricominciamo a camminare e tra una parola e una risata con lui arriviamo al portone di casa, prendo le chiavi dalla mia tasca e cominciamo a salire le scale. Arrivati alla mia porta, lo saluto ed entro. Pranzo velocemente con uno di quei pasti Giapponesi già pronti e mi fiondo al pc. Dopo un'oretta sento il campanello della porta; la apro ed è Dominik che mi chiede se voglio andare a giocare fuori, ma gli rispondo di no perché mi scoccia uscire. " ah ok, allora ciao" dice con un'aria abbattuta. "Se ti va puoi venire da me."Gli rispondo sperando che accetti. " non lo so... non vorrei disturbare".
" disturbare?! Sono da solo quindi..." dico facendolo entrare.
Andando in camera mia, chiaccherando, ho scoperto che anche a lui piacciono gli anime e abbiamo visto i prime 6 episodi di death note sdraiati sul letto. All'improvviso il computer si spegne, scendo e provo ad accendere la luce ma niente... mi affaccio dalla finestra e vedo che manca la corrente anche nei palazzi accanto, quindi ci dev'essere un blackout; nella mia camera regna l'oscurità totale; non si vede niente. " Dominik ho paura che ci vorrà un po di tempo prima che ritorni la luce". "tranquillo ti farò io compagnia." Allora mi vado a sedere sul letto accanto a lui sperando di non inciampare su qualcosa. Così abbiamo cominciato a parlare del piu' e del meno... fino a quando sento una mano, sotto la mia maglietta, toccarmi i fianchi e man mano salire sempre di più per poi prendermi il viso e girarlo verso Dominik che posa le sue labbra calde sulle mie.
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Racconto di un ragazzo gay
RomanceFederico è un ragazzo gay con la passione per il disegno