Capitolo 16

200 32 90
                                    

Tornando a casa, dopo quell'intensa giornata scolastica, Colin non immaginava certamente di trovare, ad aspettarlo sotto il portico fatiscente della sua abitazione, Lip Nelson. Da qualche giorno, ormai, il ragazzo era sfuggente, distante. Non che Colin lo considerasse davvero suo amico, ancora. Ma, d'altronde, nessuno conosciuto a Moonlight considerava davvero amico. E nemmeno quelle poche conoscenze che aveva a New York. Per Colin, l'amicizia era importante. Troppo, per concederla al primo che gli rivolgeva un sorriso. Aveva avuto un unico amico, in diciassette anni di vita. Un ragazzotto dalla risata contagiosa e la pelle nera come il carbone. Abitava nella parte peggiore del Bronx, eppure quella realtà non sembrava averlo sopraffatto. Aveva sogni che, forse, non gli spettavano, voleva andarsene, studiare, trovare un lavoro onesto. Colin lo aveva incontrato per caso. Lo aveva aiutato in una rissa, e non lo aveva più mollato. Due anni costantemente spalla a spalla, ad aiutarsi, a coprire gli sbagli l'uno dell'altro. Riuscivano a capirsi al volo, con un semplice sguardo. Con lui, Colin perdeva anche quel suo solito fare tenebroso.

Poi tutto era finito. Improvvisamente. Un gelida sera di gennaio. Dave, questo era il nome del ragazzo, aveva chiesto aiuto a Colin. Il fratello era finito in un brutto giro, aveva pestato i piedi alle persone sbagliate. Aveva contro una delle bande peggiori del quartiere, non sapeva come uscirne. Colin non voleva entrarci, era stato categorico. Sapeva quanto i nonni soffrissero per i problemi della madre, e non voleva dar loro l'ennesima preoccupazione.

Quando, quella sera di gennaio, aveva squillato il telefono a tarda ora, Colin aveva capito all'istante che il problema era grosso. Dall'altra parte della cornetta, le urla strazianti della madre di Dave lo avevano travolto, procurandogli inspiegabilmente un dolore fisico difficile da placare. Dave era morto, insieme al fratello. Sul ciglio di una strada poco trafficata. Qualche colpo di pistola e lasciati lì, sul gelido asfalto, ad annegare nel loro stesso sangue.

Colin non aveva parlato per giorni, se non con la polizia. Ma sapeva poco, e il suo aiuto era stato irrilevante. Si era colpevolizzato, aveva pianto, si era maledetto. Ancora oggi, di tanto in tanto, lo faceva, mentre silenziosamente manteneva quella promessa fatta a se stesso circa un anno prima. Quella di non ricascarci, di andarci cauto con le amicizie e, soprattutto, di non farsi abbindolare da un po' di soldi facili. Le bande criminali erano una piaga non solo di New York. Prima di trasferirsi, Colin già conosceva la fama di Jim Nelson e dei lupi, e non voleva averci a che fare. Certo, non immaginava che il primo a Moonlight a rivolgergli la parola sarebbe stato proprio il figlio di quel boss.

«Che ci fai qui?» chiese, iniziando a girarsi una sigaretta. Lip lo guardava fisso, forse per metterlo in soggezione. Dopo l'incontro al lago, i due non si erano più visti. Entrambi avrebbero voluto scrivere all'altro, entrambi erano stati bloccati da uno stupido orgoglio invalidante.

«Che c'è tra te e Micol?» Colin sorrise. Pensava fosse l'ennesimo tentativo di Jim per reclutarlo, invece Lip si era scomodato ad arrivare fino a casa sua per una sciocca gelosia. Per la prima volta, lo vide insicuro e infantile. Avrebbe potuto chiedere tranquillamente, senza sembrare un cane rabbioso. Colin lo avrebbe tranquillizzato, magari aiutato con la ragazza che occupava ogni suo pensiero. Ma Lip era partito all'attacco, traendo già ogni conclusione. La vena pulsante del suo collo indispettì Colin, che chiuse la sigaretta, la strinse tra le labbra e la accese, posizionandosi sicuro davanti a Lip.

«E a te che importa?» chiese in modo beffardo, innervosendolo all'istante.

«È la mia ragazza» sbraitò, sicuro. I pugni serrati e la mascella rigida fecero cedere Colin, che scoppiò in una risata fragorosa. Lip lo squadrò confuso e lui alzò le mani in segno di resa.

«Calmati. Calmati. Tra me e Micol non c'è niente» si affrettò a spiegare, come se davvero dovesse qualche spiegazione a quel semisconosciuto.

«Non prendermi per il culo. Siete sempre insieme» urlò ancora Lip. Colin scosse il capo, sbuffando e incrociando le braccia al petto.

MoonlightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora