La porta si apre e mi ritrovo di fronte a un ragazzo che assomiglia molto a un palo della luce – spento però, perché ha i capelli scuri. Le gambe sono magre quanto quelle di una cicogna, il naso curvo come il becco di un'aquila, e gli occhi ambrati come quelli di una civetta. Insomma, sembra un ibrido di tanti uccelli.
Nonostante anche la voce gracchiante, il suo sorriso è affettuoso: «Irene, ciao. Come stai? Sei diventata grandicella».
Ricambio il sorriso varcando la soglia «Ciao, Valentino. Io sto bene, e tu?»
«Non mi lamento troppo. Dai, vieni. Kevin è già arrivato.»In salotto trovo un altro ragazzo dai capelli lunghi, ma biondi platino, con la faccia rotonda che accompagna il fisico piuttosto tarchiato.
«Kevin» saluto, cercando di non lasciar trapelare la sorpresa per il suo... "essersi lasciato andare".
Lui si alza e dondola verso di me. «Irene! Che bello!»Sul divano è già seduto anche Edoardo, intento ad abbuffarsi di patatine, i capelli biondi grano tutti spettinati. Solleva la mano in un gesto di saluto. «Fao, Ife!» bofonchia, con le guance piene.
Ricambio il saluto. Ormai sono abituata al suo carattere pigro, siamo pure andati al mare insieme, perciò tra di noi scorre confidenza. Pare proprio che lui e Tommaso si piacciano molto.
Valentino mi fa cenno di sedermi e lui e Kevin cominciano a chiedermi un po' di cose, per esempio com'è la mia situazione scolastica.Io domando loro riguardo l'università, allora Valentino dice: «A dire il vero, dopo lo studio canticchio in qualche locale... ma mi sa che dovrò smettere. Tu non hai mai sentito parlare di me, eh?»
Onestà? Mmm, solo in parte: «Edoardo mi ha raccontato che fai il cantante.»
«Sì, cantante...» sbuffa Valentino. «Lasciamo perdere. Non ho idee su nuove canzoni, non faccio altro che cover... Come potrò mai lanciarmi se non...»«Forse ti serve una base» lo interrompo. Tiro fuori dalla borsetta i fogli che ho strappato dal Death Note di Michele, e glieli porgo. «Michele scriveva alcune sue canzoni, e credo sia giusto che tu le usi. Alcune le ho prese io, lo confesso, ma farò il suo nome se mai mi ritroverò a cantarle. Comunque Edoardo mi ha fatto capire che tu tieni ancora tanto alla musica, e vorrei che cantassi qualche canzone di mio cugino, per favore.»
Gli occhi di Valentino brillano commossi, fissi sulle pagine sottili. Le afferra con delicatezza e sfoglia il plico, cominciando a leggere i testi scritti nella frettolosa calligrafia di Michele.
Sembra sul punto di piangere. Strizza gli occhi per ricacciare le lacrime, ma non può nascondere il nodo alla gola. «Irene, i-io non so cosa dire... Sei sicura?»
«Sicurissima che Michele vorrebbe questo» rispondo, mentre mio cugino mi strizza l'occhio.
Anche Kevin si è sporto per leggere le canzoni. «Guarda tu... Sono davvero profonde. Eh, Michele è sempre stato molto poetico...» Pure lui sembra sull'orlo del pianto.Edoardo mi batte la mano sulla spalla. «Ti va una birra?»
«Ho sedici anni, Edo.»
«E chi lo saprà?»
Lo seguo in cucina, lasciando a Valentino e Kevin un po' di privacy.
A vederli insieme a Michele, mi immagino anche la figura di Walter: una vera rimpatriata dei membri della vecchia band...Nella piccola cucina, Edoardo apre il frigo, stappa una bottiglia di birra, e ne versa metà bicchiere. «To', la Moretti dovrebbe andare bene come inizio.
Afferro titubante il bicchiere, osservando incuriosita l'alcol dorato e la schiuma che lo ricopre.»
Appoggio le labbra e bevo un sorsetto.
È... terribile! Troppo frizzante in gola... faccio una smorfia e scuoto piano la testa.
Edoardo solleva la mano come a dirmi di aspettare, poi dice: «Riprova, adesso a sorsi più decisi».
A malincuore, tento un'altra bevuta. Mi sforzo a mandare giù, e... diventa sempre più buona... a ogni sorso...
«OK! OK!» Edoardo mi toglie la birra, ridendo. «Non esagerare, nabba!»
Mi lecco le labbra alla ricerca di quel sapore che mi è stato tolto come si toglie la caramella a un bambino...
«Però, devi essere una di quelle persone molto preposte alla birra. È la tua prima bevuta, ma hai già la faccia da Homer Simpson!» Edoardo ride ancora un po', prima di calmarsi e fare un cenno verso il salotto. «È stato un gesto bellissimo, Ire.»
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Il Paradiso a casa mia
Teen FictionDopo la scomparsa della madre a causa di una malattia, Irene è caduta nella confusione più totale. Vuole isolarsi dal resto del mondo, non tollera che gli altri provino pietà per lei, ed è diventata molto nervosa e facilmente irritabile. E soprattut...