Prologo

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La vita a volte è infame. C'è qualcosa che potrebbe andarmi peggio? È la giornata più brutta della mia vita e mi ritrovo a questa festa, un po' squallida oserei dire e io mi ritrovo qui, proprio oggi, con la mia migliore amica e il suo ragazzo che non fanno altro che scambiarsi effusioni, certo, sono discreti al contrario dell'altra coppia che non conosco, che non fanno altro che limonare come conigli in procinto di accoppiarsi. Sono disgustosi e quindi ho sentito il bisogno di allontanarmi. Osservo questa gente che balla, salta, grida di gioia come se non ci fossero problemi, come se domani mattina al risveglio la realtà non gli cadrà addosso perché tanto va tutto bene.
Va sempre tutto bene.
Siamo cresciuti con delle credenze. Che i sacrifici verranno ripagati. Che ne varrà la pena di soffrire, per poi rifiorire.
Ma per favore, a chi vogliamo raccontarla?
Queste sono favole e la più grande di tutte è: troverai la tua metà.
Certo, ma finiamola la frase.
Troverai la tua metà a letto con un'altra.
Così rendo l'idea?
Tutte balle.
E ora mi ritrovo qui, in questo posto, in mezzo a tutta questa gente sconosciuta, tra uomini che cercano solo di trovare la preda della serata e donne che verranno illuse con frasi di merda.
«Nessuno mette... come ti chiami?»
Un tizio ubriaco, che se non fossi incazzata con l'intero mondo maschile definirei anche molto, molto carino, aspetta che io gli risponda e lo faccio, per educazione.
«Amy».
«Nessuno mette Amy in un angolo». Beve un sorso di birra e mi sorride.
Dicevo, frasi di merda.
«Sparisci».
«Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come... come...come...» sbanda un po' per poi rinsavire «come ultimo orizzonte il tuo volto, se così fosse... se...» si riscuote «mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire». Finisce la frase con fatica per poi sorridermi di nuovo con sguardo languido.
Terribilmente squallido.
«Ma no, non rinascere ti prego, muori e basta».
Disgustata mi allontano da quel tipo bello ma stupido e decido che per me la serata può finire qui.
Decisamente.
Mi avvicino al tavolo dove la mia amica sta bevendo un sorso di birra e appena mi vede mi rivolge uno sguardo dispiaciuto. «Hai finito di startene in disparte?»
«Si, me ne vado» afferro la giacca e velocemente la indosso.
«Ma come? Amy per favore, resta».
«No, non ho bisogno di queste serate per distrarmi. A volte nella vita ci sono momenti in cui una persona ha anche bisogno di stare sola e autocommiserarsi. Io ho bisogno di questo adesso, scusami, ok? Ci vediamo a casa» le stampo un bacio sulla guancia e finalmente decido di uscire da questo posto ma non prima di urtare per sbaglio i due conigli. Il ragazzo si stacca da quella che dovrebbe chiamarsi... mmh, non ne ho idea perché non lo ricordo e mi fissa stralunato.
«A furia di baciarvi vi siete consumati la lingua?» scuoto il capo e continuo per la mia strada.

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