Gavin Reed aveva odiato gli androidi per tutta la sua vita. Li aveva odiati quando li avevano inventati, li aveva odiati quando erano diventati parte della vita quotidiana, li aveva odiati quando avevano fatto perdere il lavoro a tante persone e li aveva odiati per la loro cazzo di rivolta.
Non sopportava l'idea che delle macchine si atteggiassero a persone. Lo odiava.
E quel fottuto androide non faceva che peggiorare la situazione! Un androide che investiga su androidi?!?! Non solo quelli della Cyberlife stavano provando a fottere il lavoro pure a lui, ma volevano fare anche dei casini del genere!
Quel coso aveva dimostrato di essere difettoso, deviante pure lui. Aveva provato a infiltrarsi nella Cyberlife tower per liberare altri androidi, ma alla fine era andato solo in contro alla disattivazione immediata. E nel mentre gli altri devianti avevano iniziato una protesta pacifica ai campi. Folli. Molti erano morti subito dopo aver varcato la soglia della piazza, molti erano morti nell'attacco dei soldati oltre alle loro barriere. In fine i restanti erano stati uccisi a colpi di mitra.
Sì. Gavin Reed aveva sempre odiato gli androidi. Ma quando aveva visto quegli ultimi sopravvissuti, accerchiati dai soldati e pronti a morire pur di non vivere da schiavi, tenersi per mano e cantare... non aveva creduto ai suoi occhi.
Forse aveva provato quella strana sensazione di empatia perché, nonostante tutto, aveva visto una luce nei loro occhi... o forse era per quella canzone.
Everything will be alright.
Quante volte sua madre gli aveva cantato quella canzone, quando suo padre arrivava a casa più arrabbiato e ubriaco del solito? Quante volte?
E loro, davanti a soldati che puntavano i mitra, avevano semplicemente cantato. Stavano dicendo che tutto stava andando bene, che erano pronti a morire per la libertà.
E loro umani cosa avevano fatto? Avevano sparato.
Avevano ucciso il loro leader, i suoi compagni e la sua gente. Tutti coloro che rappresentavano la resistenza di un popolo che voleva solo vivere in armonia con gli umani.
Solo perché l'uomo si crede onnipotente. Superiore a tutto.
Ci crediamo dei, ma non siamo degni di essere chiamati tali.
No. Non c'era stata bontà in loro.
Gavin stesso aveva odiato, ma aveva capito di aver sbagliato.
Le macchine erano umane.
Le macchine erano vive.
Gli androidi erano veramente vivi.
E loro li avevano sterminati.
Ora rimaneva lui. L'androide davanti a sé. Gli avevano detto che era l'ultimo modello. Più veloce, forte, intelligente, prestante e con l'anti-rA9.
RK900. L'androide perfetto che avrebbe sterminato senza problemi la sua stessa razza e che ora era suo partner.
"Ora è suo, gli deve dare un nome." disse la donna.
Gavin rabbrividì ancora. Era alla Cyberlife tower. Era lì che l'androide poliziotto era stato ucciso.
Connor. Lui si chiamava Connor.
L'ultima volta che lo aveva visto, Gavin non aveva ancora cambiato idea sugli androidi. L'aveva maltrattato, insultato e minacciato di morte. Poche ore dopo Connor era stato disattivato.
"Conan." Non voglio dimenticare. Ora sono diverso, anche se non posso dirlo agli altri, ora sono diverso.
[6 mesi dopo]
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Mille e un reed900 One shot
ChickLitSemplicemente delle storie One shot di Conan e Gavin. Questi due personaggi sono estrapolati dal fantastico gioco "Detroit: become human". Sono rispettivamente un androide (detective) e un umano (detective) le cui storie non sono per niente approfon...