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"Tu hai acceso un fuoco

dentro la mia anima,

un fuoco che mi ha completamente

bruciato.

E ora tu stai camminando

sulle ceneri di quello che un tempo

io ero"

- T.L.L 


Il mattino seguente la testa le pulsa. Qualcuno ha bussato alla porta, segno che è il momento per lei di svegliarsi. La bocca è impastata, gli occhi bagnati.

Deve aver pianto nel sonno, ma non ricorda di aver sognato qualcosa di preciso.

I segni rossi sul suo corpo sono svaniti, tranne che sull'avambraccio sinistro, da dove deve essere uscito un rivolo di sangue. Adela sapeva che le voci l'avrebbero seguita ovunque.

Deve smetterla di pensare a ciò che è successo.

Deve smetterla di sentirsi uno schifo solo perché gli altri l'hanno trattata come immondizia.

Soprattutto, non può permettersi di crollare ancora.

Non lì, non a Villa Cohen.

Dopo essersi cambiata, scende al piano terra, aiuta Marisa con la colazione e insieme aspettano l'arrivo di Madame Cohen.

Dopo quasi mezz'ora, una giovane scende le scale.

«Madame no bene oggi, sveglia tutta notte e ora dorme ancora».

Si tratta di una donna sulla trentina, capelli scuri dal taglio maschile, occhi azzurri e pelle diafana.

È molto minuta, con i tratti dolci e arrotondati, che la fanno assomigliare a un personaggio della pittura fiamminga.

«Grazie Olga, allora ne approfittiamo per lavare un po' scale e pavimenti, che dici?».

Marisa è piena di energia quella mattina, tanto da contagiare anche Adela, rivoltandole l'umore.

Beve l'ultimo sorso del suo caffellatte e annuisce.

La mattina scorre veloce: Adela si occupa del piano superiore e del suo bagno, mentre Marisa e Olga si concentrano al piano terra.

Adela detesta fare le pulizie, ma sa che è pagata anche per aiutare Marisa e Olga, quando non deve far compagnia a Madame Cohen.

Nel vedere le due così indaffarate – loro hanno quasi lavato ogni centimetro quadrato del pavimento del piano inferiore mentre lei ha appena finito il corridoio – non può non chiedersi come facciano a condurre una vita di quel tipo: Olga, da quel che ha capito, viene solo per alcune ore al giorno, e neanche tutti i giorni, mentre Marisa arriva quando è ancora buio e se ne va dopo cena.

Per non parlare di Luigi, il tutto fare, che addirittura dorme nella cantina, in una piccola brandina, e si lava usando una bacinella e del sapone di Marsiglia.

Come si può dedicare un'intera vita a una casa, a una famiglia?

Anzi, una sola persona, una presenza evanescente e capricciosa, quando fa le sue apparizioni.

Adela nota soprattutto lo sguardo affaticato ma sereno di Marisa, una realizzazione dipinta sul volto che mai crede di aver visto in qualsiasi altro essere umano.

Certo, ci sono persone che nascono dotate un intrinseco istinto materno, l'amore per la cura del focolare.

Probabilmente non lo capisce perché lei, di istinto materno, ne ha poco.

Apologia delle cattive ragazzeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora