Capitolo 17: Ritardo e Terremoto

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Ormai sono le due passate, mi faccio una doccia veloce e passo alcuni minuti a scegliere come vestirmi, mi metto un paio di jeans neri con la catena e una camicia a quadri nera e bianca.

Aspetto che Hotoke passi sotto casa mia a prendermi, sono le tre passate e non si è ancora fatto vivo, inizio a stancarmi e mi metto a guardare il cellulare sdraiato sul letto, gli mando un paio di messaggi ma non risponde.

Sento le mie palpebre calare e farsi sempre più pesanti, sempre di più...
E lentamente sprofondo nel mondo dei sogni o nel mio caso, dei miei peggiori incubi.

Mi trovo nuovamente sulla spiaggia dove avevo messaggiato con Hotoke; sembra tutto normale e tranquillo, fino a quando la sabbia fredda non inizia a trascinarmi sempre più a fondo verso un abisso scuro e infinito.

Mi agito in maniera frenetica cercando un appiglio o un punto d'appoggio per cercare di bloccare la mia caduta e di tirarmi fuori da quel baratro, ma era tutto inutile, la sabbia mi arriva sino agli occhi e inizia a entrare dentro alla mia bocca e al mio naso, inizio a soffocare e i miei occhi iniziano a lacrimare mentre lentamente mi sembra di perdere conoscenza.

Tutto diventa nero e appena riapro i miei occhi mi ritrovo in quella foresta oscura, tossisco sputando tutta la sabbia che avevo in bocca, avevo il respiro accelerato e inizio a tremare.

Inizio a sentire la terra scuotersi, sotto ai miei piedi si aprono crepacci e fossi, cerco di tenermi ad un albero ma sprofondo in un burrone senza fondo, quando riapro ancora gli occhi, mi ritrovo nella mia stanza e qualcuno stava suonando alla porta di casa;

mi alzo dal letto in fretta e dopo essermi sciaquato il viso e sistemato il trucco corro ad aprire.

L'ombra che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora