3 Marzo 2020
Il tempo era mite, il traffico mattutino iniziava a farsi sentire, io stavo per prepararmi per andare a prendere l'autobus per andare a scuola. A metà strada dalla fermata dei bus, notai di aver dimenticato il cellulare, non potevo andare a scuola senza, è importante! Tornai velocemente a casa, lo presi e mi misi a correre come un leone che insegue la sua preda. Riuscii a fare in tempo, salito in autobus presi immediatamente il mio Mp3 per ascoltare della musica, mi appoggiai al finestrino e chiusi gli occhi. Arrivato a scuola, iniziò la prima lezione: biologia. Voi sapete quanto è impegnativa questa materia? Soprattutto se non hai nessun interesse a studiarla, ma purtroppo non posso scegliere, a scuola, cosa studiare o meno. Nell'ora d'italiano iniziammo a parlare di attualità e del nuovo virus che stava affliggendo molte persone. Tutti in classe consciamente, sapevamo che prima o poi ci sarebbe arrivata la notizia della sospensione scolastica, quasi per tutti sarebbe stata una brutta notizia. Per me lo sarebbe stata di sicuro, ma non perchè temevo per le persone che sarebbero potute stare male, ma perchè si stava avvicinando il mio compleanno e io volevo festeggiarlo a tutti i costi a scuola, infatti aspettavo con ansia quel giorno, avevo addirittura preparato ciò che avrei dovuto indossare. Insomma eravamo tutti preoccupati e ancora non sapevamo quanto fosse grave la situazione. Suonata la campanella dell'intervallo, andaii nel cortile della scuola, erano tutti lí a parlare, sparpagliati qua e là, e contrariamente da ciò che pensavo, non si parlava del virus ma di altri argomenti come: la nuova stagione di Riverdale, le nuove canzonii, calcio... Nessuno di noi, avrebbe mai potuto pensare che avevamo alle porte una vera pandemia. Sembrava una di quelle serie tv appocalittiche, nelle quali un agente patogeno trasformano tutti gli uomini in dei zombie assetati di sangue. Il pomeriggio era tutto tranquillo, gli uccelli cinquettavano, le nuvole si muovevano, gli alberi accarezzavano il cielo ed io passeggiavo fissando il cellulare che avevo in mano. Stavo mandando un messaggio ai miei amici per incontrarci alla villetta. Cosí le ore passavano, il cielo lento si oscurava e noi parlavamo del più e del meno. Dopo cena andai nella mia camera, mi infilai sotto le coperte e iniziai a guardare la così tanto attesa stagione di Riverdale. Una nuova giornata stava per iniziare e il mio compleanno stava per arrivare, andai a scuola con tanto entusiasmo le lezioni stavano per iniziare, ma io non ero in classe, stavo viaggiando con la mia mente, pensando a come trascorrere "la mia giornata". Tutto cambió quando qualcuno bussó alla porta dell'aula: era la preside. Eravamo preoccupati, qualcuno temeva di essere stato scoperto mentre fumava, altri, come me pensavano che a scuola domani e in quei successivi giorni non ci dovevamo andare. Non riuscivo più a stare in piedi, il cuore mi stava esplodendo, non sapevo più cosa pensare, cosa fare, mi sembrava che il mondo mi stesse "crollato in testa. << per disposizioni governative le attività didattiche saranno sospese dal 5 al 15 marzo >>.
Eravamo tutti sorpresi, alcuni felicissimi, altri indifferenti e altri ancora tristi. Tornai subito in me, non potevo fare nulla e compresi che non era importante il mio compleanno, ma le persone che stavano soffrendo. Nonostante ció, onestamente, ero molto scettico su questo, ancora non ci potevo credere. Adesso tutti ne parlavano, ma quasi tutti pensavamo che dato che non avevamo delle prove concrete, cioè amici, conoscenti con questo virus, ancora non eravamo preoccupati in maniera molto seria. I telegiornali non smettevano di parlare di questa epidemia, e questo a contribuito a diffondere il panico, nonostante l'incredulità.
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Coronavirus: il punto di vista di un adolescente
Short Storyil coronavirus raccontato da un ragazzo di 16 anni