CAPITOLO 1

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- Merda - esclamo cadendo all'indietro sull'asfalto bagnato di pioggia.
Dinanzi a me, una creatura mostruosa mi fissa dritto negli occhi, pronta ad attaccarmi e a sbranarmi viva.
"Uomini di Sangue", è questo il nome che gli "Sterminatori", giovani cacciatori professionisti, hanno assegnato a queste creature ormai 5 anni fa.
Il nome dei mostri è dovuto al loro passato da esseri umani e dai grandi occhi rosso sangue.
Poche volte ho visto un umano trasformarsi davanti ai miei occhi: solitamente queste creature perdono il controllo subito dopo il contagio, abbandonando per sempre la figura umana; altre volte ci mettono anche settimane prima della metamorfosi.
Senza indugiare oltre estraggo la pistola dalla cintura premendo il grilletto e colpendo la creatura dritto in fronte.
Appena vedo il mutante cadere a terra privo di vita, tiro un sospiro di sollievo appoggiando la testa sul cemento.
Vorrei rimanere per ore immobile su quest'asfalto freddo come il ghiaccio a lasciarmi circondare e trasportar dall'oscurità e dal profondo silenzio. Senza neanche rendermene conto sento le lacrime annebbiarmi la vista; non voglio piangere, l'idea di sembrare una stupida ragazzina debole mi innervosisce più di qualsiasi altra cosa.
- Bisogno di aiuto, signorina?.
Di colpo mi metto a sedere tenendo lo guardo fisso davanti a me, pronta a difendermi.
Pochissimi metri di distanza da me, appoggiato ad un lampione spento, si intravede una figura maschile in attesa di una mia risposta. A causa dell'oscurità, non riesco a capire se si tratta un Uomo di Sangue o di un semplice umano capitato da quelle parti per puro caso.
- No, grazie - rispondo cercando di sembrare il più sicura possibile.
Il giovane muove un paio di passi verso di me, accorciando ancora di più la distanza tra di noi. Con movimenti lenti e sicuri, mi rimetto in piedi aspettando una sua reazione.
- Sicura?... Mi sembri abbastanza turbata - continua lui avvicinandosi sempre di più.
Non aspetto altro: con un movimento svelto gli punto la pistola contro, pronta a premere il grilletto.
Il giovane si ferma, resta a guardarmi impassibile come se non avesse un'arma puntata contro, pronta a ucciderlo trafiggendolo con un solo colpo.
- Non fare un altro passo se non vuoi ritrovarti con un proiettile conficcato in fronte! - esclamo con tono freddo.
Il giovane alza le mani in segno di resa, mentre sul suo volto appare un sorriso malizioso e divertito.
"Chi diavolo è questo" penso guardandolo attentamente.
Lo sconosciuto non dimostra più di venticinque anni: i corti capelli spettinati, di un nero corvino, e i lineamenti duri e ben marcati gli attribuiscono un'aria trasandata, ma allo stesso tempo affascinante. Una lieve barbetta gli addossa un'esteriorità da cattivo ragazzo; mentre gli occhi, scuri come una notte priva di stelle, mi guardano esplorando ogni angolo del mio corpo. Il giovane è alto almeno una decina di centimetri più di me e il fisico, nonostante sia coperto da vestiti neri che si confondono con l'oscurità della notte, pare quello di uno sportivo.
- È meglio se abbassi la pistola, potresti farti male - dice il ragazzo con tono ironico.
- Tranquillo, non sono così "sbadata" - rispondo leggermente irritata dalla sua battutina.
- Non intendevo dire quello - ribatte rapidamente in sua difesa.
Non dico altro, rimango immobile ad aspettare una sua mossa. Non sembra un mutante, anzi, ha più l'aria di uno Sterminatore pronto a rischiare la sua stesa vita pur di salvare un innocente.
- Sei un cacciatore? - domando abbassando leggermente l'arma.
- Forse, tu no...vero?.
- Forse... - rispondo imitandolo.
Il giovane sorride, inclinando leggermente la testa di lato, come se volesse mettermi meglio a fuoco.
Dopo un'istante di silenzio si avvicina a me, allungando la mano verso la mia.
- Scott Nelson.
- ... Nevra... - mi presento titubante, stringendogli la mano.
"Scott Nelson.... Scott Nelson" continuo a ripetermi mentalmente come se quel semplice nome avesse un vero e proprio significato. Non sono sicura, ma forse ho già conosciuto quel ragazzo, o forse ho semplicemente sentito parlare di lui; in fondo in televisione non si parlava di altro: l'argomento principale sono gli Sterminatori e gli Uomini di Sangue di Neridia, la piccola cittadina dove tutto ha avuto inizio.
- Che ci fa uno Sterminatore da queste parti? - chiedo rimettendo la pistola nella fibbia della cintura.
- Potrei farti la stessa domanda - risponde Nelson incrociando le braccia al petto.
Sbuffo rumorosamente alzando gli occhi al cielo, facendogli capire che quella sua risposta non soddisfa la mia domanda.
- Perlustro la zona - dice in fine guardando la creatura ormai inerme vicino ai miei piedi.
Ci troviamo in piena campagna, tra fitti boschi e qualche casettina sparsa qua e là, tra cui quasi tutte disabitate.
- Non ti ho mai vista... Da dove vieni? - mi domanda improvvisamente Nelson interrompendo i miei pensieri.
- Io... Abito in quella casa grigia - rispondo indicando una casa non troppo piccola in lontananza.
Il giovane solleva un sopracciglio incitandomi a continuare, spiegandogli il motivo per cui non ci siamo mai incontrarti prima nonostante io viva li vicino a dove lui perlustra.
- Sono tornata da poco da queste parti... - concludo con voce fredda.
Già, sono ritornata in quel posto, in un luogo che non volevo rivedere mai più in vita mia, ma dentro di me una sensazione di gioia mista a malinconia mi invade al solo pensiero di ritornare nella mia adorata Neridia, nella città in cui sono cresciuta e sopratutto dove ho trascorso i momenti migliori assieme alla mia famiglia.
Di colpo chiudo gli occhi sentendo le lacrime punzecchiarmi, pronte a fuoriuscire rigandomi il viso di un forte dolore che non aspetta altro che emergere da dentro di me, forse liberandomi almeno in parte dalla straziante sofferenza che provo. Senza pensarci oltre stringo i denti pronta a impedire alle lacrime e al dolore di prendere il sopravento.
- Va tutto bene? - chiede il giovane con voce profonda e premurosa.
- Benissimo - mento, cercando di sembrare più fredda possibile.
È ora di finirla, devo smetterla con i ricordi del passato, devo smettere di rimuginare sulla mia vecchia vita.
- Ti accompagno... Potrebbe essere pericoloso... - proferisce improvvisamente il ragazzo indicando casa mia con un veloce sguardo
- Sul serio? - chiedo divertita alludendo al mutante morto ai miei piedi.
Non ho bisogno d'aiuto, tanto meno della cortesia di uno Sterminatore; sono assolutamente in grado di cavarmela da sola, in fondo non sono più una mocciosa indifesa.
Senza dire altro mi giro allontanandomi sempre di più da Scott, il quale rimane immobile a guardarmi sparire nell'oscurità della notte.

NERIDIA - Ti troverò Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora