Il tuo telefono continua a squillare, ininterrottamente, da tutto il pomeriggio, ma tu non hai voglia di rispondere, non hai voglia neanche di alzarti dal letto, in realtà, stai li, steso, con i tuoi sensi di colpa e con la tua rabbia, sei arrabbiato con te stesso, e sei arrabbiato con Martino.
Ma chi vuoi prendere in giro poi, non riusciresti ad essere arrabbiato con Martino neanche se lo volessi.
E ti asciughi una lacrima e da sciocco quale ti senti in questo momento allunghi l'orecchio, perché ci speri, che torni indietro, ci speri di sentir chiudere la porta e sentire il suo corpo avvolgere il tuo e la sua voce che ti sussurra che la risolverete insieme, come è sempre stato, e vorresti non odiarti, e vorresti non essere così insicuro, e impaurito, e ferito.
Nella tua testa a ripetizione le parole colme di delusione, dell'unico uomo che tu abbia mai veramente amato, quello con cui sei convinto di voler passare la vita, ma che probabilmente hai perso, per colpa tua e delle tue stupide insicurezze e della tua paura di ferirlo in maniera irreparabile, e per una frazione di secondo ti chiedi come farai a vivere, senza Martino, senza il suo sorriso contro il tuo sorriso, senza le vostre gambe aggrovigliate nella notte, senza il suo peso su di te.
E allora perché sei stato zitto Niccolò, perché non gli hai urlato di restare a costo di perdere la tua dignità, perché non gli hai spiegato che Luai non è mai stato un pericolo per la vostra relazione, ma solo una parentesi di un passato doloroso che hai cercato di dimenticare, perché non gli hai detto che è solo qualcuno a cui hai voluto bene, in quella che per te è a tutti gli effetti un'altra vita, e che tutto quello che volevi fosse assicurarti che lui stesse bene e che non ti odiasse per quello che gli è capitato, avrebbe capito, magari avrebbe messo il muso, perché lo sai com'è il tuo Martino, geloso, anche se non dovrebbe esserlo, perché tutto di te è suo, il tuo cuore, la tua testa incasinata, ogni brandello della tua anima è suo.
E allora perché non glie l'hai detto, e perché non si fida te? Non glie lo dimostri abbastanza? Non sei abbastanza? Forse non lo sei mai stato.
E quindi si, dovresti essere incazzato, incazzato perché non ti ha creduto quando gli hai detto che non c'è stato niente, e che non vuoi niente da Luai, incazzato perché quando hai allungato la mano per toccarlo si è girato e la porta che sbatte è l'unico suono che rimbomba nelle tue orecchie.
E allora perché senti questo senso di colpa che ti sta schiacciando così tanto da mozzarti il respiro, perché questo senso devastante di vuoto sta invadendo ogni parte di te, ogni muscolo del tuo corpo?Il telefono continua a squillare ma non sai dove sia finito e tu non vuoi girare la testa,
Perché la sua felpa è ai piedi del vostro letto, le sue scarpe sotto la vostra sedia, e le sue camicie nel vostro armadio, ed è più facile se fissi il soffitto bianco non pensare che
tutto qui è vostro, ogni cosa, fino all'ultimo brandello di carta da parati di cui Martino si è lamentato dal primo giorno, che stavate progettando di staccare il prossimo fine settimana per dipingere il muro, il vostro muro. Tutto è vostro. E lui non c'è, e tu sei qui, solo.E non sai come sta, non sai se tornerà, e la testa ti gira, e hai questo assurdo pensiero di desiderare di essere in uno di quei momenti in cui ti senti così in alto da toccare il cielo, quando in realtà stai solo prendendo la riconcorsa per precipitare.
A Martino questo pensiero non piacerebbe affatto.
Il campanello suona e improvvisamente corri, quei quindici passi che dividono la camera da letto dalla porta d'ingresso potrebbero essere la fine di questo incubo, ma quando apri la porta ti senti sprofondare di nuovo, e il pensiero che tu abbia rovinato tutto si precipita su di te come un treno in corsa.
"Ti ha mandato a prendere le sue cose?"
"Ah Nì, ma che cazzo stai a dì, è tutto il pomeriggio che proviamo a chiamarti, ci siamo preoccupati"
"Gio sto bene, ma grazie comunque"
"Non mi sembra che tu stia bene"
Si intromette Silvia con dolcezza.
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TU NON SEI SOLO
FanfictionHo cercato di mettere per iscritto ciò che non ci è stato mostrato. Di dare voce ai pensieri di Niccolò quando Martino è andato via di casa, mi piace immaginare che solo non sia stato, e che, anche lui, come Martino, abbia avuto il supporto degli am...