"Questo lo porti?"
"No è troppo leggero, lo lascio qui per quando ritorno"
Cole annuisce per poi rimettere nell'armadio il maglione rosa.Qualcuno tira lo sciacquone e Lynette e Jerome escono dal bagno, mentre quest'ultima è più bianca del solito. Le nausee la stanno distruggendo, sta uno schifo.
È perfino più bianca di te.
Cinquanta sfumature di schifo."Quello non è tuo, è mio"
Borbotta lei guardando il maglione. Ah, ecco di chi è allora."Infatti mi sembrava un tantino surreale il fatto che lei avesse comprato un maglione completamente rosa"
Ride il mio coinquilino. Effettivamente ha ragione."Questa invece?"
Mi passa la felpa rossa della scuola di Andrew. Quella che ho preso quando avevo freddo, dopo la sbronza."Quella è di Andrew"
"Quindi non la porti?"
La lascia sul letto, ma lo blocco e la prendo dalle sue mani, piegandola per bene nella valigia."Spiegami di nuovo perché devi tornare in Italia"
Borbotta Emma a braccia conserte, mentre con sguardo arrabbiato mi guarda dalla poltrona."Perché i biglietti non sono rimborsabili, e anche se lo fossero io voglio passare il Natale con la mia famiglia Emma"
Il tono di voce esce più duro di quanto vorrei, e dalla sua espressione affranta capisco di essere stata forse un po' troppo cattiva"Ma avevamo già programmato di trascorrere il Natale insieme"
"Lo so, e mi dispiace. Ma cerca di capire Emma, non li vedo da quasi quattro mesi"
Lei sbuffa e volta la testa verso la finestra. So che ci è rimasta male, ma deve anche capire che per me Natale in America e Natale in Italia non sono la stessa cosa.
Vado verso l'armadio e tiro fuori due paia di jeans.
"Cole -lo richiamo- hai per caso visto i miei jeans azzurri e neri"Dalle sue sopracciglia corrucciate capisco che non ha idea di cosa stia parlando
"Quelli che metto sempre, che hanno la zip laterale""Oh si -esulta felice di essersene ricordato- li ho lavati la settimana scorsa"
"E dove li hai messi?"
"Nell'armadio"
"Non ci sono"
"In quello di Andrew"
Sorride"E perché li hai messi lì e non nel mio?"
Chiedo dubbiosa. Non credevo che la demenza fosse progredita tanto da non fargli ricordare nemmeno quale sia la mia stanza"Perché tu ti sei praticamente trasferita in camera sua, pensavo di farti un favore"
Abbasso la testa verso la valigia per non fargli notare di essere arrossita, ma credo che l'abbia notato perché ridacchia.
Apro l'armadio di Andrew ed il suo forte odore mi riempie le narici, facendomi sospirare.
Ora, non vorrei fare la sottomessa di turno, che pensa solo al suo ragazzo e a quanto senta la sua mancanza...
Ma ehi, non lo vedo da giorni, concedetemi qualcosa.Prendo i miei jeans per poi tornare in camera mia, dove trovo Lynette stesa sul mio letto mentre tutti sono accovacciati intorno a lei che parlano alla pancia.
E la scena non è carina, è inquietante.
Sembra di stare in uno di quel film horror dove una setta sacrifica una giovane vergine.
Se solo non fosse che puoi chiamare Lynette in mille modi diversi, fuorché vergine."Vieni a parlare al bambino Jyl"
Mi fa segno con la mano.
Non sbuffare. Non sbuffare. Non sbuffare.
Troppo tardi, l'ho già fatto.
Razza di mostro, cerca di scovare un po' di empatia nella tua anima
Io empatica? Potrei ridere.
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Il Rumore Del Silenzio
RomanceFino a quel momento la mia vita era sempre stata una partita a scacchi, tutte le mosse compiute erano dettate da volontà altrui. E non ero una regina, né una torre. No, ero un semplice pedone, la prima che sarebbe stata sacrificata. Eppure la mia...