🌙 avviso: c'è un piccolissimo riferimento alla wolfstar. 🌙
Da quando Regulus era arrivato a Hogwarts, Sirius si prendeva cura di lui per vie traverse.
Il più piccolo dei Black, fin dal primo giorno di scuola, aveva fatto intendere come egli fosse figlio unico: non aveva fratelli, era solo e come tale se la sarebbe cavata anche in quel Castello così bizzarro e, al contempo, rassicurante.
Credeva che nulla, fra le spesse mura di pietra, potesse fargli del male, ma Sirius non era d'accordo.
Aveva passato intere notti a chiedersi se Regulus fosse sano e salvo al dormitorio, ogniqualvolta che entrava nella Sala Grande sbirciava al tavolo Serpeverde per esser certo che il minore stesse mangiando e, quasi ogni giorno, trovava una scusa per recarsi in infermeria per controllare se un lettino fosse occupato da Reg.Ramoso gli ripeteva che non poteva continuare in quel modo, che avrebbe avuto un esaurimento nervoso a breve se si fosse aguratot ancora così tanto, ma quando gli chiese di consigliargli altri stratagemmi per controllare il fratello, Potter non rispose.
Fortunatamente, fra i Malandrini, c'era anche Lunastorta.«Perché non utilizzi la Mappa? Lì puoi osservare letteralmente ogni suo movimento.» sussurrò Remus cosicché nessun altro grifondoro all'interno della Sala Comune potesse origliare.
Sirius lo avrebbe baciato se solo avesse ammesso i propri sentimenti per Lupin, ma al momento era il caso di risolvere un dissidio interiore alla volta.
Incurante del borbottio di Ramoso il quale sembrava dire "te lo stavo per suggerire io", Felpato corse a per di fiato nel dormitorio per poter venire in possesso del Sacro Graal con cui avrebbe messo a tacere ogni singola preoccupazione - un po' melodrammatico come paragone, ma il ragazzo sapeva di avere quest'indole teatrale.
Nascondevano la pergamena incantata nel baule di James e, senza riflettere che effettivamente poteva utilizzare la magia, svuotò la valigia del giovane sparpagliando tutti gli abiti per il pavimento.
«Ehi! Quella è la mia roba!» esclamò Potter, ma ancora un volta Sirius lo ignorò poiché aveva trovato l'oggetto del desiderio.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.» affermò con tono autoritario e un colpetto di bacchetta.
In men che non si dica, aveva l'intera Hogwarts davanti ai suoi occhi.
Gli ci volle qualche istante prima di individuare la scritta col nome di Regulus, ma la trovò: il ragazzo si trovava nel giardino della scuola ed era solo.Un moto di tristezza invase il più grande dei Black in quanto si era reso conto, in diverse occasioni, di come il fratello faticasse a fare amicizia.
«Sta bene?» chiese Remus notando lo sguardo vacuo e preoccupato dell'amico.
«Sì, ma devo andare da lui. Fatto il misfatto.»
Con un nuovo colpo di bacchetta, la mappa tornò ad essere una semplice pergamena immacolata.
«Sirius, sai che non ti vuole parlare.»
Si percepiva una nota di preoccupazione nella frase pronunciatasi da James, il quale stava risistemando i propri indumenti nel baule.
«Non hai intenzione di... Sei pazzo! E se ti scoprisse?»
Lunastorta aveva capito. L'unico modo affinché potesse essere vicino al fratello era quello di trasformarsi nel cane nero che faceva compagnia al lupo mannaro nelle notti di luna piena.
«Ma è geniale!» esclamò Ramoso alzando la testa dalla valigia così da guardare il migliore amico: diventare un animagus illegalmente aveva i suoi vantaggi, dopo tutto.
«Ramoso, smettila. Non è geniale, è folle!»
«Che differenza c'è?»
Sirius era stanco di sentire i battibecchi tra Lupin e Potter in merito a cosa fosse giusto da fare, aveva deciso e per il fratello avrebbe corso il rischio.
Fortunatamente aveva ancora un'ora prima del coprifuoco - non che gli importasse, ma se fosse tornato in tempo si sarebbe risparmiato la ramanzina da parte di Remus - e senza doversi guardare le spalle da Gazza, Black uscì dal Castello senza alcun problema.
Per quanto fosse sconsiderato, sapeva che doveva celare le proprie capacità, così ebbe l'accortezza di nascondersi per tramutarsi nell'animale.
Gli ci vollero solo pochi secondi, oramai ci impiegava sempre meno tempo, dopodiché il bel cane nero girovagava per il verdeggiante giardino della scuola.
Fece mente locale per ricordarsi dove aveva visto il nome di Regulus e, aiutato dal fiuto, trovò quasi subito il volto pallido e inespressivo del giovane.
Stando attento a non mettergli paura, Sirius si sedette accanto al ragazzo attendendo che fosse quest'ultimo ad accorgersi della sua presenza.
Passò qualche minuto in cui il più grande dei Black si chiese a cosa stesse pensando così intensamente il minore, ma non fiatò.Regulus aveva come il presentimento che qualcuno, qualcosa, lo stesse palesemente osservando e, quando si voltò, perse qualche battito dallo spavento nel vedere l'animale accanto a lui.
«E tu da dove arrivi? A Hogwarts non sono ammessi cani.»
Dannazione, Sirius non aveva pensato a quel dettaglio, doveva trovare una soluzione e alla svelta.
Si guardò intorno e nel notare la Foresta Proibita, abbaiò in quella direzione.«Vieni da lì? Cosa ci fai nei confini della scuola? Perché non mi hai ancora attaccato?»
Avrebbe voluto far tacere Regulus. Si era dimenticato delle costanti domande che poneva quando una situazione non aveva una logica, ma non poteva dirgli nulla.
Si stese e appoggiò il muso sulle gambe del ragazzo per fargli comprendere che le sue intenzioni erano buone, desiderava solo fargli compagnia per un po'.
Il più piccolo dei Black era titubante, non sapeva se fidarsi, tuttavia cosa aveva da perdere oltre a una mano?
Nulla. Per tale motivo cominciò ad accarezzare il pelo del cane, inizialmente con esitazione, ma acquisì maggior fiducia nel vedere come l'animale apprezzasse la sua presenza.Rimasero in silenzio, persi in quella bolla di tranquillità.
Regulus si sentiva meno solo, Sirius aveva il cuore un po' più caldo poiché era insieme al fratello.
Le campane suonarono, il coprifuoco era arrivato.Il ragazzo sospirò, conscio di dover tornare alla confusione di Hogwarts, lui che amava il silenzio e la tranquillità. Felpato, invece, guaì arrabbiato col tempo trascorso troppo in fretta.
«Non so se puoi capirmi, ma te lo dico lo stesso. Domani mi troverai qui alla stessa ora se non pioverà. Sai, il tempo in Inghilterra è imprevedibile.» disse con un accenno di sorriso il giovane.
Sirius abbaiò facendogli capire che si sarebbero visti il giorno dopo, felice come quando era salito per la prima volta sulla scopa.
Si prese l'ultima carezza che il minore dei Black gli lasciò sulla testa, dopodiché attese che quest'ultimo si dirigesse verso il Castello.Sarebbe arrivato in ritardo, sarebbe dovuto sfuggire dalle grinfie di Gazza e si sarebbe dovuto sorbire le ramanzine di Lunastorta, ma per suo fratello avrebbe sopportato questo e altro.
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Prior Incantatio
Short StoryIl Prior incantatio si lancia su un'altra bacchetta per vedere qual è l'ultimo incantesimo che essa ha lanciato. Poiché «le parole sono, per la mia opinione non tanto umile, la nostra fonte di magia più inesauribile, capace sia di ferire che di cura...