Non Ti Scordare Di Me

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<<Fai schifo come medico.>> sussurro mentre riconosco le mani tremanti di Edoardo che mi tamponano il viso con un tovagliolo imbevuto di acqua fredda. Apro gli occhi quando le sue braccia mi stringono a sé e un po' rimango perplessa <<Stai bene?>> gli chiedo. Sta per rispondermi quando il campanello della porta suona, guardo verso l'orologio della tv nel salone e non ci capisco più nulla quando segna le quattro di notte <<Chi è a quest'ora?>>
<<Dammi un valido motivo per non strozzarti e farti morire in questo preciso momento.>>
<<Te ne do uno più che valido.>> mi giro sulla porta e vedo tutti i ragazzi: Nicola, Francesco ed Alessandro in shorts e pigiama che mi guardano pietrificati. Francesco si gira di botto dandomi le spalle e in cerca d'aria.
<<Spruzzo di luna, come va?>> Alessandro mi poggia una mano sulla spalla e mi fa risedere sul divano.
<<Perché siete qui? Alle quattro di mattina.>>
<<Insonnia?>> ride. Una risata così finta di come non se ne sono mai sentite. Ributto lo sguardo sulla tv spenta e bene o male vedo il mio riflesso.
<<Ma che...>> mi metto in ginocchio e con una mano seguo il taglio che mi prende dal sopracciglio alla guancia, passando sopra l'occhio <<E questo?>> mi giro verso il mio ragazzo che è rigido come non mai.
<<Sei caduta, non te lo ricordi?>> guarda le scale.
<<Io non attraverso la casa da sola. Al buio. Di notte.>> gli ricordo <<Perché li hai chiamati?>>
<<Nicola...>> è un invito a parlare il suo.
<<No! Me lo dirai tu Edoardo, sei tu il mio ragazzo, non è Nicola!>>
<<Non posso.>>
<<Perché no!?>>
<<Perché stavolta non posso proteggerti!>> come una saetta rossa i suoi occhi risplendono per un secondo. Un secondo che viene colmato da una marea di lacrime.
<<Avanti, andiamo.>> Francesco lo strattona per la maglietta ed insieme si rifugiano in cucina lasciandomi sola con il rosso in silenzio.
<<Allora?>>
<<Non ricordi come ti sei fatta quella cicatrice?>>
<<Sicuramente non cadendo dalle scale, giusto?>>
<<Giusto...>> fa il giro del divano e si siede facendomi poi segno di imitarlo <<Il suo nome è Jax, lui è uno dei demoni ingannatori più forti che siano mai esistiti.>> sento come un pugno allo stomaco e all'improvviso immagini sfocate mi appaiono davanti gli occhi <<Tu ed Edoardo non siete stati i primi esseri a provare il sentimento dell'amore, fu stato Jax, egli si innamorò di te.>> scuoto la testa nella convinzione che non sta dicendo sul serio <<Ti seguiva e ti osservava da lontano. Ma parlò, aprì i suoi sentimenti a Lucifero e si offrì volontario per rinchiudersi fino a quando non gli sarebbe passata.>>
<<Ma stai scherzando?>>
<<Vorrei tanto.>>
<<E quanto tempo è passato?>>
<<Anni, secoli forse.>>
<<E quindi? Ti spieghi meglio?>> urlo ma non senza pentirmi subito dopo <<Mi dispiace tantissimo.>>
<<Tranquilla.>> sorride <<L'ultima volta che ti vide eri con Edoardo al salice, però la cosa non gli turbò, come se sapesse per certo che prima o poi tu saresti stata sua. Quello è il suo marchio.>> mi indica il taglio <<È il suo modo per annunciare di essere tornato.>> mi tocco il graffio e come se fossero sempre state dentro me ricordo immagini di una notte passata.
<<Mi ha svegliata nel cuore della notte, chiedendomi se sapessi chi fosse.>>
<<Si, è bravo ad entrati in testa. Ti ha detto altro?>> annuisco.
<<Ha detto che sarò sua. E ha anche detto.>> la voce mi si incrina e la vista mi si appanna per le lacrime <<Ha anche detto che voi non sarete in grado di fermarlo.>>
<<Troveremo una soluzione anche a questo, lo
facciamo sempre.>> mi stringe la mano e mi regala un sorriso.
<<Ma io non voglio che troviate una soluzione, non voglio che questa storia vi coinvolga. Andatevene via, ti prego Nicola.>>
<<Aurora->>
<<Ti sto supplicando, ve ne dovete andare, non è affar vostro.>>
<<Lo è invece.>> Francesco è poggiato alla porta <<Lo è se riguarda un pazzo maniaco che vuole mettere le mani sulla mia sorellina.>>
<<E la mia.>> borbotta Alessandro spaventato da una possibile reazione di Edoardo.
