Capitolo 2

5 1 0
                                    

Jackie.

La sveglia suonò alle 7:30. Mi svegliai ancora stordita e con i capelli tutti arruffati. Sbuffai, stropicciandomi gli occhi.

Osservai di nuovo il foglio sulla mia scrivania, chiedendomi se avrei avuto l'occasione di restituirlo al suo proprietario.

Lo riposi nel mio zaino, piegandolo con cura.

"Spero di rivederti oggi, Niall."

-

Niall.

"Hai intenzione di mangiarli quei cereali o aspetti che scompaiano da soli?"

Alzai gli occhi e vidi Nick fissarmi con un sorrisetto beffardo in volto.
Lasciai il cucchiaio dentro la tazza e mi alzai prendendo il mio zaino, pronto ad andare via.

"Non ho fame."

"Andiamo Niall, puoi sempre riscriverla."

Mi girai, corrucciato. "Oh grazie Nick, non ci avevo pensato! Secondo te se me la ricordassi per filo e per segno non lo avrei già fatto?"

Lui alzò le mani in segno di arresa e se ne andò.

-

Arrivai di nuovo davanti alla biblioteca, che questa volta era aperta. Sospirai, sperando che una volta entrato mi avrebbero dato buone notizie.

"Buongiorno, avete per caso trovato un foglio con una canzone ieri? Nel reparto della letteratura femminile."

"No, mi spiace."

La risposta che meno desideravo ma che più mi aspettavo era arrivata. Non mi restava che rassegnarmi del tutto e aspettare l'ispirazione per una nuova canzone, che probabilmente avrebbe tardato ad arrivare.

Intanto la rabbia e il fastidio mi pervadevano. Mi chiedevo come potevo essere stato così stupido a non custodire il foglio con più cautela. Sempre colpa del mio essere costante in ritardo.

Camminavo nei corridoi dell'ateneo dell'Università a testa bassa senza neanche prestare caso a chi mi stesse in torno. Una mano mi toccò la spalla.

"Scusa, Niall vero?"

Guardai la ragazza per una frazione di secondo.

"Non so nemmeno chi tu sia ma so per certo che questo non è il momento adatto." Dissi, per poi continuare a camminare imperterrito e noncurante della mia maleducazione.

Andavo a passo spedito e pensavo. Una parte di me era sicura di aver già visto quella ragazza da qualche parte, ma non riuscivo a ricordare dove.

Poi all'improvviso mi fermai in mezzo al corridoio e mi ricordai.

La ragazza della biblioteca.

-

Jackie.

Camminavo per il corridoio dell'Università in cerca dell'aula dove si sarebbe tenuta la mia lezione.

All'improvviso vidi arrivare verso di me una figura conosciuta. Era lui.
Strinsi la tasca del mio zaino che conteneva il foglio. Mi avvicinai a lui con le guance arrossate e un sorriso stampato in faccia, sapendo che riavere la sua canzone lo avrebbe reso felice. E, soprattutto, ero curiosa all'idea di conoscerlo e parlare con lui. Aveva attirato la mia attenzione fin dal momento in cui si era seduto nella mia zona della biblioteca.

Notai che camminava a testa bassa, cupo. Gli toccai la spalla per richiamarlo, abbozzando un sorrisetto e raggiungendo con l'altra mano la cerniera della tasca dello zaino che custodiva la sua canzone.

"Scusa, Niall vero?" Dissi, ansiosa di sentire la sua voce per la prima volta.

La sua risposta mi lasciò basita e attonita.

"Non so nemmeno chi tu sia ma so per certo che questo non è il momento adatto." Sputò con arroganza, prima di sparire di nuovo tra la gente che riempiva il corridoio.

Rimasi ferma per qualche secondo cercando di metabolizzare quanto era appena successo.

"Cerco di fare una buona azione ed è così che vengo ripagata. Che si fottano lui e la sua stupida canzone." Sussurrai infastidita.

-

Niall.

Tornai indietro correndo sperando di ritrovare la ragazza, ma ormai di lei non c'era più traccia.

Mi sentii uno stupido. Uno stupido tremendamente in colpa.

Andai a lezione ripensando costantemente alla scena e a quanto fossi stato maleducato. E ripensavo anche alla mia canzone, sperando che non se ne fosse liberata a causa del mio comportamento.

Quando il professore ci congedò raccolsi le mie cose in fretta e furia e mi diressi verso la biblioteca, con la speranza di rivedere la ragazza che con molta probabilità aveva il lavoro di 2 mesi tra le sue mani.

Entrai e feci un cenno di saluto alla responsabile, dirigendomi verso la sezione della letteratura femminile. Con mio più grande sollievo, lei era lì. Scriveva al computer. Era molto concentrata. Così tanto concentrata che non si accorse nemmeno della mia presenza.

Mi schiarii la gola. "Ciao."

Lei alzò lo sguardo, che cambiò repentinamente quando si accorse di chi aveva davanti. Smise di scrivere al computer e si appoggiò sullo schienale della sedia. Non disse nulla, mi guardava e basta con due occhi grandi e marroni. Se gli sguardi potessero uccidere gli operatori sanitari avrebbero già chiuso il mio cadavere in un sacco nero.

"Sì, ecco, scusami per oggi. Non era mia intenzione risponderti male. Sai, sono molto stressato e ho perso il testo della mia canzone, cosa che presumo tu sappia bene perché l'hai trovata e volevi ridarmela... o almeno credo. Ma sì, sì, sarà sicuramente per quello perché altrimenti come faresti a sapere il mio nome? - ridacchiai - beh, ecco, ora che sono qui e mi sono scusato... potresti ridarmela?"

Lei continuò a fissarmi senza dire una parola. Poi, sempre senza dire nulla, mise via la sua roba e si alzò in piedi.

"Non so nemmeno chi tu sia, ma so per certo che questo non è il momento adatto."

Rimasi di stucco. Me l'ero senza dubbio meritato, ma non me lo sarei mai aspettato.

"Anzi sai una cosa?" Mi voltai a guardarla. "Lo so chi sei, uno stronzo." Aggiunse.

Mi fece infuriare. Ero stato maleducato, ma mi ero scusato.

"Ehi, tu non mi conosci affatto." Le dissi duro, guardandola abbozzare un sorriso prima di andarsene. 

Non mi piaceva affatto quella ragazza, ma in un modo o nell'altro avrei riavuto la mia canzone.

WRITE ME A SONG - Niall Horan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora