73. UNA VECCHIA STORIA

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Jughead.

Sento un rumore provenire da fuori casa mia.
Mi affaccio la finestra e vedo un gatto che è caduto da un bidone.
Mi metto quasi a ridere, non mi sono mai piaciuti i gatti. Io sono una persona da cane.
Vedo la luce della camera di Betty accendersi.
La vedo intenta ad ascoltare un audio al telefono.
Perché la sto ancora guardando?
Dovrei nemmeno pensare di affacciarmi alla finestra per vederla meglio. Non mi aiuto. Ma non riesco a togliermela dalla testa.
Chi l'avrebbe mai detto, eh? Il tenebroso cattivo ragazzo che ha sempre giocato con le ragazze si è innamorato di una ragazza di Los Angeles. Ed io ho sempre amato le città grandi e chi vi abita.
Ma volte il destino stupisce.
Torno sul letto e accendo la tv sperando di togliermela dalla testa almeno per una mezz'ora.
Fatalità il primo film che viene fuori è un film d'amore.
Ma vaffanculo!
"Colpa delle Stelle".
Oddio!
Apro le braccia e urlo verso la tv:
<Ma allora dimmi che lo fai apposta!>
Era un venerdì sera e Betts si era fermata qua a mangiare. E quella sera che lo abbiamo visto, abbracciati sul divano.
Aiuto! Perché torna tutto sempre a lei.
Oh, la tipa sta baciando il tipo senza gamba.
Ed è in questo momento che mi mancano le labbra di Betty. Mi manca baciarla.
/Ma la smetti?!/
È più forte di me!
<Basta> dico spegnendo la tv.
Scendo in cucina e, passando davanti alla sua nuova stanza, vedo la porta di Toni chiusa. Vorrei entrarci, ma non voglio disturbarla.
Vado in cucina e apro il freezer, ho fame.
Vedo del gelato alla stracciatella. Mi lecco le labbra, ma no. Non voglio questo gusto.
Esco di casa non curante delle mie condizioni e con la macchina corro verso il gelataio amico di Betty.
"Chiuso".
/Sono le 11:30, che ti aspettavi?/
La luce però è ancora accesa.
Decido di bussare.
<Jughead!!> mi saluta felice Fernando dopo avermi aperto la porta.
<Che ci fai qui a quest'ora?> mi chiede facendomi entrare.
<Avevo voglia di gelato, ma se sei chiuso posso andarmene> dico cortesemente capendo che ormai aveva chiuso.
<Ma figurati! Anzi, avevo  ne voglia anche io. Dai, ce lo mangiamo insieme>
Questo uomo, non so perché, ma mi esprime sicurezza. Sembra davvero una bella persona.
<Volentieri!> rispondo.
<Immagino che tu voglia il gelato di Betty, ragazzo mio> mi dice ridacchiando.
<Oh già> rispondo solamente.
<Dimmi figliolo, come va?> mi chiede porgendomi la mia coppetta e andando a preparare la sua.
<In realtà non tanto bene, Fernando> non ho problemi a parlare con lui, sento che sarà un buon ascoltatore. Prendo una cucchiaiata e me la porta alle labbra.
Quella sera in cui, io e Betty abbiamo scelto il nome di questa cosa fantastica, mi invade la mente.
<Che ti succede?> mi chiede preoccupato.
<Ho fatto un casino con Betty, le ho nascosto una cosa...Non l'ho tradita, o cose così tranquillo...non lo farei mai...però...diciamo che sapevo una cosa che la riguardava e non le l'ho detta e...e ora è arrabbiata con me per questo...>mi manca infinitamente.
Mi siedo sbuffando su uno degli sgabella vicino all'entrata.
<Oh, ragazzo mio..,.posso raccontarti una storia?> mi chiede sedendosi vicino a me
Non capisco che storia voglia raccontarmi e quale sia il nesso, ma annuisco.
<A 17 anni conobbi una ragazza> comincia a raccontare con fare teatrale guardando in giro.
<Lei era una di quelle ragazze diverse dalla norma, non faceva la squaldrina e neanche la santerellina era tanto bella quanto dannata. All'inizio non andavamo d'accordo. Ma poi, non mi ricordo nemmeno il perché, presi le sue difese picchiando un ragazzo che stava cercando di portarsela a letto.. non capii il senso del mio gesto: lo feci e basta>
Non posso fare a meno di pensare a me, a Betty, ad Archie e a quella sera.
<Da quella notte non sono riuscito a togliermela dalla testa. Con il passare dei giorni mi resi conto di essermi innamorato di questa ragazza e sono certo che era così anche per lei.
Ci mettemmo insieme, ti risparmio i dettagli di come è successo però> ridiamo.
<Ero al settimo cielo. Però poi un giorno litigammo, per una questione importante, che ora non ti sto a dire.. Lei era incazzata nera. Io mi sentivo vuoto e inutile senza di lei.. Non sapevo cosa fare> guarda un punto fisso dietro di me.
<E...e cosa hai fatto alla fine?> chiedo intromettendomi curioso grattando gli ultimi rimasugli del mio gelato.
Lui in riposta va verso una parete e prende una foto che è appesa.
<Non mi sono arreso> mi dice mostrandomi la foto che ha preso: lui, decisamente più giovane, che abbraccia una donna. Ai piedi ci sono due bambini che giocano, uno leggermente più grande. E in braccio alla donna una bambina con un fiocco rosa in testa.
<Lei è mia figlia minore: Audrey. Ora ha più di venticinque anni> indica la bambina in braccio alla donna.
<Lui è Mark: il figlio maggiore> indica il bimbo di all'incirca cinque anni che ormai sarà diventato adulto.
<Mentre lui è Josh> indica l'altro bambino di tre anni circa.
<E lei invece è Mary, la ragazza che conobbi a diciassette anni. L'amore della mia vita e madre dei miei figli> conclude così il suo discorso.
Sorrido felice.
<Questo Jug era per dirti che non ti devi arrendere. Né ora, né mai! Io non l'ho fatto. Ho lottato e ora sono l'uomo più felice della terra. Con una moglie che amo più di me stesso e dei figli per cui darei la mia stessa vita.>

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Bella la storia della famiglia di Fernando, eh?
Mi è piaciuto scriverla, spero che anche Betty e Jughead un giorno riescano ad essere così felici!
Manca poco alla fine comunque!
Bacionii.
-Sof 🌻

Distant - Bughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora