Un morto

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"Come ti chiami?"
"Clara, e tu?"
"Hunter."
"Hunter. Sai che non è questo quello che voglio sapere da te."
" Ok. Ti faccio un quadro generale di come funziona." Fece un bel respiro e iniziò: pratico e coinciso.
" è un gioco."

"Ti sembra un gioco, questo? "

" Non interrompere. Un orribile gioco. Se tocchi la superficie del decimo specchio vieni risucchiato qui ." Si alzò e andò zoppicante all'entrata della caverna.

"Guarda. Lì. C'è un riflesso." Misi le mani a coppa e vidi ciò che mi stava indicando. Era il riflesso di qualcosa di luccicante. Annuii.

"5 km. È la distanza dallo specchio. Dobbiamo attraversare questa distanza e arrivare a quel riflesso, che poi sarebbe lo specchio che dobbiamo attraversare. Questo specchio ci risucchierá come ha fatto quello che ti ha portata qui. Ci porterà in un altro posto più vicino nel tempo ai giorni d'oggi. 10 specchi, 10 mondi da attraversare senza morire."

"E se muori...?"

"Menomale che non dovevi interrompere. Se muori prima di aver oltrepassato l'altro specchio ritorni a 0. Devi riattraversarli tutti e 10. Se muori e non hai ancora attraversato il primo specchio... beh... sei morto sul serio... non ricomincerai la partita."

"Quindi dobbiamo arrivare lì. "

"Sì ma non ho finito. Quando attraverseremo gli specchi tutte le ferite scompariranno per magia. L'importante è arrivare dall'altra parte. Solo che dall'altra parte c'è un campo di battaglia ancora peggiore."

"Quindi se riesco a portarti fin lì la tua gamba... puff... guarirà".

"La fai facile. Un'ultima cosa. Se mi uccidi non morirò. "

"Non credo di aver recepito"

"Possiamo morire solo a causa delle prove. Se ci uccidiamo a vicenda non possiamo morire. Quindi se tu mi ammazzi poi...resusciterei, senza ferite, fresco come una rosa. Capito?"

'Se ti accoltello sparisce sia la coltellata che il morso."

"Esatto."

Presi il coltello e glielo puntai al cuore per vedere se faceva sul serio. Non si tirò indietro né aprì bocca.

"Mi stai chiedendo di ucciderti."

"Ti sto implorando di farlo. E ti giuro che non ricordo l'ultima volta che ho implorare qualcuno".

Capii che faceva sul serio. Non avrebbe fatto una piega se lo avessi ucciso in quel momento. Nei sui occhi non c'era ombra di dubbio. Ero io quella che esitava.
Stavo per uccidere una persona? Non ferire o tagliare ma togliergli la vita.
"Non ci riesco." Dissi Abbassando il coltello.

"Ti prego. Se non lo fai moriremo entrambi".

"Non è una questione di sopravvivenza. Mi stai chiedendo di dar via la mia umanità".

"Quale umanità avrai da cadavere?"

"Okay,okay. Dammi del tempo." Dissi girandomi e camminando come un animale in gabbia. La mia testa pulsava per lo sforzo di riuscire a capacitarmi di tutto ciò che era accaduto negli ultimi 15 minuti.

"No. Non ci devi pensare su. Devi farlo e basta." Disse afferrando la mano che teneva il coltello e portandola al petto.

"Non mi stai uccidendo. Mi stai salvando".

Con quella frase mi convinse. Mi autoconvinsi che probabilmente non era reale e caricaii indietro il braccio. Lo colpii con tanta forza che cademmo entrambi a terra. Mentre la lama entrava fino al manico nel suo torace il suo sangue si mescolava con le mie lacrime. Rigirai il coltello per essere sicura che non soffrisse più.

Tirai fuori la lama e il rumore che ne scaturì fu addirittura più agghiacciante di quando lo avevo conficcato. Mi girai dall'altra parte incredula. Le lacrime continuavano a scendere ma ormai non sentivo nulla. Quella calma agghiacciante che provavo quando si metteva in mezzo la morte era tornata. Il gelo scorreva nelle vene mentre con la testa china osservavo il coltello sporco di sangue nella mia mano tremante. Rimasi con la fronte attaccata al muro a vagare nel nulla più assoluto finché una mano forte non mi strinse la spalla.
Fu la seconda volta che rischiai un infarto.

"Grazie Clara".Era lui.
Mi catapultai fra le sue braccia e scoppiai a piangere.

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