Normale amministrazione alla nazionale giapponese

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Allora. Qualche premessa.
Primo. Ci saranno spoiler del manga.
Secondo. MI DISPIACE È UNA VITA CHE NON AGGIORNO SCUSATE TUTTI
Terzo. È finito il manga. La mia vita non ha più un senso
Quarto. Niente, volevo arrivare al quattro
Cinque. Smetto di parlare e vi lascio alla storia. Ciauz

Quel giorno gli allenamenti della squadra nazionale giapponese di pallavolo erano strani. Sakusa non era certo cosa fosse, ma sapeva che qualcosa non andava. Assottigliò gli occhi e scrutò i suoi compagni di squadra mentre correvano per la palestra.
Atsumu, come sempre, faceva l'idiota con Bokuto che, come sempre, gli dava corda e di tanto in tanto buttava a caso commenti su quanto perfetto fosse il suo ragazzo. Bokuto era così schifosamente innamorato... sperava davvero di non arrivare mai a quel punto. Come facessero quei due a correre e a fare gli idioti contemporaneamente era un mistero, ma probabilmente l'idiozia era talmente radicata nel loro DNA che neanche ci facevano caso.
Hoshiumi stava facendo una filippica sulla relatività dell'altrezza, riuscendo comunque a correre in qualche assurdo modo, ad altri due o tre poveri malcapitati che dovevano ascoltarlo. Ushijima correva in testa come sempre, senza parlare granché. Il coach Iwaizumi sbraitava di andare più veloce, controllando ogni due secondi il telefono per assicurarsi che il suo ragazzo non gli avesse scritto. Sakusa avrebbe tanto voluto ricordargli che per il fuso orario probabilmente in Argentina era notte fonda, anche solo per godersi la sua faccia, ma l'ultima volta che lo aveva fatto il coach per ripicca li aveva tenuti due ore in più ad allenarsi, quindi decise di evitare.
Ma comunque, non c'era niente di strano. O meglio, niente di strano che non fosse normale amministrazione. E allora cosa...
-cos'hai, Kiyomi?- intervenne Komori, correndo accanto a lui -continui a guardarti intorno come se stessi aspettando che cada un meteorite dal cielo.
-c'è qualcosa di strano oggi, ma non capisco cosa.
Quello fece una risatina -non hai notato che mancano Hinata e Kageyama?
Ecco cosa non andava. L'altro gnomo, per completare il trio di idioti, e il suo amico-nemico-rivale-non sapeva che diamine di rapporto avessero quei due idioti. Gli sembrava ci fosse troppo silenzio.
-è vero- per lo stupore rallentò un poco -non ci avevo fatto caso, ma è strano che siano in ritardo- quei due arrivavano persino prima del coach, sempre, a ogni allenamento. Non era strano che non se ne fosse accorto, di solito quando arrivava erano già lì. Probabilmente per la sua testa erano diventati come due pezzi di arredamento per la palestra, e pur notando che qualcosa mancava non era stato in grado di identificare subito cosa -dovremmo mandare qualcuno a controllare che siano vivi?
Il libero scrollò le spalle -nah. Tu non c'eri ieri sera, giusto?
-sai che odio quel genere di cose- la sera prima Bokuto, Atsumu e Hinata (e chi altro sennò?) avevano proposto di uscire a bere qualcosa tutti insieme. Alcuni, lui e Ushijima, avevano rifiutato, ma da quel che ne sapeva c'era anche Kageyama.
-be' ieri quei due hanno bevuto parecchio, si reggevano a mala pena in piedi.
-dici che...
-probabilmente ora come ora avranno un dopo sbronza micidiale- concluse Komori.
-ah. Pensavo stessi per dire che avevano preso la macchina e si erano andati a schiantare da qualche parte.
Quello rise -sarebbe arrivata la notizia.
-vero. Ci stavo quasi sperando.
-che str...- due urla interruppero il suo insulto. Due razzi, uno nero e uno arancione, si fiondarono nella palestra urlando delle scuse e inginocchiandosi davanti al coach. Distrattamente Sakusa notò che Hinata aveva fatto fatica a inginocchiarsi e che Kageyama aveva una sciarpa intorno al collo nonostante fosse pieno luglio. Lanciò un'occhiata a Miya e Bokuto, che si erano fermati dalla corsa e ridacchiavano tra loro. Scosse la testa esasperato. Quei due poveri ragazzi avrebbero avuto una giornata d'Inferno.
-scusi coach. Ci scusi, la prego- Hinata scoppiò in una serie di scuse così appassionata e umiliante che Sakusa si imbarazzò per lui. Iwaizumi sbraitò qualche rimprovero, ma gli squillò il telefono e ordinò distrattamente di andare a correre con gli altri e di fare almeno cinquanta giri di campo mentre usciva per rispondere. Non appena la porta si fu chiusa, i due idioti partirono all'attacco dei due piccioncini.
-ehi ehi ehi, guarda un po' chi abbiamo qui...
Miya sogghignò e posò un braccio intorno alle spalle di Kageyama, attirandolo a sé e sfregandogli le nocche tra i capelli -una bellissima sciarpina.
-ragazzi che state...- le proteste di Hinata furono completamente ignorate.
-Atsumu, secondo me sotto quella sciarpa c'è qualcosa.
-anche secondo me, Koutarou- i due si sorrisero, poi Miya strappò di dosso alla loro vittima la sciarpa e la lanciò via. Urlarono indicando un segno rosso in bella vista sul suo collo -AH!
-EHI EHI EHI, GUARDA UN PO' CHI SI È DIVERTITO IERI SERA.
-crescono così in fretta- Atsumu si asciugò una lacrima immaginaria con aria melodrammatica.
Kageyama, nel frattempo, aveva raggiunto un livello di rossore da fare invidia ai capelli del suo compagno, che comunque non era messo molto meglio.
-era anche l'ora- commentò Hoshiumi -c'è voluto dell'alcool per farvi finire insieme? Bastava farvi ubriacare?
-n-noi non...- Hinata balbettò qualcosa.
-corriamo- intervenne Kageyama. Il rosso annuì e i due scapparono via, correndo persino più rapidamente del solito in giro per la palestra.
Miya fischiò verso Hinata -ma che bel culetto che abbiamo qui.
-e chissà che ci avete fatto ieri sera, eh? Zozzoni!- concluse Bokuto. Kageyama lanciò loro un'occhiata di fuoco.
-guarda, a Tobio-chan non va bene che guardiamo il culo a Sho-chan- continuò Atsumu -si vede che solo lui può...
Il coach, appena rientrato, li afferrò per i capelli e li trascinò a bordo campo -CHI VI HA DETTO DI FERMARVI, IDIOTI?!
-scusi!- e i due ripresero a correre.
Sakusa sospirò. Ora era tutto, più o meno, alla normalità.

Non chiedete cosa sia 'sta cagata. Avevo voglia di scrivere qualcosa :D

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