🐍 Queenie. 🐍

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Queenie si era addormentata fra le braccia di Harry, d'altronde aveva passato l'intero pomeriggio a correre nel Malfoy Manor dietro al patronus del papà.

Draco si era rifiutato per molto tempo di portare la loro bambina all'interno della sua vecchia casa poiché reputava che una creatura così innocente non doveva entrare in quell'inferno dove omicidi e torture si erano perpetuate per diverso tempo.

In realtà il biondo aveva avuto difficoltà anche ad avere un qualsiasi contatto fisico con la piccola i primi tempi: lui, uno sporco Mangiamorte, un essere dalla morale discutibile, colui che era stato tra le fila di Voldemort, come poteva stringere al proprio petto una bimba priva di qualsiasi peccato?

Ci erano voluti due mesi affinché Draco si decidesse a prenderla in braccio. Ci vollero due mesi e continue rassicurazioni da parte di Harry. Ci vollero due mesi e tante lacrime. Ci vollero due mesi e un pianto improvviso che lo svegliò nel bel mezzo di un incubo in cui la guerra era ancora in atto. Ci vollero due mesi e la paura di perdere Queenie per concedersi il piacere di farla addormentare cullandola contro di sé.

A volte il moro ripensava a come l'idea di avere un bambino si fosse insinuata nel loro matrimonio.

Quando la battaglia era terminata, e il Winzegamot non lo aveva spedito ad Azkaban, per Draco era giunto il momento di fare i conti con coloro che volevano bene al compagno. Non era stato un percorso facile in quanto le ferite erano ancora aperte, alcune non sarebbero mai guarite, eppure il Prescelto era circondato da un amore incondizionato grazie al quale il biondo era entrato nella vita di chi mai si sarebbe aspettato fino a qualche anno prima.

Nonostante tutti lo trattassero come un amico, Malfoy si sentiva ugualmente a disagio nelle stanze piene di gente a cui sapeva di aver inflitto dolore, ma cercava di nasconderlo per amore di Harry.

In quella fredda mattinata di novembre, Leotordo aveva fatto una teatrale incursione in casa Potter-Malfoy. I due ragazzi capirono all'istante che buone notizie erano racchiuse nella pergamena stropicciata che il gufo portava: Hermione aveva partorito.

In meno di un secondo si erano smaterializzati, anche perché il grifondoro stava morendo sia dalla preoccupazione per la salute della sua amica sia perché voleva conoscere la nipotina, e il serpeverde, vedendo Rose,  non riusciva a togliere gli occhi di dosso da quel fagottino rosa il quale, dormiente, veniva cullato da Ron.

Harry si era accorto che quello sguardo era stracolmo di amore, ma un amore diverso, un amore paterno. Nonostante tutto, però, decise di tacere autoconvincendosi che si trattasse solo di un fraintendimento: lui desiderava tantissimo un bambino, solo che non avrebbe sopportato un rifiuto da parte di Draco, sapeva che il marito si sentiva ancora insicuro su se stesso, figuriamoci prendersi cura di un'altra creatura.

Eppure Potter non riusciva a scacciare quel pensiero, soprattutto dopo aver visto la piccola Weasley e il sentimento sprigionato dalle iridi cristalline di Malfoy.

Tuttavia non era l'unico ad aver notato il cambiamento del biondo, anche Hermione si era fatta attenta lettrice di colui che per anni aveva odiato. Lei sapeva quanto il suo migliore amico volesse diventare padre ed era convinta che il compagno fosse pronto a questo passo.

Per tale motivo, casualmente, il gufo della Granger tornò a casa Potter con in mano un depliant dove il nome di un orfanotrofio magico si annunciava dolcemente a chi avesse deciso di intraprendere l'avventura genitoriale.

«Dannata, Granger. Mi ha rovinato il tuo regalo di Natale, volevo parlarti proprio dell'idea di adottare un bambino.»

Quella fu l'unica reazione di Draco, mentre Harry lo baciò con così tanto trasporto da far tremare le gambe al marito: si sarebbe mai abituato all'idea di aver sposato l'uomo che amava? Il biondo ne era certo: no, non ci avrebbe mai creduto realmente, tutta quella felicità gli sembrava sempre un sogno.

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