Our story

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La ragazza, dai corti capelli neri e le lentiggini sulle guance, stava seduta sulla poltrona con aria sofferente, mentre le mani si torturavano a vicenda e il labbro inferiore veniva massacrato tra i denti.
-Come mai ha deciso di incontrarmi?- parlò per la prima volta, dopo gli abbondanti trenta minuti che aveva passato a trovare una posizione comoda sul cuscino foderato di raso verde.

Louis la guardò con vago divertimento, chiedendosi se non avesse fatto uno sbaglio nel invitarla a casa sua.
-Vuoi parlare di lui?- gli chiese a sua volta, accavallando le gambe e aspettando una risposta.

La giovane donna lo scrutò con un cipiglio confusione volto.
-Vuoi sapere di Harry Styles, non è vero?- specificò, pronunciando piano quelle parole, come se potesse confonderle o posizionarle in modo scorretto.

Constance, così si chiamava la ragazza, sembrò ricordarsi solo in quel momento delle centinaia lettere e e-mail che gli aveva mandato, chiedendogli del ragazzo riccio.
-Oh, si..- sussurrò.

La sua era semplice curiosità, si ostinava a dire a sua madre, che una volta gli aveva chiesto il perché di tanto interesse per quel ragazzo.
-Cosa vuoi sapere?- la voce di Louis suonò atona, piatta, anche se nei suoi occhi si leggeva una malcelata curiosità.
-Tutto?- provò Constance, grattandosi il retro della testa con imbarazzo -Vorrei solamente sapere che tipo era..- riprovò sta volta, cercando di sembrare più discreta.

L'uomo davanti a lei, rise, forse sembrava più uno sbuffo d'aria, ma poco importava.
-Tutti sanno che tipo era Harry Styles..- gli comunicò -Lui era la stessa persona che si vedeva alla TV, durante un intervista. Lui non recitava un ruolo..-
-La mia è semplice curiosità.- lo informò, rifilandogli la stessa risposta che usava con sua madre.
-Sai? Molte persone sono curiose e vogliono sapere quello che facciamo o i nostri segreti..- disse -Se non fosse così le interviste non servirebbero a nulla ma tu non sei semplicemente curiosa, c'è qualcosa di più.- concluse, sorridendo.

Louis aveva ragione, Constance non era unicamente curiosa, lei voleva la verità, perché lei non conosceva Harry Styles ma conosceva i suoi occhi, aveva imparato a leggerli e poteva suonare assurdo, tremendamente sbagliato, ma ci aveva visto qualcosa che non andava.
-Allora ora rispondimi, che cosa vuoi sapere?- domandò Louis, interrompendo i pensieri della mora.
-Voglio sapere la verità.- rispose.
-Allora dovrò iniziare a raccontarti tutto dal principio.- annuì Louis, più a convivere se stesso che la ragazza davanti a sé -Sicura di aver abbastanza tempo?-

Constance puntò i suoi occhi sul grande orologio alle spalle dell'interlocutore, erano le 15:43, non che gli interessasse.
-Per sapere la storia di Harry ho tutto il tempo del mondo- lo informò decisa.

Louis annuì un altra volta.
-Se vuoi sapere la verità però non ti racconterò la storia di Harry..- la corresse -Ti racconterò la nostra storia.-

I bootcam erano andati male, stramaledettamente male, e Louis ora si trovava a correre verso i bagni, con le lacrime che si seccavano sulle guance e i conati di vomito a chiudergli la gola.
"Dio, ma perché?" si chiese, strascinandosi, una volta arrivato alla meta, dentro ai servizi.
Dopo essersi chiuso alla spalle porta non riuscì neanche a raggiungere uno dei gabinetti, semplicemente si aggrappò al lavandino più vicino e lasciò che il suo stomaco rigettasse qualsiasi cosa.
Le lacrime riniziarono a scorrere lungo il viso, ma questa volta non era per la batosta ricevuta pochi minuti prima dai giudici, no, quel pianto era un effetto collaterale al vomito. Gli succedeva sempre, non poteva ribellarsi, lasciava che quelle gocce salate gli solcassero il volto e poi si risciacquava, togliendo ogni residuo del accaduto. E così stava facendo quando un ragazzo dai capelli ricci entrò prepotentemente nel locale e andò a sbattere contro di lui.
-Ops..- singhiozzò, tirando su col naso e passandosi una manica del golfino sul viso.
Louis era sicuro di averlo già visto, sicuramente era un concorrente e evidentemente le cose erano andate male anche a lui.
-Ciao- lo salutò, forse, pentendosene un secondo dopo -No, okay, sicuramente un "Ciao" non è quello che vuoi sentirti dire in questo momento..- fece notare, notando l'aspetto del giovane.
I suoi grandi occhi verdi erano vitrei, due piccole pozze bagnate e arrossate, le labbra erano rosee e gonfie, segno che le aveva morse molto, magari per non urlare o imprecare qualche insulto e il suo volto era pallido, fatta eccezione per le guance rosse per la rabbia o per la delusione. Il tutto era contornato da un ammasso ricci, come quelli di un angelo cherubino, solo più scuri.
-E sono sicuro che tu non avevi bisogno di ritrovarti sballottato da un ragazzino..- mormorò imbarazzato, sicuramente notando a sua volta gli occhi arrossati del maggiore.
Louis non avrebbe dovuto notare così tanti dettagli di quel ragazzo ma non poté fare a meno di ammirare come quelle lunghe ciglia andassero ad adagiarsi sugli zigomi pieni, ogni qualvolta che sbatteva le palpebre, regalandogli un aspetto adorabile.

Every breath you take [LARRY OS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora