Gli angeli hanno le ali per poter volare via, per avere un concetto di liberà diverso da quello dei terrestri. Alcune persone sono invidiose della nostra libertà. Pretendono di poterci togliere tutto ma se posso pensare, se posso immaginare un mondo migliore, se posso lottare per ciò che stà accadendo, allora sono ancora libera. Ho i polsi doloranti per le catene. Ogni giorno sembrano più forti e io divento sempre più debole. Sono prigioniera da 857 giorni in una stanza buia sulla cima di una torre fatta di pietra. L'unica cosa che mi tiene in vita è la finestra a sbarre che ho di fianco a me. Si vedono solo nuvole, bianche, al tramonto rosse, a volte nere. Mi raccolgo in un angolino e porto le ginocchia al petto. Chiudo gli occhi. Mi sembra di vedere più luce di quanta ce ne sia nella stanza. Apro gli occhi. Biast struscia il capo sulle mie ginocchia e mi mostra la zampa. E' un messaggio da Eden, Biast è il suo cardinale e l'unico modo per poterci inviare messaggi e per avere una finestra sul mondo esterno, una finestra senza sbarre. Mi rassicura, dice che gli angeli del sole verranno a liberarci... un giorno. Eden è stato fatto prigioniero nella zona ovest. Stacco una piuma da Biast, lui apre il becco e la intingo di saliva. Ho la testa intrisa delle fantasie di Eden. Un tempo anche io credevo agli angeli del sole, speravo nella loro venuta e immaginavo il momento in cui mi sarei liberata dalle catene, ma il tempo è passato e gli angeli del sole sono per me diventati una leggenda. Lego il messaggio alla zampa del cardinale bianco e lo vedo volare via tra le nuvole grigie che dominano il cielo. Mi alzo in piedi. Le gambe tremano, sono senza forze. E' da mesi che non mangio. Quei bastardi delle guardie non ci pensano nemmeno ad entrare nella cella per lasciarci il cibo. Loro preferiscono lanciarcelo dalla finestrella della porta. Solo una piccola spinta. Non posso arrivarci, le catene non me lo permettono.
-Numero 764.
Aprono la casella e spingono il vassoio nella mia stanza, solo una piccola spinta ma capace di colpire il piatto del giorno prima e avvicinarlo alle caviglie. Non ha un sapore, potrebbe anche essere carne di ratto ma non me ne accorgerei. Ho troppa fame. Mangio avidamente e ripenso al mio numero:764. L'altro ieri ero un numero superiore, vuol dire che qualche angelo non è riuscito a superare la notte ed è ceduto. Nessuno sa dove viene portato il loro corpo senza vita. Prima della Grande Cattura erano gli angeli della morte che si occupavano di dare una degna sepoltura a chiunque toccasse ma adesso anche questi sono rinchiusi in una torre come me o con me.
Prendo un capello e lo avvolgo attorno alla piuma di Biast, poi tiro gli estremi e la piuma diventa polvere. Addenso l'ammasso di pulviscoli con le mani come se stessi modellando la creta. Ogni giorno creo qualcosa di diverso destinato a scomparire dopo qualche secondo. Se fossi restata anche solo per un minuto di più con mia madre, saprei come rendere la magia duratura. E' l'unico incantesimo che mi ha insegnato prima di scomparire assieme alle guardie. Eden dice che è morta, anche lei non ha superato la notte, anche Eden si è ritrovato con un numero inferiore rispetto al solito quel mattino di 850 giorni fa. Era una Luna piena il giorno in cui arrivai qui, è una Luna piena anche oggi. Eden dice che i terrestri hanno un modo diverso di classificare i giorni, loro danno dei nomi ad ogni trascorrere di 24 ore. I giorni sono dedicati alla Luna, a Marte, a Mercurio, a Giove, a Venere, a Saturno e al Sole ma nessun giorno è chiamato Kanassa, il pianeta degli uomini alati.
Siamo inesistenti fino a quando qualcuno decide, per qualche strana ragione, di toglierci la libertà.
Sbatto la testa sulle pareti di pietra e mi chiedo come abbia potuto passare così tanto tempo in questo posto. Ogni giorno è uguale al precedente se sono ancora viva lo devo a Eden e alle sue storie che ancora adesso, come da bambina, mi fanno sognare e fino a poco fa mi facevano anche sperare.
Mi ritrovo fuori dalla cella. Ho freddo e sento le campane suonare dopo troppi anni. Mi guardo intorno ma non c'è nessuno. Biast vola d'avanti a me, sento di doverlo seguire non so dove, non so perché ma lo devo fare. Corro sulla terra secca, non posso volare: sento le ali troppo pesanti e impregnate d'acqua. D' un tratto mi blocco, vedo Eden a pochi metri da me. Il cuore batte forte, fortissimo. Voglio corrergli incontro, abbracciarlo ma non mi è possibile, adesso sono pietrificata con lo sguardo fisso su di lui. Gli alberi sono spariti, l'erba, i fiori, le nuvole, è solamente terra secca, non riesco neanche più a riconoscere il cielo. D'un tratto mi sento sprofondare, tendo una mano a Eden ma lui fa finta di nulla e mi guarda mentre piano sprofondo nel terreno arido e scompaio come i fiori, gli alberi e il cielo. In mente mi rimbomba il suo nome e intorno a me è buio. Anche le mie ali sono sparite, non sono più un angelo. Eden. I miei pensieri fanno eco in quel buio scenario e non riesco che smettere di pensare a lui. Aiutami. Vedo una mano squarciare il terreno e riprendermi dalle tenebre. Eden. Mi stringo a lui e inizio a piangere.
Quando mi risveglio ho gli occhi intrisi di lacrime. Prima una, poi l'altra e una processione di goccie d'acqua inizia a sfilare sulle guancie finchè non scoppio in un pianto silenzioso, vorrei gridare alla Luna, rivedere Eden, riassaporare la libertà che mi è stata tolta e finire di vivere. Sfioro la ferita sull'ala destra e mi ricordo di Amira quando mi tiró per la spalla facendomi cadere sulle pietre provocandomi una cicatrice che oggi resta l'unico ricordo che ho di lei. Amira non è morta, lo sento, scappò da casa prima dell'arrivo delle guardie per allearsi con gli angeli del Sole, mamma non voleva ma Amira è un angelo, è libera di scegliere anche al costo di non rivederci mai più.
Siamo stati fatti prigionieri. Creature spietate la cui identità è ignota a tutti. Vengono nelle nostre case e ci portano qui. Sono armati, vestiti di nero come le ombre e come esse, si muovono silenziosamente. Secondo la legenda gli angeli traditori sarebbero stati messi in cella, bloccati nell'Ade con catene roventi ma a Kanassa non esistono angeli buoni o cattivi, ma angeli liberi. O meglio, esistevano. Delle guardie entrano nella mia cella. La fioca luce che penetra dalla porta aperta basta a farmi strizzare gli occhi ormai non abituati a questa. Mi coprono la bocca con un fazzoletto intriso di sonnifero e poi buio, silenzio poi dei gridi, come ogni giorno. Non so chi sia ad urlare nè so perché smette improvvisamente. Ogni giorno una voce diversa che implora aiuto, uomini, donne o bambini che siano alle ombre non importa, fanno quello che devono come esseri senza cuore. Delle vere ombre. Seguono gli ordini di qualcuno senza esitare. Sono come svenuta, sento le voci, i passi. Le guardie mi appoggiano su una superficie fredda, ghiacciata. Forse metallo. Mi prendo un braccio, sento l'ago di una siringa bucarmi la pelle. Un luogo calmo. Forse una sala operatoria. E poi un esplosione. Rimango assordata, vorrei capire cosa succede ma non posso muovermi o aprire gli occhi, posso solo ascoltare ma dopo pochi istanti perdo ogni senso.-Svegliati cazzo!
Apro piano gli occhi, vedo figure sfocate urlarsi contro.
-Non potevamo sapere che erano nel mezzo di un operazione
-Dovevamo prevederlo, sappiamo che lo fanno
Provo a parlare ma riesco solo ad emettere un gemito per attirare la loro attenzione.
Il primo mi abbraccia. Eden... Provo a ricambiare la stretta. Riprendo lentamente conoscenza. Siamo in una grotta buia, fredda, non so dove, davanti a me ci sono Eden e un ragazzo con un armatura dorata e uno scudo con un sole nascente. I capelli rossicci e il viso pallido spento ravvivato da due grandissimi occhi verdastri tendenti al giallo. -Sei un angelo del Sole, tu... Tu conosci mia sorella, si chiama Amira- Eden mi copre le spalle con una coperta umida. Il Rossiccio si avvicina mi guarda negli occhi. Scuote la testa. -Chiunque sia adesso è alle zone del Vento.
Eden avvolge un braccio intorno alla schiena per riscaldarmi. Di scatto balzo in piedi liberandomi dal gesto. Faccio cadere la coperta e piango. La dove le braccia di Eden erano riuscite a toccare la mia pelle. La schiena era nuda. Le mie ali scomparse. Solo due enormi cicatrici a colmare quel grandissimo vuoto. Mi accascio a terra stringendo i pugni. Le lacrime bagnano il terreno sabbioso della caverna. Piango i silenzio come ho sempre fatto per tutti questi anni. Non sono più un angelo. Guardo Eden con gli occhi ancora umidi, lui però non riesce a girarsi. Odia i miei occhi pieni di lacrime, sono un colpo al cuore. Mi tocco insistentemente la schiena, ormai dev'essere piena di graffi. Eden mi prende le mani e le stringe nelle sue per farmi smettere mentre il Rossiccio è alle prese con il fuoco. Avvicino le mani per riscaldarmi. -Di dove sei?
Il Rossiccio non alza la testa, continua ad abbrustolire un rametto nel fuoco fino a farlo diventare cenere. -Un posto molto lontano
-Grenik?
Provo ad indovinare io
-Ancora più lontano
E finalmente mi guarda sorridendo, a quel punto mi pietrifico persa nei suoi occhi e taccio per un po' finché Eden mi passa davanti per uscire dalla grotta sbuffando. -Mi chiamo Jack
-Lo sapevamo...
Urla Eden dall'altra parte in tono scorbutico.
-Che tipo di angelo sei?
-Non so forse un mutaforme
-perché forse
-non ho mai voluto provare
Sorridiamo ma senza incrociare gli sguardi ormai fissi sulla brace scoppiettante.
-E tu?
-Non saprei.
Scrollo le spalle
-Non riesco a guarire le ferite, non riesco a mutare forma e ne riesco a domare la luce o le tenebre...
-La verità è che Efiel è un angelo del sogno.
Scherza Eden sorridendomi e poi mi da un bacio sulla fronte prima di mettere altra legna nel fuoco.
Gli do un inutile spinta. -Ancora appresso a queste storie?
-perché no? Da piccola le adoravi.
Jack è perplesso. Continua a giocherellare con il suo bastoncini guardando me ed Eden abbracciati sotto la stessa coperta. -Cos'è un angelo del sogno?
Eden smette di stuzzicarmi per guardare Jack con uno dei suoi peggiori sguardi.
-Amici dove hai vissuto la tua infanzia?! Gli angeli del sogno sono la ragione della nostra esistenza.
-lascialo stare Jack, è solo una leggenda.
Lo rassicuro io.
Gli angeli del sogno sono capaci di fabbricare qualsiasi cosa. Dicono che la pietra gli fornisca energia, hanno un contatto stretto con questa e alcuni dicono che ci possono addirittura comunicare.
Eden ritorna serio, incide una mappa sul terreno -Dobbiamo andare alle Zone del Vento. Abbiamo un giorno a disposizione non di più- poi guarda bruscamente Jack e rivolgendoli un dito punitivo aggiunge scandendo parola per parola -E non si usano ali... Non possiamo permetterci di essere avvistati, potrebbero raggiungere lo stabilimento.
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White angels
Fantasy"e che gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno” (Giuda 1,6) Lo giuro sono innocente, ma se vogliamo essere liberi, dobbiamo lotta...