<<E la mia.>> guardo Nicola e non posso far finta di stare bene. Non voglio far finta di stare bene. Mi chiudo in me stessa coprendomi il viso tra le mani e iniziando a piangere così tanto che anche respirare mi risulta difficile <<Ce la facciamo.>> il caldo che prima mi ricopriva il viso non c'è più e in fretta mi raddrizzo.
<<Sei sempre stato così ottimista Nicola.>> mi giro a guardarlo <<E ti ringrazio per aver raccontato la storia nei minimi dettagli, ma non è bello parlare delle persone quando non sono presenti.>>
<<Aurora?>>
<<Non è Aurora.>>
<<Abigor, quanto tempo. O preferisci che ti chiami Edoardo? Ragazzi mi confondete così tanto.>>
<<Che cosa vuoi Jax?>>
<<Sai bene quello che voglio.>>
<<Non la toccherai.>>
<<Ma l'ho già fatto, e la sua pelle era morbida proprio come immaginavo.>> mi alzo dal divano e mi ci piazzo davanti, e in un attimo le sue mani mi afferrano per il colletto <<Avanti, colpiscimi, falle vedere chi davvero sei sulla sua pelle.>>
<<Edoardo, lasciala andare.>>
<<Aver rinunciato ai poteri è stato un gesto da stupidi, ma se si tratta di voi c'era da aspettarselo. Questo mi ha reso le cose più facili del previsto.>>
<<Non ho bisogno dei poteri per aprirti la testa Jax.>>
<<Ma ne hai bisogno per difenderla.>> afferro il piattino di ceramica marrone e lo frantumo sul muro per poi stringere tra le mani i cocci e grondare sangue <<Hai tempo per dirle addio fino a quando la luna non sarà sul punto più alto, non iniziate una guerra che sapete di non poter vincere.>> boccheggio in cerca d'aria e stringo la mano al petto.
<<Aurora?>> mi giro verso Alessandro in lacrime.
<<Ma che è successo?>> stringo i denti per il dolore lancinante che provo e in poco tempo la mano di Edoardo mi afferra il polso per poi ripulire la mia sotto l'acqua corrente <<Mi stai facendo male.>> sussurro <<Edoardo.>> continua a passare il pollice sulla ferita senza guardarmi <<Edoardo!>> Francesco gli afferra le spalle e lo allontana bruscamente.
<<Mi dispiace.>> sussurra prima di scoppiare in un pianto come mai gli ho visto fare in tutta la sua vita. Casca a terra il ginocchio e Francesco gli si piega accanto e io mi sento distrutta.
<<Aurora, vieni.>> Alessandro mi afferra la mano che tenevo sulla bocca e mi porta fuori dalla cucina.
<<Che cosa è successo?>> mi strappa un pezzo di stoffa dalla maglietta e inizia a fasciarmi la mano.
<<Non ricordi nulla?>> scuoto la testa <<È stato come se Jax avesse preso possesso del tuo corpo. Ha iniziato a parlare con Edoardo avvertendolo. Non può farcela.>> in questo momento il biondo sembra più impanicato di me, continua a scuotere la testa.
<<Nessuno di noi può.>> sussurro. Guardo verso la porta di casa e tutti i problemi che adesso ci circondano si placano con l'unica parola che si aggira nella mia testa. Scappa <<Nessuno di noi può farcela.>>
<<Perché non riposiamo un po'?>> Nicola si avvicina e lo invidio per il fatto che ha sempre un sorriso per il prossimo, anche se dentro non sorride. So che non lo fa. Annuisco e senza guardarmi indietro salgo al piano di sopra dritta in bagno. Mi chiudo la porta alle spalle e non riesco neanche a piangere. Non ho più lacrime. Solo problemi. Sciacquo il viso con l'acqua fredda e guardo fuori la finestra, la luna ha appena iniziato ad affacciarsi come un spicchio.
<<Aurora.>> la voce di Edoardo mi risveglia dai pensieri.
<<Ti raggiungo subito.>> ma è una bugia. Rimango qui dentro per altri quindici minuti, li ho contati tutti. Ed è proprio quando scatta il sedicesimo che decido di uscire ed entrare in camera, dove il mio ragazzo è crollato addormentato. Mi tappo la bocca con la mano ed espiro lentamente per poi avvicinarmi al cuscino vuoto dove dovrei esserci io. Mi tolgo la collana che mi ha regalato a Natale e la poggio accanto a lui <<Non ti scordare di me.>> gli lascio un bacio tra i capelli mossi e lo guardo una volta ancora <<Edoardo Palmieri, non ti scordare di me.>> mi avvio verso la porta di casa e mi soffermo a guardare tutti i ragazzi che dormono sul divano <<Prendetevi cura di lui.>> li supplico <<Prendetevi cura di voi.>> afferro il pomello ed esco prima di scoppiare a piangere un'altra volta.
So cosa devo fare, ma non posso permettere loro di rovinarsi per colpa mia.

Il Mio Cuore Chiede Di TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora