Capitolo 15: Asher

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<<Respira regolarmente>>

Due parole bellissime che mi alleggerirono il cuore.

Respirava... non si era ancora svegliata, non si sapeva quando sarebbe accaduto, se sarebbe accaduto.

Ma respirava regolarmente.

Ero convinto che certe volte, sopratutto quando pensavamo che stesse andando tutto male, fosse il caso di fermarci, prendere un profondo respiro e sentire l'aria che entrava dalla bocca, andava nei polmoni, per poi sentire gli scarti di quell'aria uscire dal naso e dire: ''Respiro''

Era qualcosa di scontato per le persone... ma lo era davvero così tanto?

Per diciannove anni, certe volte avevo anche desiderato di non farlo, poi, quando il giorno dell'incidente l'infermiera ci comunicò che Eloise respirava iniziai a dare veramente molta importanza a quell'azione.

Perchè non tutti avevano la possibilità di respirare, non tutti avevano i polmoni abbastanza forti da permetterglielo, non tutti potevano farlo autonomamente senza quelle macchine.

Io respiravo, i miei genitori, mia sorella respiravano. Eloise aveva ripreso a respirare con regolarità.

Da quel giorno inziai ad apprezzare ogni centimetro d'aria che mi circondava, anche quella ricolma di smog.

Forse ci meritavamo di respirare l'aria velenosa piena di sostanze chimiche, era la nostra pena per sottovalutare il dono che avevamo.

<<Come sta?>> chiese Cedric e mi resi conto solo in quel momento che ci aveva raggiunto all'ospedale, insieme a Lexa <<Cosa le è successo?>>

<<Overdose>> rispose solo mia madre <<non sappiamo di cosa>>

<<Lei?>> chiese Lexa confusa, già, era improbabile che fosse accaduto per mano sua.

Ashley tirò fuori dalla borsa un sacchetto siggillato trasparente, con dentro una siringa:<<Era accanto a lei, vorrei farlo analizzare, dovrebbero essere rimaste tracce del contenuto e forse anche delle impronte digitali>>

Mia madre la guardò con gli occhi fuori dalle orbite:<<Non l'hai toccata vero?>>

Ashley la fulminò:<<Certo che no, l'ho presa con i guanti, non ho cinque anni!>>

<<Bhe, ma come hanno fatto ad entrare e inniettarle il contenuto?>> chiese Cedric confuso <<Come sono entrati in casa? Avrebbero dovuto rompere la serratura e ve ne sareste accorti>>

Improvvisamente mi venne un lampo... se non fossero entrati dalla porta d'ingresso?

<<Devo andare>>dissi improvvisamente <<tanto non ci permetteranno mai di vederla, tornerò per l'ora di visita>>

Mio padre stava per obiettare, ma prima che potesse farlo intervenne mia sorella che mi chiese se volevo che venisse con me, rifiutai e mi allontanai scusandomi.

Mi sorprese che Ashley non si opponesse, ma immaginai che volesse restare là in caso Eloise si svegliasse.

Sarei rimasto in eterno dietro quella porta nella speranza di sapere qualcosa di più, ma prima dovevo capire... corsi, corsi fino a quando non arrivai sotto casa mia, senza fiato, con il cuore in gola e annaspando disperatamente l'aria che riuscivo a percepire.

Varcai la soglia e salii su per le scale, non ci fu nemmeno bisogno che andassi a controllare, il vento aveva spalancato la porta del balcone... era colpa mia: la sera precedente, quando avevo portato Eloise nel letto, non avevo chiuso bene la porta del balcone; in pratica avevo lasciato la porta aperta agli assassini di Ilary.

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