*Ciao, questo capitolo ha del contenuto esplicito*
Leccai l'estremità della cartina per chiudere il drum che mi ero accuratamente girato e guardai l'ora: 10:07 e non avevo ancora notizie da Nina. Quando l'avevo chiamata una volta, lei non aveva risposto. Solo gli amici che avevo attorno mi fecero astenere dal chiamarla di nuovo, ripetendomi e ripetendomi di stare tranquillo, che probabilmente lei e Zach si erano fermati in spiaggia per una passeggiata, che erano andati al cinema o che stavano facendo Dio sa che cosa.
I minuti passavano lenti mentre fissavo il mare calmo davanti a me. La luna brillava in cielo nonostante fosse parzialmente coperta da nubi ed illuminava il bagnasciuga. Non tirava nemmeno un filo di vento. Sentivo le voci dei miei amici in lontananza, anche se si trovavano a pochi metri di distanza da me, come se fossi bloccato in una bolla, ed effettivamente era proprio così: chiamatemi strano, esagerato o accusatemi di avere un brutto carattere, ma quando si tratta delle persone a me care, in particolare Nina, io divento iperprotettivo.
Mentre stavo per accendere lo schermo del mio telefono nero la ventesima volta in un minuto per controllare l'orario, questo finalmente squillò: chiamata in entrata da Nina.
Sentii per un secondo l'ansia abbandonare il mio corpo da capo a piedi, ma appena Nina aprì bocca per parlare, una nuova sensazione si fece spazio dentro di me.
"John - la voce dall'altra parte del telefono uscí fuori debole e spezzata - puoi venire a casa mia?"Deglutii lentamente, un'ondata di brividi attraversò le mie braccia provocandomi la pelle d'oca. Che cosa gli aveva fatto quella testa di cazzo? Percorsi mentalmente la strada che avrei dovuto fare per arrivare sotto casa sua e spaccargli la faccia in mille pezzi. L'immagine di lui che sfiorava Nina, che la toccava dove non poteva, mi attraversó la mente e mi offuscò la vista. Le mie mani si chiusero in due pugni ferrati, il sangue che scorreva lungo le vene degli avambracci pulsò violentemente sembrando voler sgorgare fuori. Ero pronto a prendere a calci qualunque cosa incontrassi nel mio cammino.
"Che cosa è successo? Stai bene?" mi sforzai con tutto me stesso a mantenere la calma.
"Si, io sto bene ma ti prego vieni qua" mi disse Nina con un filo di voce, quasi sussurrando, dopodiché attaccò.
Scattai in piedi, allontanandomi dalla spiaggia sentii qualche voce delle ragazze che stavano "intrattenendo" i miei amici urlarmi qualcosa del tipo "dolcezza rimani con noi", che schifo.
Nel giro di pochi secondi mi ritrovai alla guida della mia Range Rover, diretto a casa della mia migliore amica. Abbandonai per il momento il piano di spaccare il cranio a Zach, prima Nina aveva bisogno di me.Nina's pov.
Lancia il telefono sul letto e mi appoggiai completamente alla parete di vetro di camera mia, lasciando andare il peso del mio corpo.
Un senso di vuoto mi corrodeva, mi oltrepassava prima la pelle poi le ossa, mi faceva sentire male, mi veniva da urlare ma dalle mie labbra usciva solo silenzio, nemmeno una parola.
Sentivo di dover piangere ma per i primi minuti nemmeno una lacrima sfiorò il mio viso.Cosa ho fatto di sbagliato?
Improvvisamente le lacrime inonandarono la barriera delle mie palpebre e cominciarono a riversarsi liberamente sul mio volto.
Quando uscii dallo stato di shock, le immagini di quella serata si presentarono crude nella mia mente, facendomi accasciare a terra con le mani trai capelli.
*inizio flashback*
"Lacia fare a me" insistette Zach, cingendomi la vita con il suo braccio solido. Da bravo gentiluomo, quella sera non mi aveva mai fatto aprire il portafoglio, nemmeno per pagare lo spritz che ci eravamo presi a fine serata.
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Catching feelings
Romance"Ed improvvisamente capimmo che continuare a nascondere i nostri sentimenti era inutile, i nostri occhi parlavano di più di quanto qualunque bocca avrebbe mai potuto fare"