Capitolo 26

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"Avanti il prossimo."
Urlo nella direzione della fila alla mia destra.
"Eilà Nives."
Mi saluta un uomo di mezz'età basso e in carne.
"Ciao Claudio, come stai oggi?"
Sorriso al signore barbuto difronte a me.
"Tutto bene.
Oggi mi sono trovato un posto per dormire molto tranquillo."
"Mi fa piacere."
Verso sul vassoio la pasta al pesto e delle verdure alla grigia che sono nel menù di oggi.

Claudio qualche settimana fa ha avuto un problema: dei ragazzi ubriachi lo hanno picchiato quando lui stava dormendo.
Si trovava in un posto abbastanza conosciuto dove persone come lui trovavano un posto in cui stare.
Nessuno, però, lo ha aiutato.
Da quella vicenda Claudio cerca posti più appartati, dove regna pace e tranquillità.

"Invece tu, Nives, come stai?"
Rallento i movimenti nel versare, tenendo la testa bassa.
Claudio si abbassa per incontrare il mio sguardo.
"Non fare la timidina."
I miei occhi scattano sui suoi e ridiamo all'unisono.
Anche Claudio sa che sono tutto tranne che timida.
"Vado a sedermi.
Se vuoi parlare sai dove trovarmi."
Mi fa l'occhiolino e prende il vassoio.
Si allontana dal resto della fila e si posiziona in un tavolo salutando alcune persone già sedute.

**

Sono le 21:00 e per oggi ho finito il mio turno.
Entro in spogliatoio, appendo il grembiule sul mio stipetto e mi sciolgo i capelli.
Provo a darmi una piccola sistemata allo specchio ma risulta inefficiente.
Sbuffo alla vista del mio riflesso così prendo la borsa ed esco dall'uscita d'emergenza guardandomi prima per bene attorno.

Come concordato, all'uscita mi aspetta un amico di Jonathan, colui che mi procura ogni volta la droga.
"Bella Nives."
Mi saluta accendendosi la sigaretta e stringendomi la mano.
"Ciao Manuel."
Ricambio il saluto.

È un tipo davvero carino, molto riservato e taciturno.
Indossa sempre un cappello con visiera all'incontrario da cui ricadono i ciuffi castani della frangia sulla sua fronte, in modo casuale.

Fa un tiro della sigaretta ed espelle il fumo dalle narici.
I suoi occhi castani chiari incontrano i miei.
"Si sente la tua mancanza quando usciamo tutti assieme."
Il piede appoggiato al muro dell'edificio così come la sua schiena; la mano libera posta sulla tasca dei pantaloni della tuta.
Porto gli occhi all'insù e sbuffo.
"Ci credo! Ora chi è che vi fa entrare in discoteca gratis?!"
Accenna un sorriso facendo scoprire una dentatura perfetta.

"Andiamo a fare un giro?"
Mi coglie in contropiede.
Pensavo che mi consegnasse semplicemente quello che gli ho richiesto e poi ognuno per la sua strada.
Accetto comunque la sua proposta facendo un cenno di consenso con la testa.

Ci incamminiamo e ci fermiamo a qualche isolato da dove eravamo.
Nell'aria il riecheggio del frinire dei grilli, la luna, invece, illumina la notte ed il freddo riesce leggermente a penetrare nei miei indumenti.

È un posto tranquillo, attraversato da pochissime persone se non nessuna.
Ci sediamo sopra un muretto scarabocchiato da graffiti.

Tira fuori dallo zaino una bustina con pasticche di diversi colori e me lo passa cercando di nascondere il più possibile il gesto.
Lo infilo immediatamente dentro alla borsa e mi guardo attorno per controllare se qualcuno avesse visto.
Per fortuna niente.
In cambio, gli consegno i soldi facendo le stesse mosse fatte da lui qualche istante fa.

Manuel prende dell'altro dal suo zaino.
Appoggia tra me e lui un paio di bottiglie di birra e, prendendomi la mano, lascia qualcosa su di essa.
La apro leggermente e noto una pasticca rosa confetto.
Lo guardo confusa.
Come previsto, non si affretta a darmi una risposta ma semplicemente mi sorride.
Con l'accendino, Manuel, apre le bottiglie e me ne passa una.
La prendo e lo fisso un'altra volta cercando di capire.
Niente.
Faccio spallucce, ingoio la pasticca e bevo un sorso di birra.
Stessa cosa fa Manuel, solo che lui ne scola la metà della sua.

Hai sconvolto la mia vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora