II.

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Harry Styles si sedette al tavolo di mogano nel suo nel salone della sua casa a Londra, aveva una grande finestra alle spalle, dalla quale filtravano i raggi solari che gli baciavano il viso. Impugnò la sua Mont Blanc e iniziò a scrivere. Non ci pensò neanche troppo, erano giorni ormai che voleva mandargli quella lettera e non poteva attendere oltre.

Caro Lou,
scusa se ti scrivo, mi hai chiesto dello spazio e giuro voglio rispettare la tua decisione, ma devo dirti, non posso non dirti queste cose.
Sarà l'ultima volta che mi farò sentire, a meno che tu non voglia.

L'altro giorno guardavo delle nostre foto vecchie, ho trovato quella in cui avevi un costume da sole addosso, ridevi e ti lasciavi fare tante foto per una volta.
Non le hai mai amate e ora sono l'unica cosa che mi rimangono di te.
Ti ricorderò sempre così, sorridente come un raggio di sole.
Perché è questo che sei stato per me.
Un raggio di sole che illuminava ogni mio giorno.

Spero di esserlo stato anch'io per te, spero di aver portato anche io qualcosa di buono.
Spero di averti fatto sorridere quel che basta per fartelo ricordare,
spero di averti fatto ridere come tu facevi ridere me,

spero di aver fatto sembrare le giornate un po' meno grigie, alcuni momenti un po' meno pesanti e anche se non ne parliamo più so che ci saranno sempre,
solo che non sarò lì con te la prossima volta.
Spero che quel tempo in cui siamo stati insieme non lo scorderai mai.

Secondo te perché non ne parliamo? Dovremmo forse, sarebbero andate diversamente le cose?
Non lo so, immagino che non lo sapremo mai.

Non dimenticherò mai il tuo viso un po' rosso e i tuoi capelli spettinati alla mattina,
non dimenticherò i sorrisi che mi hai strappato quando tutto andava male,

non dimenticherò mai quanto ti ho amato.
Sei stata la più bella fuga dalla realtà che potessi mai provare.
E non lo dimenticherò mai.
E ti prego, non dimenticarlo nemmeno tu.

E purtroppo non dimenticherò mai la tua faccia, la tua espressione, la tua maledetta espressione quando mi hai detto "no", "no Harry, non possiamo più andare avanti così".

Ero appena rientrato da casa e volevo solo cenare con te, magari vedere un film sul divano, mi sarebbe piaciuto andare a letto con te affianco che intrecci le tue gambe con le mie, che mi disegni dei piccoli cerchietti sulle schiena.
Mi sarebbe piaciuto svegliarmi con te che mi lasci una scia di baci sul corpo, con te che mi dai il buongiorno e che mi porti la colazione al letto, anche se lo odi perché faccio cadere tutte le briciole e poi ti tocca cambiare le lenzuola.
Mi sarebbe piaciuto vivere queste notti e queste mattine perfette ancora un paio di volte, cosa dico, all'infinito, mi sarebbe piaciuto averne all'infinito di momenti così.
E l'unica cosa che mi rimane da fare è riviverli nella mia mente.
Sai, tra un po' sarebbe stato il nostro anniversario, avremmo fatto 3 anni insieme.
Se devo dire la verità non pensavo che saremmo durati così tanto, ci saremmo stancati prima o poi, ci sarebbe interessato qualcun altro, ma tu sei sempre rimasto lì, accanto a me, non mi hai mai lasciato, allora perché lo stai facendo ora?

Quell'espressione, con la quale mi hai lasciato da solo in quella casa che abbiamo diviso per troppo, la odio.

Come fai? Eh come fai, a farti odiare ed amare allo stesso momento?

Mi hai guardato per l'ultima volta, sulla porta ti sei girato e mi hai guardato con quegli occhi in cui mi perdo ancora, ti odio ma ti amo più di qualsiasi altra cosa.
La casa è vuota senza te, certe volte non ci torno neanche, resto a dormire nello studio o da Mitch, ormai Sarah mi odia perché le svuoto tutto il frigo. Mi ero ripromesso di metterla in vendita, volevo veramente, ma quando le prime persone interessate sono arrivate e le ho sentite parlare dicendo come avrebbero voluto spostare i mobili non ce l'ho fatta, era la nostra casa, i nostri mobili, così come li avevamo messi noi. Li ho cacciati, tutti, mi avranno preso per un pazzo, quando Lucy, la ragazza dell'agenzia, mi ha chiamato per informarmi delle lamentele ho detto che non eravamo più interessati a vendere. Ho parlato al plurale, non me ne sono neanche accorto, solo quando dall'altra parte ho sentito dire "mi saluti il signor Tomlinson" ho realizzato. Le ho detto di sì, perché dirle che non ti sento da due mesi ormai, che non ho la minima idea di dove sei, con chi sei, se stai bene non le interessava di certo.

Our last summerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora