«Non ti faremo del male. Nessuno te ne farà, qui.»
Dopo le parole di Ariel, che aveva deliberatamente disubbidito alla volontà di Gilbert, Acab aprì la porta. Portava segni di graffi sul volto e sulle braccia. Gli occhi bassi, coperti dai capelli corvini.
«Mi duole ammetterlo,» iniziò Gilbert, dopo un profondo sospiro «ma Ariel ha ragione. Cosa ti è successo?» le braccia incrociate al petto.
Acab alzò il viso e fissò lo sguardo serio verso il medico. «Solo Simon può aiutarmi» e serrò la mascella. I due presenti si scambiarono espressioni interrogative, prima di articolare qualche parola.
«Credo sia fuori sede con Nathan. Lo puoi aspettare in cortile. Meglio che tu stia in mezzo ad altre persone...» «Assolutamente no. Non posso.» Gilbert non fece in tempo a concludere la frase che il ragazzo lo interruppe bruscamente.
«Ok.» lo tranquillizzò Ariel, poggiandogli la mano al braccio. «Parlerò io con Simon non appena sarà arrivato.» e guardando Gilbert con un'espressione emblematica, chiese ad Acab se fosse d'accordo. Lui annuì, serio.
Non appena furono fuori dall'infermeria, Gilbert, che proprio non riusciva a comprendere il comportamento di Ariel, chiuse la porta a chiave negando vistosamente col capo: «Non so cosa tu abbia in mente e non so se voglio scoprirlo.»
Con un ultimo sguardo fugace all'infermeria, Ariel strinse le braccia al petto. Seguì Gilbert con lo sguardo perso in un vuoto pieno di pensieri.
Scesero le scale in silenzio e a passo lento, poi, quasi avvertendo fisicamente i dubbi del medico che la precedeva, soggiunse: «Fidati di me, Gilbert. So che è difficile capire come sia possibile che io stia ancora qui a preoccuparmi per lui, ma ho le mie ragioni.»
Una risata sommessa e quello non riuscì a trattenere l'ovvia risposta: «"Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce..."» L'aveva pronunciata con un tono teatrale, una volta giunti al piano terra.
«"Il cuore dell'uomo è insanabilmente maligno"» ad accoglierli ci fu la voce di Simon. «Da quando citi Pascal, caro Gilbert?»
Il Padre era appena rientrato dalla missione poco fruttifera con la Confraternita delle Sette Chiese. I suoi confratelli apparivano terrorizzati all'idea di intraprendere, insieme a lui, la lotta all'ascesa al governo dei Damian.
«La luce non si dovrebbe mischiare con le tenebre, fratello.» Aveva pronunciato il Capo di Laodicea. Simon si era alzato dal seggio e aveva detto, in tono deciso: « La luce non si mischierà mai con le tenebre, perché la luce squarcia le tenebre e crea la vita». Poi se n'era andato, non prima di pronunciare l'ultima parola. «Gesù Cristo era da solo su quella Croce e San Paolo si ritrovò solo nella sua ultima difesa. Seguirò questi modelli, non certo quello di chi come voi si sottomette inerme invece di combattere.» Aveva girato i tacchi e se n'era andato, con la speranza che, prima o poi, il Suo Signore l'avrebbe aiutato.
«Da quando Acab ti deve parlare.» rispose Ariel accostata a Gilbert. Fu naturale per Simon mostrare un ampio sorriso, seppur malinconico. «Allora andrò da lui».
«No.» inspirò Ariel e trattenendo il fiato: «Prima che tu lo possa incontrare, ho bisogno di parlarti. In privato.» sottolineò, ma nel farlo sfuggì ai suoi occhi ridenti come chi deve nascondersi da una fonte di luce. «Allora andiamo!» le diede una pacca alla spalla e stringendola a sé si diresse verso il suo studio.
***
Appena Simon aprì la porta, Ariel fu inebriata dall'essenza di bergamotto che invase le sue narici, costringendola a inspirare profondamente quel profumo così gradevole.
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The Name of Jesus Christ
ParanormalLa cittadina di Filadelfia sembra un borgo tranquillo, in cui la gente comune passa la giornata senza occuparsi degli strani avvenimenti che accadono da diverso tempo. Tuttavia, Simon si ritrova - suo malgrado - a combattere per la salvezza delle an...